Fit For An Autopsy + Ingested + Enterprise Earth + Great American Ghost + Sentinels: live report della data di Paderno Dugnano

Il 23 maggio si è tenuto allo Slaughter Club di Paderno Dugnano uno dei concerti death-core più importanti dell’anno. Inutile quindi rimarcare quanto fosse fondamentale presenziare, perché nel caso ve lo foste perso sarà difficile in futuro rivedere una line-up del genere. Ma iniziamo con la band di apertura: i Sentinels.

Gli americani (come quasi tutto il bill d’altronde) propongono un death-core molto down-beat di nicchia che in Italia non è mai arrivato. Lo dimostra il fatto che lo stesso cantante Joseph Benducci, a metà set, chieda ai presenti in quanti conoscessero i Sentinels, e solo in cinque persone fra le quaranta circa presenti in quel momento hanno alzato la mano. Poco male, loro sembravano divertirsi sul palco anche se troppo statici, eccezion fatta per il bassista, immerso nel suo mondo durante il live.

L’intera scaletta si basa sull’ultimo disco “Collapse By Design”, che in USA ha ricevuto diversi consensi e il concerto si conclude con una veloce apparizione di Josh Davies, uomo merch degli Ingested ma anche cantante dei Monasteries, che dimostra le sue incredibili capacità gutturali. Giusto inizio di serata.

Setlist:

  • Epitaph
  • Inertia
  • Tyrant
  • To Wither Away
  • Albatross (feat. Josh Davies)
  • Embers

Si passa poi a qualcosa di più violento e coerente con le sonorità della serata, ovvero i Great American Ghost. Il loro ultimo album, “Power Through Terror”, del 2020, li ha consacrati nella scena deathcore internazionale e finalmente la band passa in Europa per presentare sia il disco che loro stessi in quanto, come accaduto prima, in pochi rispetto ai presenti conoscevano effettivamente i GAG.

Sonorità veloci, brutali e un Niko Gasparrini alla voce indemoniato fanno del loro concerto il vero apripista per quello che succederà dopo. La band sul palco salta, cerca di coinvolgere il più possibile chi sta assistendo e ascoltando per la prima volta gli americani e incita spesso a creare pogo o circle pit. Questa carica ed energia è essenziale per rendere memorabile la prima calata italiana dei GAG. Suoni eccellenti ed una comparsata di Travis Worland per la penultima “Torture World” sono gli ultimi due elementi che ci regala la band. Veramente ma veramente consigliati.

Setlist:

  • Kingmaker
  • No Savior
  • Womb
  • Dead Forgives No One
  • Torture World (feat. Travis Worland)
  • Altar Of Snakes

Puntuali come da indicazioni dello Slaughter Club, ecco salire sul palco gli Enterprise Earth. Una band che seguo fin dagli albori in quanto Dan Watson è stato il frontman fino a qualche mese fa, ed è un mio grande dispiacere non aver potuto assistere a un live con lui dietro al microfono. Le motivazioni della sua dipartita sono diverse (e non sarà questa la sede delle spiegazioni in quanto sul suo profilo Instagram troverete tutto) e al suo posto troviamo Travis Worland. Per chi non lo conoscesse, è la voce dei The Willow, altra band deathcore di rilievo in USA, e in questo tour aiuta i suoi amici negli EE a completare il tour europeo.

Le capacità vocali di Travis si notano fin da subito, non facendo rimpiangere nemmeno per un secondo il fondatore Dan. Dopodiché il live è una sassata dritta in faccia, suoni fantastici, una carica immensa ed esplosiva che dura per tutto il concerto, con anche la presentazione di un brano inedito chiamato “Psalm Of Agony”. Finalmente ho l’opportunità di potermi ascoltare qualcosa dall’ultimo album “The Choosen” (la mia recensione la potete trovare qui), che ho apprezzato davvero molto e non mi ha lasciato affatto deluso.

Molto probabilmente sono una delle band con il futuro più roseo all’interno della nuova ondata deathcore, più matura ed elaborata, e che in sede live ha certamente un impatto completamente nuovo, ma devastante. Chissà se ci sarà ancora Travis alla voce, intanto posso solamente dire che dal vivo hanno fatto centro alzando ancora di più l’asticella della serata. Davvero incommensurabili.

