Frontiers Rock Festival III: tutte le band e le esibizioni che vedremo

Anche per quest’anno ci siamo, mancano ormai pochi giorni alla terza edizione del Frontiers Rock Festival, che come ormai è tradizione si terrà al Live Club di Trezzo sull’Adda il 23 e 24 aprile in un’ambientazione che, non ne dubitiamo, sarà migliorata rispetto alla situazione già ottimale dei due anni precedenti e metterà il pubblico poliglotta di fronte a un repertorio delle migliori band dell’etichetta. Ci aspettiamo quindi di vedere una parata di amanti del rock melodico provenienti un po’ da tutta Europa (l’etichetta sta chiedendo da giorni, tramite Facebook, chi verrà al festival da Paesi come Grecia, Francia, Germania e Svizzera, e a quanto pare le risposte ci sono) e, soprattutto, una parata di band di tutto rispetto. Il cartellone di quest’anno propone un’alternanza di band che conosciamo bene e di cui abbiamo sentito parlare molto negli ultimi mesi, per un motivo o per un altro, e di nomi che invece sono semi sconosciuti ai più. Andiamo quindi a conoscere un po’ più nel dettaglio i gruppi che parteciperanno al festival, ripercorrendone velocemente la storia recente e cercando di fare il punto su cosa possiamo aspettarci dalle varie esibizioni.


SABATO 23 APRILE

NO HOT ASHES (15:00 – 15:35)

no hot ashesLA BAND

I No Hot Ashes si formano ad inizio anni ’80 a Belfast. Una delle classiche storie del rock: un gruppo di amici capitanati da Dave Irvine (chitarra) e Paul Boyd (basso) con grandi speranze, un pugno di canzoni e la voglia di sfondare. Poi come sappiamo, le cose non vanno sempre per il verso giusto e i No Hot Ashes registrano il loro album di debutto nel 1988 che non vedrà mai la luce del sole. Due anni dopo, la band si disintegra, ormai scoraggiati da un ambiente arido e dai continui problemi legati all’attività della band. Oggi definiamo band come queste, cult band. E loro lo sono. 33 anni dopo la formazione della band però il debutto della band finalmente verrà pubblicato, ovviamente da Frontiers. La band si è riunita nel settembre 2013 e da allora è tornata in grande attività.

COSA SUCCEDERA’

La band avrà l’arduo compito di aprire il festival, sabato alle ore 15:00. Un po’ anomalo vedere in apertura una band nata più di 30 anni fa, ma che farà felici i super appassionati di rock classico. Forse non uno dei nomi di punta del festival ma una chicca interessante che potrebbe riservare delle sorprese. 35 minuti per accendere la miccia del festival (Tommaso Dainese).


SHIRAZ LANE (15:50 – 16:35)

LA BANDShiraz Lane

Sono tra le nuove promesse di casa Frontiers. Giovanissima band finlandese, è arrivata al debutto ufficiale pochi giorni fa con “For Crying Out Loud”, primo full length che segue l’EP “Be The Slave Or Be The Change” del 2015. La prima formazione degli Shiraz Lane nasce nel 2011 ma è solo 4 anni dopo che trova una forma compiuta; nonostante la discografia per il momento risicata, la band si è fatta le ossa nell’underground finlandese, con importanti partecipazioni nei principali festival rock e metal tra cui Wacken (vincitori della Finland Metal Battle nel 2015). Hard rock ruffiano, che unisce le classiche influenze losangeline 80’s all’impronta scandinava, impreziosito dall’ugola di di Hannes Kett che a tratti sembra rimarcare quella di Kim Hooker (Tigertailz)

COSA SUCCEDERA’

Se non andiamo errati, per gli Shiraz Lane sabato 23 aprile sarà il debutto in terra italiana. Si esibiranno come seconda band in cartellone, speriamo di fronte a un pubblico già consistente. La proposta diretta e accattivante della band sicuramente farà faville dal vivo. Sarà una buona occasione per sentire qualcosa di fresco e coinvolgente (Tommaso Dainese).


