La pacatezza ed eleganza con le quali i Gazpacho hanno sempre trattato la materia musicale ha generato nella loro carriera discografica momenti estremamente godibili ma altrettanti (se non di più) noiosi al limite del soporifero… Vediamo di che pasta è fatto questo “Soyuz”...
La dissonanza creata dagli strambi accordi di tastiera rende interessante l’opener “Soyuz One” sempre all’insegna di un prog art rock alternativo, un pezzo molto organico e solenne (anche per il tema trattato, inerente la morte in missione spaziale del colonnello Komarov); “Hypomania” rimanda ai Muse più tranquilli nonostante la musa ispiratrice primaria rimangano i Marillion dell’era Hogarth.
Per rispondere al quesito che ci siamo posti qui sopra, purtroppo il nuovo album segue le orme non positive (per me) di “Molok” e “Demon” che accanto alla solita malinconia pop non aggiungevano una componente emotiva degna di nota; a parte qualche arrangiamento ben studiato (“Emperor Bespoke” che è ispirata da Hans Christian Andersen) manca il senso di coinvolgimento, con una chitarra praticamente assente e un’eccessiva dilatazione delle atmosfere.
Bella invece la copertina, con la stilizzazione del veicolo spaziale generato dalla scritta in cirillico che obiettivamente riesce ad attirare un potenziale cliente. I Gazpacho rimangono fedeli a sé stessi purtroppo per il sottoscritto però il contenuto musicale non ce la fa ad equiparare quello lirico (spesso permeato di tragicità, come se le canzoni fossero piccoli sketch dei momenti antecedenti alla morte) e di packaging ma spero che dal vivo prossimamente possano farmi cambiare idea.
Voto recensore 6 |
Etichetta: Kscope Anno: 2018 Tracklist: 01. Soyuz One 02. Hypomania 03. Exit Suite 04. Emperor Bespoke 05. Sky Burial 06. Fleeting Things 07. Soyuz Out 08. Rappaccini Sito Web: http://gazpachoworld.com/ |