Setlist:

  • Reanimate //Disintegrate
  • Sleep Is For The Death
  • You Couldn’t Save Me
  • Where Dreams Are Broken
  • Psalm Of Agony
  • The Failsafe Fallacy

Ora è il momento per l’unico gruppo europeo della serata, gli inglesi Ingested. Band di spicco del panorama death metal con spruzzate slam e deathcore, direi che sono l’antipasto perfetto prima di gustarsi la portata principale. Sono pronti a suonare dal vivo un nuovo brano, “Rebirth”, pezzo di anteprima del prossimo disco in previsione d’uscita questo autunno. In questo tour sono accompagnati al basso da Ross McLennan, che prende il posto dello storico Sam Yates che ha abbandonato la band proprio questo anno nonostante fosse un membro fisso fin dal 2006.

Li avevo già visti dal vivo una volta nell’estate del 2018 di supporto ai The Black Dahlia Murder, quindi ero già ben conscio di cosa mi stesse aspettando, tutto tranne la capigliatura di Jason Evans: vederlo con le trecce ed eyeliner proprio mi ha lasciato senza parole. Bruttino sì, ma voluto, in quanto l’effetto del trucco accentua di più il suo sguardo malato, calandosi perfettamente nell’atmosfera che sprigiona la musica degli inglesi. Per onestà intellettuale devo però bacchettare Lyn Jeffs per un inizio non proprio preciso sul doppio pedale, cosa che però si risolve dopo la prima canzone, a causa probabilmente dei muscoli ancora freddi. Il tutto poi procede liscio come l’olio, in un susseguirsi di circle pit, walls of death che davvero dividono in due lo Slaughter Club, e una performance generale degna del nome che portano. Se aggiungiamo la cadenza inglese di Jason che assomiglia alle scene peggiori di Trainspotting, ecco che il quadro può definirsi completo, un mix di brutalità e ignoranza pura che solo band del genere possono portare sul palco. Vederli live è sempre un piacere.

Tracklist:

  • The List
  • No Half Measures
  • Rebirth
  • Better Off Dead
  • Impending Dominance
  • Invidious
  • Dead Seraphic Forms

Ma ora veniamo al motivo per il quale siamo tutti qui, godere dei Fit For An Autopsy. Visti nel lontano 2017 per la prima volta, devo dire che di strada ne hanno fatta, sia a livello di album che di impatto dal vivo. I suoni finalmente sprigionano il volume massimo possibile con una violenza inaudita. Joe al microfono è una belva che assale Paderno Dugnano, mentre il resto della band esegue un lavoro di precisione e aggressività per tutta la durata del set. Peccato solo per l’assenza di Putney alla terza chitarra, ma è stato impegnato con l’altro suo progetto END fino al 14 maggio in un mini tour europeo.

La setlist si divide principalmente tra le ultime tre uscite discografiche, democraticamente proposte con quattro tracce ciascuna più una, ovvero “Absolute Hope, Absolute Hell”, dall’album omonimo. I presenti si lasciano andare in un pit finalmente degno (fino agli Ingested erano pochi quelli che effettivamente ci hanno messo il fisico), body surfing, cori e quant’altro. Oggettivamente ha ragione Joe quando afferma che questo è il loro concerto più figo mai fatto in Italia, tanto che pure Patrick Sheridan (qui la mia recente intervista) si vede divertito dal casino creato dai presenti.

Durante il live possiamo trovare diversi momenti salienti degni di nota. Il primo e classico si verifica durante l’esecuzione di “Black Mammoth”, canzone portabandiera della band e che oggettivamente li ha resi celebri in modo massiccio. Il secondo è l’intervento di Niko al secondo microfono, che dona più intensità al set prima di fermarsi per la solita pausa, per poi concludere con “Two Tower”, direttamente dall’ultimo album.

I Fit For An Autopsy ormai sono un punto fermo del deathcore internazionale, hanno sudato sette camice per raggiungere questo obiettivo, ma alla fine ci sono riusciti. Album concreti, live spezza-ossa come questi sono le uniche cose che contano nel mondo della musica estrema oggi e di cui il pubblico ha bisogno. Non vedo l’ora di poterli vedere nuovamente, perché comunque tredici canzoni sono troppo poche, ma nel complesso di uno spettacolo del genere è più che comprensibile. Voto della stasera? Diesci.

Tracklist:

    • Oh What The Future Holds
    • The Sea Of Tragic Beasts
    • Absolute Hope Absolute Hell
    • Far From Heaven
    • Warfare
    • No Man Is Without Fear
    • Hydra
    • Hands Will Hang
    • Iron Moon
    • Black Mammoth
    • Pandora
      • Your Pain Is Mine (feat. Niko)
    • Two Towers

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