Grande attesa e fermento per l’inizio del The Future Past Tour dei mitici e inossidabili Iron Maiden, soprattutto per le grandi aspettative in vista dell’esecuzione di brani tratti da “Somewhere In Time” e dall’ultimo album “Senjutsu”, quindi quale occasione più ghiotta se non quella di fare una trasferta nella vicina (per chi scrive) e confinante Slovenia per assaporare in anteprima proprio la prima data del tour? La band mancava da queste parti da ben sedici anni, ma al nostro arrivo ci si rende subito conto che questa data ha attratto un vasto numero di persone proveniente non solo dalle vicine Croazia e Austria e dal nostro paese, ma anche dalla Francia, Spagna e perfino una rappresentanza dal Messico, tutti uniti dalla stessa passione per una band che nel bene e nel male, a dispetto di quanto ne dicano i detrattori, riesce ad unire grazie alla loro musica generazioni di fan di ogni età e luogo.
THE RAVEN AGE
Ad aprire la serata troviamo i The Raven Age; purtroppo non per nostra volontà riusciamo a sentire solo i primi tre pezzi in scaletta, ma possiamo dire che la band ha un buon impatto dal vivo anche se è costretta a sospendere brevemente lo show dopo pochi minuti per risolvere dei problemi inaspettati, ma poi riparte più grintosa di prima grazie anche al sostegno del pubblico.
IRON MAIDEN
Ormai l’attesa sta diventando spasmodica e il pubblico non sta proprio più nella pelle già a partire dalle prime note di “Doctor Doctor”, seguite dall’intro di “Blade Runner” di Vangelis, ma quando attacca “Caught Somewhere In Time” inizia il vero e proprio delirio con la voce del pubblico e i cori che quasi sovrastano quella di Dickinson. Un Dickinson in forma smagliante che si presenta sul palco con un lungo spolverino e occhiali scuri, forte di una presenza scenica straordinaria e una voce che dopo tutti questi anni incanta ed emoziona come il primo giorno. Segue un altro pezzo da novanta, “Stranger In A Strange Land”, che fa alzare ulteriormente la temperatura all’interno del palazzetto con i dodicimila presenti increduli e in estasi per questa doppietta da urlo. La scenografia di questo tour è principalmente incentrata su “Senjutsu” e “Somewhere In Time” e la resa visiva è di assoluto impatto. Subito dopo è il momento di promuovere un trittico di pezzi estratti dal nuovo album in studio, e per l’occasione vengono proposti “The Writing On The Wall”, “Days Of Future Past” e “The Time Machine” accolti anche questi con calore, ma un’altra sorpresa arriva con la successiva “The Prisoner”, composizione che non veniva eseguita da quasi dieci anni e che live è sempre trascinante e coinvolgente. Si ritorna nuovamente a “Senjutsu” con “Death Of The Celts”, introdotta da Dickinson come un pezzo che parla della natura sussurrante dei celti e della fine della civilizzazione, a cui seguono “Can I Play With Madness” e “Heaven Can Wait”, che ci riportano indietro nel tempo e fanno scatenare a più non posso. Ma quando si sentono le prime note di “Alexander The Great”, mai eseguita dal vivo fino a oggi, tutti sappiamo che siamo testimoni di un momento unico nella storia e che rimarrà per sempre indelebile dentro di noi, ed è impossibile non emozionarsi con un misto di felicità e allo stesso tempo di incredulità. “Fear Of The Dark” e la splendida “Iron Maiden” ci portano a una breve pausa prima dei bis. La band rientra poco dopo per omaggiare ancora l’ultimo lavoro con “Hell On Earth”, con la scenografia che vede per l’occasione Eddie in versione statua della Libertà, mentre ai lati del palco le fiamme sparate a ripetizione rendono il tutto più evocativo sulle note di questa epica cavalcata che live ha una ottima resa. “The Trooper” non ha proprio bisogno di introduzioni e scatena ancora una volta l’entusiasmo di tutti i presenti che urlano a squarciagola ogni singola parola, fino alla conclusiva “Wasted Years”, che sigilla una serata memorabile per i fan della band. Sicuramente la scelta del gruppo di omettere classici come “The Number Of The Beast” o “Hallowed Be Thy Name” può essere azzardata o anche vista in malo modo da chi è al suo primo live della Vergine di Ferro, ma non si può certo accontentare tutti e, per chi scrive, solo i pezzi tratti da “Somewhere In Time” valgono già il prezzo del biglietto. Ora non resta che attendere luglio e la data italiana per vedere se ci saranno cambiamenti di rilievo nella setlist, ma sarà comunque dura tenere a freno l’impazienza e la curiosità.
Setlist:
Caught Somewhere In Time
Stranger In A Strange Land
The Writing On The Wall
Days Of Future Past
The Time Machine
The Prisoner
Death Of The Celts
Can I Play With Madness
Heaven Can Wait
Alexander The Great
Fear Of The Dark
Iron Maiden
Encore
Hell On Earth
The Trooper
Wasted Years
