Ian Hunter – Recensione: Defiance Part 1

Parlare di un nuovo disco di Ian Hunter è parlare di una delle più grandi icone viventi, sia pur di culto, della storia del rock. Gli esordi coi Mott The Hoople, una carriera solista che lo ha visto lavorare con alcuni fra i più grandi musicisti del genere, la collaborazione con artisti del calibro di Bowie… Da anni oramai il vecchio leone inglese ci ha abituati a dischi di eccellente livello che ogni tanto fa uscire, e la gioia di vederlo ancora attivo alla soglia degli 84 anni, a voce intatta ed espressiva come sempre, è veramente grande. Anche perché questo “Defiance Part 1” non è certo il patetico prodotto di un vecchietto stanco, ma a nostro giudizio, si candida prepotentemente ad essere il disco rock’n’roll dell’anno.

Concepito in tempo di pandemia nel suo studio casalingo assieme al collaboratore Andy York, e oltre ai membri della Rant Band, gruppo con cui ha inciso gli ultimi lavori e fatto concerti negli ultimi anni, il lavoro è arricchito da una sorprendente serie di ospiti straordinari fra i quali si era sparsa la voce di un nuovo disco di Ian Hunter, arrivando così ad avere un parco musicisti veramente d’eccezione. A iniziare dalla trascinante title track in apertura, un hard rock’n’roll che vede la partecipazione di Slash e Robert Trujllo, o Ringo Starr che suona la batteria nella splendida “Bed Of Roses” dal sapore Dylaniano, in cui Mike Campbell (chitarrista di Tom Petty) fa un grandissimo lavoro di chitarra. E che dire delle miracolose, inconfondibili parti soliste del compianto genio di Jeff Beck sulla delicata “No Hard Feelings”? I fratelli Deleo e Eric Kretz degli Stone Temple Pilots danno il loro contributo su “Pavlov’s Dog”, un infuocato rock’n’roll che appartiene pienamente alla storia musicale di Hunter.

Todd Rundgren suona la chitarra su “Don’t Tread On Me”, mentre sulla dolente e introspettiva “Guernica” (la città spagnola martoriata dai bombardamenti nazisti durante la guerra di Spagna) sentiamo ancora la chitarra di Campbell e i cori di Joe Elliot in un brano di grande intensità, dal ritornello arioso. “I Hate Hate” è un manifesto del pensiero di Hunter che si traduce in un rock’n’roll dalle tinte roots, in cui è la sua Rant Band ad eseguire tutte le parti. La solida ballad “Angel” è arricchita dal contributo di Brad Withford, Duff McKagan e del compianto Taylor Hawkins, che suona anche sulla successiva “Kiss N’Make Up”, un brano con influssi vagamente southern che vede anche uno splendido assolo di Billy Gibbons. Chiude il disco il rock’n’roll molto british di “This Is What I’M Here For”, sempre con Hawkins ed Elliott a fare gli ospiti.

Attenzione però: “Defiance Part 1” non è una passerella concepita per far sfilare ospiti di lusso. Loro ci sono, certamente, e danno di sicuro un grande contributo, però il disco è al 100% di Ian Hunter, è lui che gli dà l’identità, che lo caratterizza con la sua musica, il suo stile, i suoi testi a volte ironici, a volte riflessivi e in definitiva starebbe in piedi da solo, restando un grandissimo lavoro. Qua c’è tutta la sua storia musicale, da qua si piò chiaramente percepire a quante band ha insegnato l’ABC della sua via al rock’n’roll, al blues, al soul e alle ballads. Alla sua veneranda età Hunter, pur non avendo da dimostrare nulla a nessuno, ha prodotto un disco fresco, godibile, di grande spessore e di una classe che appartiene a pochi eletti.

Finché farà dischi del genere, dimostrerà che i grandi artisti non hanno età e che la creatività non scema col passare degli anni. Ovviamente il “Part 1” del titolo presuppone una “Part 2” che a questo punto attendiamo con ansia. Grazie di tutto, vecchio Ian, e avanti così, che da dire ne hai ancora tantissimo!

Etichetta: Sun Records

Anno: 2023

Tracklist: 01. Defiance 02. Bed Of Roses 03. No Hard Feelings 04. Pavlov’s Dog 05. Don’t Tread On Me 06. Guernica 07. I Hate Hate 08. Angel 09. Kiss N’Make Up 10. This Is What I’M Here For 11. I Hate Hate (Alternate Version)

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