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Faro – Recensione: Luminance

La luminanza è una misura fotometrica dell’intensità luminosa per unità di area di luce che viaggia in una data direzione. Descrive la quantità di luce che attraversa, viene emessa o riflessa da una particolare area e rientra in un dato angolo solido.

“Luminance” è il secondo album dei Faro, band italica esistente dal 2007, e succede all’esordio “Gemini”, datato ben 2011. Rocco De Simone alla voce (e tastiere) ed Angelo Troiano (chitarra, tastiere, basso e molto altro), si fanno aiutare dalla sei corde di Fabrizio Basco, per incidere sulla “pietra sonora” questo stile che risulta difficilmente catalogabile ma che loro definiscono “progressive romantic wave”. Parlando razionalmente, è facile riscontrare durante l’ascolto degli otto brani che compongono “Luminance” influenze che arrivano sia da certa new wave degli anni ottanta, ma filtrata attraverso il rock progressivo e crepuscolare dei Porcupine Tree (e dei Pink Floyd prima di loro), ma anche bagnata nel gelido e nordico progressive metal ben rappresentato da entità come Anathema e Opeth.

I Faro cercano quindi di assorbire tutte queste ispirazioni per costruire un racconto sonoro fatto di luci tenui e malinconiche, una sorta di trionfo di atmosfere autunnali e lievemente calde, fino ad arrivare ad un inverno freddo e lontano, che parla di lacrime terse e di guerre di cui aspettiamo, inerti, una fine che ci porti una nuova alba. Le otto poesie musicali di “Luminance” carezzano e poi graffiano all’improvviso, guidate dalla voce suadente e gentile di De Simone, che a volte si fa portare dalla corrente quasi decadente della musica suonata, per poi cercare di ritrovare nel buio, una luce leggera ma sempre desiderata e cercata.

Se alcune evoluzioni ritmiche non sono di facile assimilazione, ed il rock sfora nel metal soprattutto per alcuni possenti e monumentali riffs di chitarra (ai limiti del doom più romantico dei My Dying Bride), spesso le linee vocali cercano una melodia intima e calda, quasi accessibile, come se i Faro volessero cullarci in un caleidoscopio di suoni mai banale, sempre stratificato ed emozionale. “Luminance” è un lavoro originale e pieno di spunti da ricordare, certamente una uscita da incorniciare e che non può essere lasciata nel mucchio dei dischi che mensilmente vengono rilasciati nel marasma musicale mondiale. E’ un disco fieramente e pienamente “triste”, dove la melanconia a volte si trasforma in sperata speranza.

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