L’occasione dell’uscita di “Master Of Light” è ghiotta per una chiacchierata con Chris Bay, chitarrista, cantante e compositore principale dei tedeschi Freedom Call, la power metal band più “happy metal” di sempre, che ha fatto di questo atteggiamento positivo il proprio trademark ormai riconosciuto ovunque.
Prima di tutto ti chiederei se ti va di presentarci il personaggio che compare sulla copertina del nuovo album… immagino sia lui stesso il “Master Of Light” giusto? Puoi raccontarci di più?
Si, assolutamente, lui è il nostro “master”. Sai, in questo periodo, appena uscito l’album, i fan stanno discutendo proprio di questo… alcuni sostengono sia orribile, altri lo apprezzano. Per quanto ci riguarda è il nostro “signore della luce” per come noi ci vediamo in lui perché non è perfetto, non è meraviglioso, non è una sorta di “holy master of majestic bla bla bla”… no, è un personaggio non perfetto, con lati positivi ed altri negativi e ci rappresenta in pieno. Sembra una persona normale… è la rappresentazione del personaggio del master con cui ci agganciamo al nostro precedente album “Beyond”.
Intuisco quel che vuoi dire in parte perché ho notato che ad esempio sul vostro profilo face book ufficiale è in atto una discussione molto accesa sulla copertina del nuovo album. Noto che non tutti i vostri fan infatti apprezzano molto il nuovo artwork…
Si, del resto, come dicevo… il nostro intento era rappresentare questo personaggio come non perfetto e che potesse in un certo senso rappresentarci.
In questo album, rispetto anche ai lavori precedenti, sono presenti più inni ed anthem rispetto al solito; sei d’accordo? Per esempio c’è una canzone come “Rock The Nation” che sembra perfetta per essere eseguita in uno stadio…
Eh, ottima idea, non ci dispiacerebbe davvero suonare in uno stadio, ahahah! In ogni caso quando ho iniziato a comporre materiale per il nuovo album non avevo programmato in particolare di scrivere ad esempio una song “da stadio”; si è trattato di un lavoro dinamico che ha coinvolto tutta la band e in questo senso la crescita del nuovo materiale è avvenuta in modo molto spontaneo anche perché i brani sono nati praticamente mentre eravamo in giro per il mondo; li abbiamo scritti mentre eravamo costantemente in tour. Questa situazione forse può aver indirettamente provocato quello che hai suggerito perché mentre si componeva l’intento era di realizzare canzoni per il nostro pubblico. Il nostro intento è stato questa volta quello di creare canzoni che mettessero in contatto le persone, che fungessero da collante per il pubblico… forse anche per questo abbiamo creato parecchi pezzi orecchiabili e immediati.
Un altro pezzo in questo ambito è sicuramente “Metal is for Everyone”, il vostro primo singolo; sia la canzone che il video ad essa ispirato sono colmi di messaggi positivi e sicuramente dal vostro punto di vista il metal è “per tutti” e non “contro qualcuno”; potremmo quindi affermare che non la pensate ad esempio come i Manowar che nella loro song “Metal Warriors” affermano: “If you’re not into metal you are not my friend”.
Ahahah! I Manowar hanno un loro stile ben preciso e scrivono i testi con un intento preciso e non a caso. Per quanto ci riguarda noi da questo punto di vista non ci prendiamo esageramente sul serio… di certo non vogliamo obbligare nessuno ad ascoltare musica metal. In ogni caso a parte quest’uscita divertente c’è forse anche qualcosa di più profondo come messaggio in questa nostra canzone. Pensa se ci fosse davvero qualcosa, un linguaggio, un interesse che possa unire tutte le persone e portare pace e felicità per ciascuno. Quindi se le persone che ci ascoltano troveranno un loro piccolo momento di pace e felicità penso sia importante per noi.
Per quanto riguarda la composizione come vi siete divisi il lavoro che, a quanto pare, avete svolto mentre eravate in tour?
La maggior parte delle canzoni le ho composte io ma questa volta ho lavorato a stretto contatto con gli altri membri della band; ad esempio il nostro drummer Rami è davvero in gamba nello scrivere testi per le canzoni; sa trovare le parole giuste o a costruire le strofe in modo da proporre il messaggio voluto. Lui ha già lavorato egregiamente con me per i testi di “Beyond” ed ora abbiamo continuato anche in “Master Of Light”.
Questo per quanto riguarda i testi; la musica dei brani invece l’ho composta io tranne tre pezzi che sono stati scritti dal nostro secondo chitarrista Lars (ndr, Rettkowitz), ossia “Kings Rise And Fall”, “Hail To Legend” e “Riders Of The Sky”.
Devo dire che questi tre pezzi sono fra quelli che apprezzo di più dell’album ed infatti volevo chiederti qualcosa per ognuno di essi. Ad esempio di cosa parla “Kings Rise And Fall”?
Beh… parla di re e regine che arrivano al potere e poi cascano ahaha… no, in realtà il messaggio principale dell’album è che abbiamo bisogno di un “master” che si prenda cura di ciò che l’umanità sta facendo. Si tratta del seguito del concept di “Beyond” e rappresenta la nostra filosofia di vita, il nostro approccio positivo alla vita: credi in te stesso e nelle cose belle della vita. La storia del “signore della luce” racconta del fatto che l’umanità non era in grado di prendersi cura di se stessa e quindi era arrivato il momento dell’arrivo del personaggio del “master”, affinchè si prendesse cura delle persone, per far loro vivere al meglio anche in futuro. Il messaggio dell’album è che l’umanità necessita di un leader che la guidi ma che sia prudente e premuroso e non magari un pagliaccio o un dittatore. Questa è l’idea alla base del “master of light”. Ovviamente in questo non c’è nessuna connessione con la recente elezione di Trump negli USA ahahah.
