Recensione: Wrong Generation

Nuovo EP in uscita il 23 ottobre su etichetta Roadrunner Records / 333 WRECKORDS CREW per gli americani Fever 333, che con “Wrong Generation” ritornano sul mercato dopo l’EP “Made in America” del 2018 e il primo full length “Strength in Numb333rs” dello scorso anno.  In così pochi anni la band è passata dai pop-up show nei parcheggi, ai tour nei palazzetti in compagnia dei Bring Me The Horizon, dalla nomination ai Grammy al successo del tour del primo album e, giustamente, l’attesa nei confronti di ogni nuova uscita è cresciuta in maniera esponenziale.

L’EP parte con “Bite Back”, scelto anche come primo singolo, un pezzo decisamente riuscito dove Jason ci sputa subito in faccia la sua rabbia, coadiuvato dalle chitarre iper-effettate di Stevis Harrison e dal drumming dello strepitoso Aric Improta. Non è difficile trovare assonanze con i Bring Me The Horizon di “Sempiternal” e “That’s The Spirit”, anche grazie al lavoro svolto in fase di post-produzione. “Block Is On Fire” ci evidenzia ancora una volta l’amore per l’Hip-Hop della band, con un riuscitissimo rappato di Jason sopra un beat incalzante creato dal potente drumming insieme a parti elettroniche in primo piano, ma mai opprimenti. Su simili linee si intaglia anche la title track, dove lo spettro di Beastie Boys e Rage Against The Machine si avvicina decisamente al Mondo dei Fever, un po’ come la successiva “You Wanted A Fight”, anche se in questo caso più violentemente. C’è chi scriverà di EP anacronistico, ma l’incidere e la violenza musical-lirica di “Walk Through The Fire Together” ci riportano agli anni ’90, quando i Limp Bizkit facevano tremare ogni palco calcato e Kid Rock non era ancora totalmente ossessionato dal music business e dal Country a stelle e strisce. “For The Record” è un Hardcore-Punk degno dei migliori nomi del settore, quelli che Brooklyn l’hanno “vissuta” in tutta la sua degradante crudezza. “The Last Time” è la ballad che non ti aspetti, solo piano e voce, dove Jason ci dimostra quanto la duttilità vocale sia al servizio dei testi che scrive. Il lavoro in questione si chiude con “Supremacy”, il pezzo meno riuscito del lotto, molto vicino alle sonorità degli Hollywood Undead, quindi melodico e alla ricerca delle trasmissioni in radio.

In conclusione, ci troviamo di fronte ad un EP riuscito, che cancella la mezza delusione provata con l’arrivo di “Strength In Numb333rs” e al suo non essere completamente a fuoco. Si ha la netta sensazione di trovarsi al cospetto di una band a un passo dall’esplosione mediatica, grazie all’elevata qualità del songwriting, testi di denuncia sociale come non si sentiva da tanti (troppi) anni e a un’ostentata consapevolezza nei propri enormi mezzi. La speranza, visto il periodo particolare, è di poterli vedere in azione il prima possibile sui palchi, dove i Fever 333 riescono a trasmettere tutta la loro rabbia e potenza.

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