FIND ME (16:50 – 17:40)

Find Me - Dark Angel - 2015LA BAND

Sono uno dei tanti progetti Made in Frontiers che nascono da un’idea di partenza di Serafino Perugino, ma non per questo i Find Me non godono di una loro dignità di band. La collaborazione tra un singer di spessore come Robbie LaBlanc e un musicista/produttore/compositore come Daniel Flores ha portato alla realizzazione di due dischi di classe (e come potrebbe essere altrimenti, visto il prestigio di chi ha contribuito) da cui i nostri avranno sicuramente modo di pescare il meglio.

COSA SUCCEDERA’

Di certo la curiosità di vedere una formazione tanto interessante al debutto sul palco non è poca. Vista la qualità artistica non ci sono dubbi sulla resa finale, ma una prima volta è pur sempre qualcosa che si porta dietro un bagaglio di emozioni particolari e qualche rischio. Per gli amanti del melodic rock è un’altra delle chicche che l’edizione di quest’anno propone (Riccardo Manazza)


THE TREATMENT (18:00 – 19:00)

LA BANDThe Treatment 2015

Giovani dal punto di vista anagrafico, i britannici The Treatment hanno però già un carnet da fare invidia a molte altre band con una storia più lunga alle spalle. Nati nel 2008 e con appena un album pubblicato, il più che valido ‘This Might Hurt’, i Treatment si sono esibiti di spalla a Alice Cooper, Motley Crue, Steel Panther e Thin Lizzy. Il 2016 ha portato loro un altro album, il terzo della discografia, intitolato “Generation Me” e legato al tema della perdita di identità a causa dell’avvento della tecnologia e dei social media. Il loro è un hard rock dinamico e pressante, che invita ad alzarsi dalla sedia, spegnere il computer e tornare a pensare con la propria testa.

COSA SUCCEDERA’

Per chi li ha già visti dal vivo in uno dei loro precedenti passaggi, non dovrebbero esserci grosse sorprese. I The Treatment non amano le ballad e preferiscono brani veloci con cori facili da memorizzare, che trovano la loro espressione migliore in sede live. La novità principale sarà la presenza di due nuovi membri nel gruppo, uno dei quali è il cantante, un banco di prova sempre interessante per le band hard rock. (Anna Minguzzi).


DRIVE, SHE SAID (19:20 – 20:20)

Drive She SaidLA BAND

Sotto questo nome all’apparenza sconosciuto si cela un musicista di grandissima esperienza e personalità come il tastierista Mark Mangold, che nella sua carriera ha lavorato con moltissimi artisti e gruppi della scena melodic rock, come i Touch e Michael Bolton. L’altra mente del gruppo è il cantante Al Fritsch, con cui Mangold ha ripescato i Drive, She Said dalla naftalina e ha pubblicato un nuovo album pochissimi giorni fa.

COSA SUCCEDERA’

L’idea di base è che Mangold e Fritsch, visto non solo il buon disco pubblicato di recente, ma anche e soprattutto i molti lavori che possono vantare nella loro carriera, portino in scena uno show multiforme, incentrato sul passato e sul presente. Sarebbe quindi naturale aspettarsi qualche vecchio pezzo dei Touch, tanto per cominciare; ad ogni modo, vista la caratura dei personaggi, è probabile che questa performance segni l’inizio dei concerti di “livello superiore”, almeno per la giornata di sabato (Anna Minguzzi).


TREAT (20:45 – 22:00)

TreatLA BAND

Vengono dalla Svezia e festeggiano i 35 anni di attività: una carriera in cui il successo commerciale non è stato, purtroppo, proporzionale alla loro capacità di scrivere grandi canzoni all’incrocio tra melodic rock e AOR. In particolare la presenza nella line up odierna di Anders Wikstrom, chitarrista e compositore, e del frontman Robert Ernlund – entrambi presenti negli esordi della band – sono garanzia di continuità e qualità.

COSA SUCCEDERA’

Il Frontiers Rock Festival e l’ottima posizione nel billing sono una ghiotta occasione per i Treat di avere un pubblico attento e di intenditori, che di sicuro apprezzerà una scaletta che può contare su brani efficaci e diretti dall’impatto immediato. L’ultimo, “Ghost Of Graceland“, è assolutamente all’altezza del passato e c’è quindi grossa attesa per sentire dal vivo i nuovi pezzi e per avere la conferma dell’ottimo stato di forma già testimoniato nell’esibizione live al Sottotetto di Bologna ormai qualche anno fa (Giovanni Barbo).


