Rage – Recensione: Ghosts

“Ghosts” è senza dubbio l’album più controverso dell’intera discografia dei Rage. Uscito due anni dopo l’acclamato “XIII”, segna il definitivo approdo della band capitanata da Peavy Wagner al metal sinfonico a tutto tondo. La collaborazione con la Lingua Mortis Orchestra e l’avvento di Victor Smolsky alle chitarre (qui in coppia con Spiros Efthimiadis) ha influenzato, e non poco, il songwriting della band tedesca, che compone un disco molto soft, rispetto alle palle di cannone del passato. I Rage non erano ancora riusciti a trovare la perfetta via di mezzo tra la rabbia ritmica degli esordi e la raffinatezza delle orchestrazioni come nei successivi “Unity” e “Soundcheaser”, ma “Ghosts”, se analizzato dalla giusta prospettiva, può essere comunque un disco apprezzabile. L’opener “Beginning Of The End” e la title track avvicinano paurosamente i nostri ai Savatage di Jon Oliva, per l’utilizzo dei pianoforti e la solennità degli interventi di archi, mentre il lavoro delle chitarre è lasciato un po’ in disparte, se non in pochi momenti (la speed “Fear”). “Ghosts” è un album intimista, passionale, profondo, atipico per i Rage, ma non tanto da essere snobbato, perché si tratta pur sempre di heavy metal di classe. La qualità c’è tutta e la voce sgraziata da Peavy si trova a suo agio, anche nei passaggi più delicati (“Vanished In Haze”), nel contesto delle orchestrazioni. Da riscoprire.

Voto recensore
7
Etichetta: G.U.N.

Anno: 1999

Tracklist: 01. Beginning Of The End
02. Back In Time
03. Ghosts
04. Wash My Sins Again
05. Fear
06. Love And Fear Unite
07. Vanished In Haze
08. Spiritual Awakening
09. Love After Death
10. More Than A Lifetime
11. Tomorrow’s Yesterday

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