Hypocrisy + Septicflesh + The Agonist + Horizon Ignited: Live Report e Foto della data di Paderno Dugnano

Finalmente dopo anni di attesa per il sottoscritto (e per la precisione: 9 anni e 23 giorni nda) posso assistere nuovamente a un concerto degli Hypocrisy da headliner in Italia. Concerto imperdibile essendo un’amante delle sonorità death metal svedesi, senza contare i supporter di tutto rispetto come The Agonist e Septicflesh, ma procediamo con ordine.

HORIZON IGNITED

Come sempre, per motivi lavorativi non riesco mai a presentarmi in tempo per l’esibizione della band di apertura, in questo caso gli Horizon Ignited. Ma arrivo poco dopo l’inizio dei canadesi The Agonist.

THE AGONIST

Purtroppo la band propone solamente brani dai loro ultimi tre lavori, lasciando nei ricordi gli album di debutto che li hanno resi celebri prima che Alissa si unisse in matrimonio con gli Arch Enemy. Sul palco si muovono bene e sono molto seguiti dal pubblico presente, anche se, a sentire le parole di Vicky poco prima del mio arrivo, hanno dovuto affrontare dei problemini tecnici (che si ripeteranno più volte con le successive band), ma fortunatamente risolti in breve tempo. Io non li seguo più con interesse quanto prima, perché, nonostante le capacità canore di Vicky e Alissa siano pressoché identiche, la proposta nel tempo è variata in modo tale da non farmi trovare la spinta dei primi lavori. L’utilizzo di tanta clean vocal non mi fa impazzire, e nemmeno dal vivo personalmente, anche se come ripeto non metto assolutamente in discussione la tecnica della front-girl, ma si tratta di semplice gusto personale. Quello che di sicuro fa differenza tra le due è l’atteggiamento sul palco, molto meno da prima classe e molto più di chi si gode il momento in modo sincero.

Mentre mi viene timbrato il polso dal personale dello Slaughter Club i The Agonist suonano le prime note di “Resurrection”, procedendo spediti con “Perpetual Notion” e “Orphans”. Il concerto si chiude con altri due brani presi dall’ultimo E.P.: “Immaculate Deception” e la title track “Days Before The World Wept”, salutando un pubblico caldissimo e ringraziando per la pazienza durante i problemi tecnici.

Setlist:

  1. In Vertigo
  2. Blood As My Guide
  3. Remnants In Time
  4. Resurrection
  5. Perpetual Notion
  6. Orphans
  7. Immaculate Deception
  8. Days Before The World Wept

SEPTICFLESH

Cambio palco ed ecco salire i greci Septicflesh, che in passato ho già potuto vedere dal vivo quando ancora non si erano creati la nomea di oggi; sono curioso quindi di osservare l’evoluzione di questa band, molto apprezzata nell’ambiente death metal con declinazione sinfoniche. Aprono le danze con “Portrait Of A Headless Man” richiamando il pubblico pronto per pogare e proseguendo con “Pyramid God”, momento nel quale si ripete il medesimo problema tecnico citato poco prima da Vicky: salta completamente la corrente sul palco. Il silenzio accompagna l’uscita dei Septicflesh dal palco per dare spazio immediatamente ai loro assistenti per sistemare le cose. Tempo due minuti, durante i quali una luce stroboscopica ci ha quasi causato un attacco epilettico, ed eccoli tornare sul palco per proseguire senza più intoppi. Questo episodio purtroppo non sarà l’ultimo della serata, ma ne parleremo più avanti. Nonostante tutto rimangono ligi al dovere e non fanno trasparire del malcontento dai loro visi, suonando carichi come niente fosse canzoni violentissime quali “Hierophant” e “Martyr”. Il tempo perso pocanzi non permette pause o finte uscite di scena, di conseguenza ci sparano una dopo l’altra “Communion”, “A Desert Throne”, “Anubis” e la conclusiva “Dark Art”, che regala l’ultimo pogo per i tantissimi sostenitori italiani dei Septicflesh. Tirando le somme su questa band, posso dire che dal vivo hanno un tiro davvero incredibile e faccio un grosso mea culpa per non essermi mai interessato più del dovuto. Avevo dei grossi dubbi sull’efficacia di questa band in supporto agli Hypocrisy, ma sono contento di essere stato smentito. Ottima performance.