LAST IN LINE (22:30 – 24:00)

Last In LineLA BAND

Nati come progetto parallelo di Vivian Campbell per rinverdire il proprio passato con Ronnie James Dio e la sua band, i Last In Line sono esattamente questo: un compendio della musica di quegli anni, ovvero hard rock classico, potente e melodico. Il tutto è interpretato dai protagonisti dell’epoca Campbell, Vinny Appice e Jimmy Bain, cui si aggiunge il cantante Andrew Freeman, capace di prendere con personalità il posto che fu di sua maestà RJ – e non a caso il titolo dell’unico album dei Last In Line è significativamente “Heavy Crown“. Purtroppo la scomparsa di Jimmy Bain rende incerto il futuro di un progetto di grande sostanza.

COSA SUCCEDERA’

Per i motivi di cui sopra, si preannuncia una performance molto emozionante e unica. A Phil Soussan – una lunga carriera che lo ha visto affiancare anche Ozzy Osbourne, Billy Idol e Steve Lukather – spetta l’arduo compito di sostituire Bain, ma l’esperienza, la professionalità e la classe dei suoi compagni di strada non fanno dubitare del grande impatto che avrà una musica nata per essere suonata dal vivo. A ciò si aggiunge il repertorio su cui possono contare Campbell e Appice, che sono stati protagonisti di un’epoca fondamentale di cui sicuramente porteranno qualche chicca sul palco (Giovanni Barbo).


 DOMENICA 24 APRILE

BLOOD RED SAINTS (15:00 – 15:35)

LA BANDBLOOD RED SAINTS

Band di formazione recente (sono nati nel 2014), i Blood Red Saints hanno una formazione a cinque e propongono un rock melodico con l’ausilio delle tastiere che in certi momenti ricorda quello degli Harem Scarem e in altri quello dei Foreigner. Il loro disco di debutto si intitola “Speedway” e ha sicuramente degli spunti di interesse, soprattutto nelle power ballad e nei mid tempo, e merita un ascolto.

COSA SUCCEDERA’

Poco conosciuti se non dagli appassionati e con un solo disco all’attivo, i Blood Red Saints avranno il compito di riscaldare i motori all’inizio della seconda giornata. C’è in effetti il rischio che la band possa passare inosservata dati i nomi in cartellone più tardi nella stessa giornata, ma chissà che il loro rock grintoso, in linea con le migliori uscite del genere nella tradizione britannica, non riesca a suscitare il meritato interesse (Anna Minguzzi)


INGLORIOUS (15:50 – 16:35)

Inglorious Rome 2016LA BAND

Difficilmente negli ultimi anni abbiamo assistito a un debutto col botto come quello degli Inglorious. Certamente la presenza alla voce di Nathan James, che in passato ha lavorato con la Trans-Siberian Orchestra e Uli Jon Roth, è un valore aggiunto, ma anche in sede compositiva gli Inglorious hanno già dimostrato di avere buone capacità e l’abilità di destreggiarsi sia su brani veloci che su pezzi brevi.

COSA SUCCEDERA’

Il fatto di avere registrato un debut album così valido è, in un certo senso, anche una grossa responsabilità. Gli Inglorious non sono nuovi alle nostre terre dato che hanno aperto per i The Winery Dogs un paio di mesi fa; il grosso punto di interesse sarà proprio capire se quello che abbiamo sentito su disco corrisponderà a quello che la band saprà fare sul palco. In una posizione ancora bassa in scaletta, il loro potenziale è tale che potrebbero diventare la sorpresa della giornata. Staremo a vedere (Anna Minguzzi).


TERRY BROCK (16:50 – 17:40)

LA BANDterry brock

Terry Brock è una delle voci del melodic rock. Conosciuto soprattutto per essere il cantante degli Strangeways, ha anche collaborato con Giant, Slamer, Phantom’s Opera, The Sign e Kansas. Brock ha pubblicato anche due album solista, nel 2010 “Diamond Blue” e 9 anni prima “Back To Eden“.