Quindi anche i testi di “Hail To Legend” e “Riders Of The Sky” sono strettamente connessi a questo messaggio di fondo o raccontano qualcosa in più o di diverso?
Si, sono strettamente connessi; nel caso di “Hail…” potremmo aggiungere che magari il “signore” non sarà una persona ma saranno delle ”forze o delle leggende” che opereranno con lo stesso fine e quindi non dobbiamo smettere di sperare che questo accada e soprattutto in tempi cupi come quelli odierni.
Per quanto riguarda il suono per il nuovo “Master of Light” hai lavorato ancora a stretto contatto con Stephan Ernst, esattamente come è capitato per “Beyond” e “Land Of The Crimson Dawn”; a mio avviso infatti i tre album hanno una produzione simile; sei d’accordo?
Per quanto mi riguarda ritengo che per una band sia importante che il suono dell’album la rappresenti in pieno, che non sia qualcosa di sintetico o artificiale. Preferisco che i nostri album ci rappresentino per come noi siamo anche dal vivo. Oggi con la tecnologia digitale in studio puoi davvero far tutto o quasi. Se volessi far suonare un nostro album con lo stile degli Abba potremmo farlo ma il nostro intento è presentare al meglio la nostra musica. Noi non usiamo la drum machine ed aggiungiamo pochi effetti; l’intento è proporre quello che possiamo fare anche dal vivo quindi il suono è fatto dai musicisti e dalle canzoni.
Visto che hai accennato al fatto che con la tecnologia oggi puoi far suonare una canzone come vuoi cosa mi dici dei pezzi bonus track usciti su “Ages Of Light” e “Beyond” come “Mr Evil” in versione reggae o “Rockin’ Radio” in stile killerbilly? Quanto vi siete divertiti a realizzare quelle versioni “particolari” dei vostri stessi brani?
Penso che sia stato uno dei momenti migliori della nostra carriera. E’ stato davvero divertente risuonare i nostri pezzi in questo modo non serioso. La nostra label non ci obbliga a comporre in un certo modo, abbiamo la libertà ad esempio di realizzare brani come questi.
Avete anche suonato dal vivo queste cover particolari delle vostre canzoni?
Si, alcune le abbiamo suonate dal vivo come ad esempio la versione reggae di “Mr. Evil” ma le persone sono rimaste un po’ scioccate nell’ascoltare queste rivisitazioni.
Quindi voi siete attenti alle reazioni dei vostri fan.
Si ma in ogni caso non ci importa eheh
Parlando ancora di live show so che avete suonato anche nella famosissima crociera “70.000 tons of Metal”. Cosa ricordi di quest’esperienza? E’ interessante per un gruppo?
Ovvio che si, è il massimo in assoluto. Quattro o cinque giorni in gennaio nei Caraibi con party ininterrotti a tutte le ore, tantissimo alcool, donne, concerti; insomma… alla fine hai davvero bisogno di una vacanza.
So che voi date molta importanza ai live show. C’è qualche posto nel mondo in cui non avete suonato ed in cui vorreste mettervi alla prova?
Si, ci sono molti posti in cui non ci siamo ancora esibiti. In ogni caso abbiamo suonato davvero molti concerti in tantissimi posti. A me personalmente non importa tanto dove suoniamo ma come sta andando il concerto e se stiamo intrattenendo al meglio gli ascoltatori. Fra poco partiamo per un tour in Messico, poi Brasile, Argentina, Colombia ed in genere l’America Latina e siamo stati due mesi fa negli USA. E’ davvero difficile per me dire se c’è un posto in cui non abbiamo suonato che mi manca ed in cui vorrei andare. In Giappone ad esempio ci ho suonato ma non con i Freedom Call. In ogni caso abbiamo un’attività frenetica e fitta e non saprei dirti se ci “manca” un luogo in particolare in cui suonare.
Ovviamente verrete a suonare anche in italia vero?
No…
Eh? Ma dai davvero?
Ma certo che verremo a suonare in Italia… scherzi? Ahahah! E’ sempre un piacere venire in Italia. Non molti gruppi si muovono anche in centro e sud. Noi stiamo progettando di suonare a Roma ad esempio e speriamo di realizzare show anche in Emilia ed al nord.
Stiamo per concludere l’intervista… questa volta la line-up è identica a quella del precedente lavoro “Beyond”; forse avete trovato la formazione perfetta?
Yeah! Lavoriamo davvero bene insieme, abbiamo trovato la formula perfetta. Certo… ci sono stati dei cambiamenti nella nostra line-up in passato perché magari come musicista puoi non aver abbastanza guadagno dall’attività musicale e devi quindi cercare anche altri lavori oppure formi una famiglia e non puoi più impegnarti come prima. Oggi con Rami, Lars e Ilker (ndr, Ersin, basso) abbiamo una formazione che lavora insieme alla grande; non siamo solo membri della band, siamo amici e passiamo molto tempo insieme.
Concludi l’intervista come se tu fossi il “master of light”…
Ok , ahaha grazie Leonardo… “tanti saluti a Italia” e spero di vedremo tutti l’anno prossimo in tour… il vostro Chris Bay Master of Light.