Innanzitutto vi chiedo di presentare “Cold Cold Bodies” ai nostri lettori. Dal mio punto di vista il nuovo album presenta un approccio più diretto rispetto al precedente “Fracture Concrete”, con un suono compatto e più pesante rispetto al passato. Che ne pensate?
DEMETRIO: “Sì Infatti. “Cold…” è molto più diretto del suo predecessore “Fracture…”. E’ stata in primo luogo una scelta voluta, abbiamo sempre amato cambiare in ogni disco..Inoltre in questo caso abbiamo superato noi stessi in fase di arrangiamento e il nuovo disco suona così compatto e snello proprio per questo motivo.
Quando siamo entrati in studio per “Fracture Concrete” ricordo che eravamo molto concentrati sulla tecnica piuttosto che sull’arrangiamento dei brani, eravamo galvanizzatissimi per i progressi tecnici ottenuti in quel periodo e abbiamo un po’ trascurato il “lato musicale” della situazione, detto questo reputo comunque “Fracture…” un grande album come anche “Cold Cold Bodies.”
Trovo ottima la scelta di aver aggiunto alcune parti in lingua italiana, come è nata questa idea e cosa ne pensate dell’utilizzo dell’italico idioma in un contesto metal?
DEMETRIO: “Innanzi tutto ti ringrazio per i complimenti…Ma…Gli Arcadia non sono nuovi al cantato in italiano, già su “Fracture” avevamo degli accenni di lingua italiana così come spagnola e tedesca..In questo album ne abbiamo fatto un uso un po’ più diffuso…Diciamo che avendo girato tanto abbiamo deciso di portare in giro di tanto in tanto qualcosa di “più nostro” ahahahah..”
Al momento, dato il vostro sound che guarda sia alla tradizione che alla nuove proposte, quali band, sia in ambito classico che in ambito attuale, considerate parte delle vostre influenze?
DEMETRIO: “Reputo oggettivamente gli Arcadia una band estremamente moderna, per quanto riguarda le influenze sono le più disparate, ti potrei citare: Mnemic, Meshuggah, Converge, Syl, Steve Vai, Prodigy, NIN, Korn, Allan Holdswords e decine di altri… Nel tempo abbiamo realizzato un songwriting molto personale; a parte magari “Synth” che reputo un disco a parte, gli altri due evidenziano un marchio di fabbrica riconoscibile pur essendo due dischi diversi.”
A livello lirico trattate delle tematiche specifiche nel nuovo album?
MICHELE: “La piu’ grande fonte d’ispirazione per le nostre liriche sono le sensazioni e gli stati d’animo. Mi pare assurdo a volte cercare d incanalare determinati stati d’animo solo perchè non consoni ai canoni di pensierp odierno mediante psicofarmaci et similia, per questo mi piace inserire tanti riferimenti ai medicinali definiti "del comportamento"…direi che questo è l’unico filo conduttore nelle liriche di “Cold Cold Bodies”.”
Vi va di presentare i vari membri della band e citare il loro ruolo al suo interno?
AMEDEO: “La band è formata attualmente da quattro elementi; i due membri storici, che hanno fondato la band sono Cacao (batterista) e Demetrio (chitarrista), senza dubbio le colonne portanti del progetto Arcadia; Michele (cantante) si è unito alla band nel 2004, credendo fin da subito nel progetto e impegnandosi ad affrontare i numerosissimi impegni della band pur vivendo in un’altra città come Firenze (ndr. la band ha la sua base nella città di Vercelli). L’ultimo in ordine di tempo ad entrare a far parte della band è stato Amedeo (bassista), anche lui come Michele, proveniente da una città ancora più lontana come Taranto!!! Ma come potete notare ognuno di noi ha abbandonato qualcosa e fatto enormi sacrifici perchè crede in ciò che fa e dedica tutto se stesso alla band.”
Apprendo dalla vostra biografia che la band vanta un’intensa attività live. Avete suonato in Europa e negli Stati Uniti supportando gruppi di grande spessore. Quale esperienze live annoverate tra le più significative e cosa è in previsione per il futuro?
MICHELE: “Si, puntiamo molto sul live come mezzo di promozione…a parte il fatto che amiamo suonare dal vivo,mi pare il biglietto da visita più facile e diretto. Ultimamente mi ha dato moltissima soddisfazione suonare in Est Europa: lì davvero il musicista è trattato con rispetto e non come un "fallito" come avviene invece in Italia. In Slovacchia centinaia d persone urlanti sotto il palco, in Romania forse anche di più…
Sembra che lì ci sia davvero voglia di musica e di divertirsi. Per il futuro, siamo già stati invitati ad alcuni festival estivi in Repubblica Ceca e Inghilterra, mentre stiamo già pianificando il lavoro per il nostro terzo tour in Europa…come vedi, non ci stiamo certo riposando (anche se a volte una bella vacanza non farebbe certo male….)”
“Cold Cold Bodies” è il vostro primo disco per l’italiana Valery Records, un’etichetta vieppiù interessata alla scena rock e metal tricolore. Com’è il vostro rapporto con la label?
EDOARDO: “Il rapporto con il grande Niky (voto:10!!) della Valery si è subito basato sulla reciproca stima e sul rispetto per il modo di lavorare di ognuno; appena entrati, si respirava un clima molto familiare, perchè è così che lavoriamo nella grande famiglia Rock’n’Roll (della quale fanno parte anche i Fire Trails di Pino Scotto, Kee Marcello, Trick or Treat, Bloody Mary e tanti altri…).
In Valery ogni band dà il suo contributo per la crescita di tutta l’intera famiglia e ogni volta che se ne ha l’occasione ci si ritrova in giro ai vari eventi ed è come se ci conoscessimo da una vita! Insomma, Valery Records: Voto 10!!!!”
Non ultimo, uno spazio libero per dire tutto ciò che vi passa per la testa.
AMEDEO: “Voglio approfittare di questo spazio per fare una considerazione sulle condizioni di salute del music business in Italia: suonando molto all’estero e anche in giro per l’Italia, purtroppo stiamo notando che il nostro paese si sta riducendo nelle stesse condizioni di paesi come l’Inghilterra o gli Stati Uniti, nei quali una band deve nelle migliori delle ipotesi scendere a compromessi; purtroppo è facile intuire che in un posto nel quale c’è molta offerta, la richiesta si abbassi notevolmente, ma non bisogna mai dimenticare che dietro alla realtà di ogni band ci sono sempre tanti sacrifici…
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