COSA SUCCEDERA’

Sarà con tutta probabilità un best-of show. L’ultima release di Brock risale al 2010 con Diamond Blue, medesimo anno in cui è uscito “Promised Land” dei Giant a cui ha prestato la sua voce. Sentiremo probabilmente molti brani della discografia degli Strangeways, band madre del cantante. Brock si esibirà anche al venerdì, durante l’acoustic warm up show, insieme ai Drive, She Said (Tommaso Dainese).


THE DEFIANTS (18:00 – 19:00)

The Defiants 2016 BandLA BAND

Paul Laine Vs. Ted Poley. Le due voci storiche dei Danger Danger. Se nel 2015 era salito sul palco Poley, quest’anno sarà l’occasione per rivedere in azione Laine. I The Defiants nascono dall’unione di tre membri, attuali e passati, dei Danger Danger: il già citato Paul Laine (voce tra il 1993 e il 2004), Bruno Ravel (storico membro dal 1987 ad oggi) e Rob Marcello (chitarrista dal 2003 ad oggi). Una nuova formazione per riportare in vita l’anima dell’arena rock. Il debutto omonimo è disponibile da poche settimane e dimostra come la vena creativa dei 3 non si sia ancora sopita.

COSA SUCCEDERA’

Sebbene i tre siano personaggi noti e navigati, questa nuova formazione è quasi inedita dal vivo. Line e Marcello infatti si sono incrociati per poco nei Danger Danger. Con un disco del genere e un repertorio storico clamoroso, siamo sicuri che il divertimento sarà assicurato. La setlist spazierà tra la carriera solista di Laine, alcune hit dei Danger Danger e ovviamente alcuni estratti dal nuovo album. 60 minuti a disposizione per ridare lustro all’arena rock che tanto rimpiangiamo (Tommaso Dainese).


GRAHAM BONNET BAND (19:20 – 20:30)

LA BANDGraham Bonnet

Rainbow, Michael Schenker Group, Alcatrazz, Impellitteri, Forcefield. Serve altro? Graham Bonnet non ha decisamente bisogno di introduzioni. Ha prestato la sua voce ad alcuni dei gruppi seminali del rock, affiancando cinque dei migliori chitarristi sul pianeta Terra: Blackmore, Schenker, Malmsteen, Impellitteri, Vai. In parallelo il cantante britannico ha messo a segno una sequela di album solisti, il primo del 1977 omonimo fino a “The Day I Went Mad” del 1999. Ora Bonnet riparte dalla Graham Bonnet Band, una nuova formazione con cui ha già pubblicato un EP uscito nel 2015 (“My Kingdom Come”); il prossimo passo sarà un full length (annunciato per Frontiers), a cui si affianca un altro studio album registrato con Dario Mollo e che vedrà la luce nel 2016.

COSA SUCCEDERA’

La Graham Bonnet Band registrerà un nuovo live album proprio al Frontiers Rock Festival III che verrà pubblicato in formato CD/DVD. Troveremo Mark Zonder dietro le pelli, insieme a Conrado Pesinato alla chitarra e Beth-Ami Heaventsone al basso. La setlist sarà composta dai classici di Rainbow (ovviamente con “Since You’ve Been Gone”), MSG, Alcatrazz e Impellitteri, insieme ad alcuni estratti dalla carriera solista di Bonnet. 70 minuti di fantastico rock classico per entrare nella discografia del mitico cantante (Tommaso Dainese).


TRIXTER (20:50 – 22:05)

trixterLA BAND

I Trixter sono una delle tante band prima miracolate e poi abbandonate dal colosso Mtv. I loro singoli trasmessi a rotazione li hanno portati infatti ad avere grande visibilità ad inizio novanta, ma il loro successo rimane troppo effimero e non regge all’impatto deflagrante del grunge. A dimostrazione però che dietro alla band c’era comunque una solida base di passione per la musica i Trixter sono tornati in carica da qualche anno con dischi di buon valore e tanta voglia di proseguire il discorso intrapreso in quegli anni.

