Intervista a Roberto Mammarella (Avantgarde Music): House of the Morning Star

Lo ammetto, avrei voluto iniziare subito quest’intervista con un tono nazionalpopolare, descrivendo la Avantgarde Music come la Casa Ricordi del black metal, ma sarebbe stato uno sbaglio grossolano perché, secondo la definizione dello stesso Roberto Mammarella (Monumentum, Cultus Sanguine), che dal 1994 gestisce l’etichetta germogliata da Obscure Plasma, “Avantgarde è una label internazionale che produce anche band italiane”.

Nei primi anni di vita dell’etichetta, infatti, i gruppi italiani prodotti da Avantgarde Music si potevano contare sulle dita di una mano, era una scelta legata alla mia volontà di distinguermi dal panorama nazionale che all’epoca contava esclusivamente realtà discografiche fortemente localizzate. Ho pagato questa coerenza, fino a decidere, in casi estremi, di non mettere sotto contratto gruppi validi artisticamente, ma che ritenevo troppo legati alla scena italiana ed incapaci di affermarsi oltreconfine. Questa situazione, tuttavia, è radicalmente cambiata nel corso degli ultimi decenni, quando il genere si è internazionalizzato e le etichette straniere hanno iniziato ad interessarsi a band italiane; i Lacuna Coil sono un caso macroscopico, ma anche altre realtà, ben più estreme, hanno goduto di questa attenzione. La seconda generazione black metal, quella delle band italiane che anche noi abbiamo messo sotto contratto dal 2010 in poi, e che andavano ancora alle elementari quando noi producevamo  Katatonia e Behemoth (risate), ha dimostrato di poter competere ovunque. Certo, il mercato in questi anni è mutato, ormai mancano i gruppi di grande impatto, abbiamo solo una nutrita schiera di band che suscitano buon interesse, e molte altre entry level. Queste ultime hanno comunque un supporto social notevole, al punto che è difficile distinguere tra successo in termini di vendite e visibilità su web. Il contesto in cui ci muoviamo è estremamente differente da quello dei primi anni ’90, i dati di vendita sono modesti, nonostante questo revival del vinile, molti giornali musicali hanno smesso di pubblicare e al loro posto sono nate webzines e forum che determinano il successo (o il fallimento) di una band emergente. Ad ogni modo, attualmente Avantgarde Music conta molti ottimi gruppi italiani nel proprio roster, tra cui Selvans, Enisum e Plateau Sigma.

Da feticista del supporto fisico non posso che farvi i complimenti per la cura che dedicate alla parte grafica dei vostri prodotti, come in “Faunalia” dei Selvans, o a “The Sky Over” dei Void of Silence, ad esempio. Qual è il vostro contributo nel proporre o indirizzare una band in questo aspetto del prodotto?

Te lo dico onestamente, a me piacerebbe curarle maggiormente, rivaleggiare con etichette come la Van Records o la Eisenwald, che fanno un lavoro eccellente sia a livello grafico e di materiali. Le copertine possono piacere o meno, molto spesso questo è un punto critico in fase di produzione. Per principio io evito il più possibile di interferire nel lavoro della band, ma spesso ci vengono sottoposte inguardabili ed invendibili; in quei momenti diventa difficile interagire con il gruppo, dire “il disco è bello ma francamente la tua copertina fa cagare”. Un dovere dell’etichetta è d’altra parte quello di contestare il progetto se la copertina non è utilizzabile, ad esempio ha riferimenti politici, pornografia o altro che potrebbe danneggiare le vendite del disco. Sul gusto oggettivo invece il discorso si fa delicato: puoi dare dei consigli, contestare la qualità del disegno, e spesso le band accettano questa opinione e le tue proposte. Il problema si pone quando alla fine dell’anno quando, a fronte di vendite deludenti, la stessa band può dirti “Scusa, mi hai rotto tanto le palle sulla qualità della copertina, ma quale è stato il guadagno nel cambiarla?”. In ogni caso, se la copertina è brutta, la fatica per fare un buon packaging aumenta. Avantgarde (con Argonauta Records, ad esempio) è una delle poche etichette in Italia che vuole ancora distribuire dischi senza accontentarsi di venderli nel proprio sito web, e spesso la distribuzione avviene in conto vendita, quindi dobbiamo avere un occhio di riguardo anche ai costi dei materiali, che hanno subito prima un rincaro a causa della pandemia, poi un secondo rincaro dovuto alla guerra in Ucraina. Questo genere musicale rischia di diventare elitario, perché il fan si accorgerà prima o poi di avere un potere d’acquisto dimezzato.