Setlist:

  1. Portrait Of A Dead Man
  2. Pyramid God
  3. Neuromancer
  4. The Vampire From Nazareth
  5. Hierophant
  6. Martyr
  7. Communion
  8. A Desert Throne
  9. Anubis
  10. Dark Art

HYPOCRISY

Siamo finalmente giunti al momento tanto atteso, con uno Slaughter Club davvero stra-pieno di gente come mai mi era capitato fino ad oggi. Ci aspetterà un’ora e mezza intensissima e suonata a mille con suoni davvero ottimi e una bellissima scenografia nonostante le dimensioni non mastodontiche del palco di Paderno Dugnano.

Gli Hypocrisy salgono sul palco accompagnati da un’ovazione generale, si forma immediatamente la zona per darsele di santa ragione e Peter comincia con l’ultimo disco e la canzone omonima “Worship”. Continuano con “Fire In The Sky”, ma ecco che nuovamente salta la corrente proprio nei momenti finali della canzone. Ma gli Hypocrisy non si fermano e concludono il brano senza amplificazione; possiamo dire di averli visti anche in versione unplugged? Cosa più unica che rara. Certo è che una figura rodata come Tägtgren non ha peli sulla lingua e un paio di stoccate allo Slaughter le dice senza tanti fronzoli dal microfono. Giusto o sbagliato che sia, una serata no doveva pur accadere, ma è una vera sfiga che sia dovuta succedere proprio in una giornata così importante. Mentre la crew cerca di sistemare l’ennesimo guasto in tempi record, il pubblico non esita un secondo a intonare cori da stadio per gli Hypocrisy, che rispondono subito che fin quando ci sarà anche solo una persona sotto palco ad aspettare loro suoneranno. Detto, fatto! Una volta risolto si può continuare con “Mind Corruption” ed “Eraser”, tornando all’atmosfera da concerto che tutti volevamo fin da inizio serata. Nonostante un nuovo album all’attivo e il relativo tour in supporto alla fine della serata, gli Hypocrisy suoneranno un totale di 17 pezzi prendendo un brano praticamente da ciascun album, segno che sono molto legati a tutto il percorso intrapreso in questi anni, senza dimenticare nulla. Diciamo che alla fine è stato un tour del best-of con qualche nuovo brano, mica male! “Until The End”, “Weed Out The Weak”, “War Path” e “The Final Chapter” sono alcuni dei brani suonati prima dell’encore break. Il tutto accompagnato dalla solita rabbia che contraddistingue Peter sul palco e che non si è placata dall’ultima volta che li vidi dal vivo.

Una piccola pausa di pochissimi minuti, ed eccoli che tornano per concludere questa difficile ma non godibile serata milanese: “Fractured Millennium”, “Impotent God”, “Adjusting The Sun” e l’immancabile finale “Roswell 47” salutano tutti noi estasiati dal concerto appena assistito.

Gli Hypocrisy non hanno bisogno di tante altre parole, se non siete stati a Milano o a Roma vi siete persi una serata devastante.

Setlist:

  1. Worship
  2. Fire In The Sky
  3. Mind Corruption
  4. Eraser
  5. Inferior Devoties
  6. Chemical Whore
  7. Until The End
  8. Don’t Judge Me
  9. End Of Disclosure
  10. Weed Out The Weak
  11. Children Of The Gray
  12. War-Path
  13. The Final Chapter
  14. Fractured Millennium
  15. Impotent God
  16. Adjusting The Sun
  17. Roswell 47
Etichetta: Nuclear Blast Records

Anno: 2022


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