COSA SUCCEDERA’

Ce li aspettiamo come una delle band in grado di farci divertire sul serio. Il loro spirito scanzonato non è infatti andato perso con il tempo e il loro stile ben si adatta ad apparire ad un festival nel ruolo di spalla di lusso dell’headliner. Cantare insieme a loro canzoni come “One In a Million” o “Give It To Me Good” ci farà tornare tutti più giovani, ma occhio anche ai brani più recenti, che di certo non sfigurano per intensità e immediatezza (Riccardo Manazza).


TALISMAN (22:30 – 24:00)

LA BAND

Per chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la musica hard rock degli ultimi 25 anni i Talisman non hannotalisman certo bisogno di presentazioni. Tantissimi i dischi prodotti a partire dal debutto omonimo del 1990, e nessuno che possa essere definito meno che ottimo. A far specie e semmai vedere la band sopra ad un palco nonostante la mancanza di quello che è stato l’anima della band, ovvero il compianto Marcel Jacob. Di fatto è ormai assodato che da quando è venuto a mancare lo stesso Jacob i Talisman non esistono più, ma nello spirito di quello che è un tributo alla statura artistica del nostro Jeff Scott Soto e gli altri hanno comunque mantenuto in vita il nome con nuove ristampe e l’apparizione live allo sweden rock festival del 2014.

COSA SUCCEDERA’

Proprio con queste premesse è chiaro che ciò che vedremo sul palco del Frontiers Rock festival sarà uno show molto speciale ed emozionante. Con alle spalle forse per l’ultima volta il nome Talisman, siamo sicuri che tutti vorranno dare il massimo e con la grande quantità di classici che si possono permettere di sfornare non abbiamo dubbi che lo spettacolo sarà di quelli da ricordare. Se non sarà questo l’apice dell’intero Festival ne saremmo molto stupiti (Riccardo Manazza).


Come di consueto non poteva mancare la nostra playlist su Spotify, dedicata al festival con più di 10 ore di musica con tutto il meglio di band e artisti che si esibiranno al Frontiers Rock Festival III, 23 e 24 aprile al Live Club di Trezzo.

anna.minguzzi

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E' mancina e proviene da una famiglia a maggioranza di mancini. Ha scritto le sue prime recensioni a dodici anni durante un interminabile viaggio in treno e da allora non ha quasi mai smesso. Quando non scrive o non fa fotografie legge, va al cinema, canta, va in bicicletta, guarda telefilm, mangia Pringles, beve the e di tanto in tanto dorme. Adora i Dream Theater, anche se a volte ne parla male.

tommaso.dainese

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Folgorato in tenera età dall'artwork di "Painkiller", non si è più ripreso. Un caso irrecuperabile. Indeciso se voler rivivere i leopardi anni '80 sul Sunset o se tornare indietro nel tempo ai primi anni '90 norvegesi e andare a bere un Amaro Lucano con Dead e Euronymous. Quali siano i suoi gusti musicali non è ben chiaro a nessuno, neppure a lui. Dirige la truppa di Metallus.it verso l'inevitabile gloria.

riccardo.manazza

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Incapace di vivere lontano dalla musica per più di qualche ora è il “vecchio” della compagnia. In redazione fin dal 2000 ha passato più o meno tutta la sua vita ad ascoltare metal, cominciando negli anni ottanta e scoprendo solo di recente di essere tanto fuori moda da essere definito old school. Il commento più comune alle sue idee musicali è “sei il solito metallaro del cxxxo”, ma d'altronde quando si nasce in piena notte durante una tempesta di fulmini, il destino appare segnato sin dai primi minuti di vita. Tra i quesiti esistenziali che lo affliggono i più comuni sono il chiedersi il perché le band che non sanno scrivere canzoni si ostinino ad autodefinirsi prog o avant-qualcosa, e il come sia possibile che non sia ancora stato creato un culto ufficiale dei Mercyful Fate.

giovanni.barbo

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Appassionato di cinema americano indipendente e narrativa americana postmoderna, tra un film dei fratelli Coen e un libro di D.F.Wallace ama perdersi nelle melodie zuccherose di AOR, pomp rock, WestCoast e dintorni. Con qualche gustosa divagazione.

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