A proposito di fan, qual è il profilo tipo del cliente Avantgarde?

Il frequentatore di Sound Cave (il negozio affiliato all’etichetta) è mediamente over 40. Per fortuna negli ultimi anni sono riapparsi i ventenni, ma questa fascia di ascoltatori non può essere demotivata in alcun modo; non puoi chiedere ad universitario un budget di cento euro la settimana per procurarsi i dischi, specialmente se lo stesso poi frequenta anche concerti (con annesso merchandise delle band), i cui costi sono lievitati. Quando in passato mi hanno chiesto chi sono i principali competitors del mio negozio, io ho sempre risposto “non sono gli altri negozianti, non è internet (che ha preso ma ha anche dato molto, in termini di visibilità ed opportunità di vendite), sono i concerti.” in quest’ultima settimana ci sono stati almeno quattro eventi metal validi, e la voglia di live, dopo il covid, è tanta.

Una domanda che poniamo a tutte le etichette: raccontaci alcune delusioni e soddisfazioni tra le cose che avete prodotto.

Da anni continuo a ripetermi che dovrei essere più selettivo, ma ogni giorno arriva almeno un ottimo promo , e io davvero non capisco quelle etichette che sul loro sito scrivono “non mandateci materiale”; diamine, l’ascolto di nuova musica è la parte più bella del mio lavoro! Il problema odierno è che spesso ti arrivano album già registrati in maniera professionale, i con una copertina completa, e se il disco ti piace devi decidere se bruciare i tempi correre per pubblicarlo, perché è più complicato tenere a bada le band e la loro frenesia di uscire. In ogni caso, al capitolo delusioni dovrei fare prima di tutto un mea culpa: con i ritmi che stiamo sostenendo, noi etichette non siamo più in grado di promuovere le band come facevamo una volta, dobbiamo fare affidamento sul passaparola o su fenomeni che si generano sul web. Certo, il disco deve essere valido, ma ci sono migliaia di dischi validi che sono rimasti anonimi. Da questo punto di vista le delusioni sono tante, perché sono tanti i dischi che avrebbero meritato più attenzione, e non ho un esempio in particolare (io vorrei citarne uno, “A grief observed” dei Chrome Waves, ndr).

Per quanto riguarda le soddisfazioni, tra le tante cito sempre “Discouraged Ones” dei Katatonia, per quello che ha significato per Avantgarde Music. Spesso mi chiedono cosa provi a non avere più gruppi come Taake, Carpathian Forest, Shining, o Behemoth nel roster, ma è un discorso di lavoro, non è detto che tu debba rimanere impiegato presso la stessa azienda per quarant’anni. Un’etichetta deve essere conscia di cosa può offrire al gruppo e lasciarlo andare quando comprende di non poterne sostenere la gestione; In non porto rancore, anzi, ho un ottimo ricordo di quel periodo, dei dischi che abbiamo prodotto, perché hanno gettato le basi della musica che è venuta in seguito.

Quando si parla di Carpathian Forest e Shining, i dischi che vengono citati sono sempre quelli prodotti da noi, mentre l’urlo più intenso che senti ai concerti dei Katatonia  è per Stalemate, da “Discouraged Ones”; per me quelle rimangono grandi soddisfazioni. Certo, abbiamo prodotto più recentemente ottimi dischi, ma l’errore che facciamo noi “vecchietti” è quello di non tenere conto della percezione diversa che hanno gli attuali ventenni. Da questo punto di vista mi piacerebbe capire se l’ascolto di un nuovo disco dei Behemoth da parte di un ventenne appassionato di metal ha lo stesso effetto che ha avuto per me anni prima un disco come “Zos Kia Cultus”, ad esempio. E’ ovvio, le modalità di ascolto sono cambiate, una volta un disco veniva comprato e letteralmente dissezionato in ascolti ripetuti, la musica a disposizione era infinitamente più limitata, che la si doveva conquistare, calando ogni settimana sui negozi di Milano dalla provincia. Io so ancora a memoria i testi di molti dischi che ho comprato in quel periodo, per farti capire quanto mi ci sono immerso. Oggi i ragazzi pensano di avere un approccio totalizzante all’ascolto, ma temo che non sia così. Quando leggo su Bandcamp commenti tipo “disco dell’anno!” e siamo a febbraio, spesso mi viene da sorridere.

