Recensione: Ashen Dirge of Kingslain

Progetto solista interamente immerso nell’oscuro come molte proposte simili nella nicchia (il musicista ignoto in questione lavora anche con Moonlight Drowns e Silence.cold.alone), Forlorn Citadel debutta con “Ashen Dirge of Kingslain”, uscito il 24 gennaio. Musicalmente, ci troviamo davanti a un tipo di epic metal di chiara ispirazione folk che richiama gli andamenti solenni dei Manilla Road, ma con una produzione piena di riverbero e cruda che richiama facilmente Summoning e Xasthur. Ad eccezione di due intro e di una traccia demo pubblicata in omaggio, le canzoni seguono andamenti di marcia con riff semplici e power-chord, con la presenza di tastiere nervose e growl che risuonano nel mix.

Il mood evocato passa dal solenne (“Ancient Keepers of Unending Entombment“) al glorioso (“Forthwith Thine Guildhelm Strong“) e il drammatico (la title track), con la semplice variazione melodica. Gli elementi rimangono gli stessi, le chitarre abbastanza statiche, quindi il focus sta interamente nella scelta degli arrangiamenti e delle progressioni. Grazie all’uso di suoni spettrali e profondi (“Bedridden to Griefborn and Veinroot“), l’album è un successo senza essere niente di speciale. Sappiamo che progetti “atmospheric black metal” fondati da sconosciuti solitari come questo possono risultare antipatici, ma se i risultati sono questi, ben venga il tutto.

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