Il giudizio sull’album “Call of the North” dei lombardi Frozen Crown si potrebbe dividere in due scuole di pensiero: la prima tiene conto della storia del power metal, la seconda ignora ogni possibile confronto con altri lavori del genere. Tuttavia, la valutazione migliore credo risieda in una posizione intermedia, poiché, sebbene sia vero che questo sia un genere cristallizzato nel tempo, forse un tocco di personalità in più non avrebbe guastato.
In ogni caso, va detto che l’album in questione è senza dubbio piacevole e scorre veloce, senza presentare grandi punti deboli. Inoltre, il livello tecnico è impeccabile, anche se manca quella scintilla in grado di distinguere questo disco da altre uscite di pari livello.
Un esempio concreto è rappresentato dalla title track, uno dei pezzi più riusciti dell’intero disco. I Frozen Crown dimostrano un’abilità estrema nei cambi di velocità mantenendo una completa coerenza , tuttavia, per fare un confronto, la prima volta che ho ascoltato “Heading Northe“, mi è venuto in mente il brano omonimo degli Stormwarrior, giusto per non scomodare mostri troppo sacri, e non sono riuscita a togliermela dalla testa per settimane. “Call Of The North“, invece, pur essendo più che apprezzabile, scivola via troppo velocemente.
Come già detto la media dei pezzi è alta e tra quelli di maggior impatto, spicca “In A Moment“. Questa canzone ha un piglio aggressivo che contrasta con la precedente “Victorious“, che invece risulta lenta e solo parzialmente riuscita. e fa venire improvvisamente la voglia di concerti estivi..
Altro pezzo decisamente notevole è “Until The End“, dove Giada Etro dimostra di essere particolarmente ispirata, non tanto dal punto di vista tecnico – in cui è impeccabile in tutto l’album – quanto dal punto di vista interpretativo, dove risulta assolutamente coinvolgente.
Infine, il brano di chiusura “Far Away” rappresenta una bella prova di bravura nel mantenere l’attenzione per tutti i suoi sette minuti, senza perdersi in manierismi ma rimanendo divertente e coinvolgente.
In definitiva, l’album “Call Of The North” è più che buono. Tuttavia, per una band con queste capacità e giunta al quarto album, ci si sarebbe aspettato un passo in avanti verso la creazione di un marchio più personale. Insomma, i Frozen Crown sono bravi, ma potrebbero fare molto di più.