Come dico spesso alle mie band per tenerle un po’ a freno “I fan attuali si entusiasmano facilmente ma quell’entusiasmo spesso è come un cerino”. Poche band sanno resistere negli anni, agli MGLA ad esempio, e comunque per mantenere questa visibilità tutti sono costretti ad una costante presenza sui social. In Avantgarde Music abbiamo avuto gruppi che spedivano per posta il master del loro disco con qualche suggerimento per la copertina e poi letteralmente scomparivano. Oggi il contatto con il pubblico è continuo, e io penso invece sia più sano mantenere un certo distacco tra il musicista ed i fruitori della sua musica. Recentemente ho visto Nergal o Satyr rispondere ad alcuni commenti offensivi su Instagram…davvero, non ne vale la pena e non ne comprendo il motivo.

 Parlaci di un disco che avresti voluto tra le produzioni Avantgarde.

Per rispondere a questa domanda dobbiamo distinguere tra rimpianti e desideri. Nei primi tempi dell’etichetta ci siamo giocati alcune possibilità importanti, tra cui Dark Tranquillity e Dissection. Agli inizi del 2000, prima di proporsi alla Prophecy, gli Alcest ci mandarono il promo di “Souvenir d’un Autre Monde”, e noi superficialmente non li prendemmo in considerazione per dalla copertina. Se invece mi concedi di fantasticare, senza esitazioni ti dico “Host” dei Paradise Lost. Quel disco è testimonianza dell’influenza che gruppi come Depeche Mode e Sister of Mercy hanno avuto su parte della scena, insieme a “Sin/Pecado” dei Moonspeel e  “34.788%…Complete” dei My Dying Bride.

Visto che hai citato i Depeche Mode, quali sono i tuoi ascolti preferiti in ambito non metal? Non credere di scandalizzarmi, in casa ho tutti i vinili dei Pooh.

Beh, loro fanno parte della mia vita perché mia madre li ascoltata a tutto volume a casa, quando ero piccolo. Gruppi non metal ce ne sono sempre stati, io nasco mezzo metallaro e mezzo darkettone, coltivavo una passione per gruppi come Bahaus, Christian Death, Sister of Mercy, Cocteau Twins. Se mi dovessero chiedere di scegliere tra i due generi, non saprei davvero che fare. In realtà quando mi fanno questa domanda tendo a considerare queste band  necessarie a chi ascolta metal, anzi, mi piacerebbe produrre in Avantgarde Music qualcosa di più vicino al dark, come è successo con i Saturn Cross. Il nostro rischio, come etichetta è quello di fossilizzarci, di non sorprendere più l’ascoltatore, e di indurlo ad attendersi da noi esclusivamente una proposta musicale.

Per concludere, quali sono le prossime uscite Avantgarde di cui vorresti parlarci?

Una delle uscite più importanti è sicuramente il nuovo mini album dei Moonlight Sorcery, un gruppo black metal finlandese che recupera molte sonorità anni ’90, tastiere, assoli di chitarra, tutti elementi che il post-BM aveva cancellato e che sono stati riscoperti di recente, come dimostra il successo degli Stormkeep.  In seguito pubblicheremo il quarto album dei Grà, un progetto con Heljarmadr dei Dark Funeral, mentre è in cantiere il nuovo dei Kanonenfieber, che hanno avuto un notevole successo in Germania. 

Infine, abbiamo appena creato una sub-label Death Metal, per caratterizzare meglio queste nostre uscite, si chiama Unorthodox Emanations e per ora conta quattro gruppi al suo interno, tra cui i Ferum.






Sito Web: https://avantgardemusic.bandcamp.com/

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