Fans Of The Dark – Recensione: Suburbia

Creatura del batterista Freddie Allen, i Fans Of The Dark sono una formazione proveniente dalla Svezia che – con la pubblicazione di “Suburbia” – dà seguito all’album di debutto pubblicato più o meno un anno fa. Lo scarso lasso di tempo che intercorre tra le due uscite vuole essere, a suo modo, un tratto distintivo di questo progetto, che nell’orientarsi dichiaratamente agli anni settanta/ottanta si propone di ricalcare anche la regolarità con la quale le band rendevano disponibili le loro nuove canzoni. Musica hard rock, film dell’orrore in videocassetta, cultura adolescenziale e vita nelle periferie rimangono i principali riferimenti per il quartetto, completato dal cantante e co-fondatore Alex Falk, dal chitarrista Oscar Bromvall e dal bassista Rickard Gramfors.

Basta un ascolto per comprendere come il lavoro di ricostruzione delle atmosfere di quarant’anni fa sia molto di più che un semplice vezzo per i Fans Of The Dark: i suoni sono davvero quelli di un’epoca ed un mondo passati, quasi analogici nella loro morbida rotondità, con un riferimento particolare alla batteria dello stesso Allen, all’utilizzo di effetti vintage (come l’eco su “The Pirates Of Maine”) ed al basso di Gramfors, che in “Night Of The Living Dead” riempie la scena proprio come succedeva con tanti dei vinili (penso a qualcosa dei Kiss, di Meat Loaf o dei Survivor, per dare un’idea) che si compravano a quei gloriosi ed imberbi tempi. E tanti saluti alle frequenze più alte, con sommo disappunto di chi ha orecchie che funzionano ancora bene. Per contro, alcuni elementi di maggiore contemporaneità si possono invece avvertire nel dinamismo delle ritmiche di chitarra (“Fright Night”) ed in un preciso senso della costruzione, che rende “Suburbia” un po’ meno spontaneo ed autentico di ciò che – almeno nell’idea dei quattro svedesi e di Frontiers – vorrebbe sembrare.

Quello che colpisce ascoltando questo album è che, nonostante l’idea chiara alla base del progetto, il passaggio dall’ideazione all’esecuzione non sembra aver generato frutti particolarmente degni di nota: se infatti gli elementi fluo che dovrebbero distinguere questa proposta sono in effetti presenti (compresi certi cori alla Iron riproposti con insistenza nel corso delle tracce più lunghe ed apparentemente ambiziose), essi rappresentano una condizione necessaria ma non sufficiente per invogliare al riascolto. E’ difficile trovare una traccia davvero trascinante, o almeno in grado di generare non solo le atmosfere del tempo, ma anche l’entusiasmo ingenuo che le rendeva così uniche e speciali. C’è davvero poco in “Suburbia” in grado di intrattenere liberando la mente, perché ascoltando una “Fantasia” o una “Sick! Sick! Sick!” la prima sensazione che corre alla mente è quella di brani di consistenza semplicemente melodica, assai leggerini dal punto di vista tecnico/compositivo e tutto sommato poco ispirati che, comunque si decida di suonarli e registrarli, non possiedono la sostanza della quale erano fatti quei sogni lontani.

Sostenere che questo secondo album del quartetto assemblato da Allen e Falk sia in grado di regalare più di otto tracce di onesto, artigianale rock melodico sarebbe fin troppo generoso e poco onesto nei confronti degli ascoltatori che, viste le premesse, sarebbero invece portati ad aspettarsi quell’energia creativa, quell’attitudine ribelle, quella voglia di osare ed esplorare che molti dei vinili dell’epoca trasudavano. Ed è un peccato che questo tradimento, questa coltellata alle spalle, arrivi proprio da quelle terre scandinave che spesso ci hanno ammaliato e convinto con la trasparenza dei propri propositi, l’intelligenza del design ed il senso squisitamente pratico con il quale un’idea semplice si trasformava in un prodotto efficace. Nonostante i proclami e la scelta dei font, che richiamano band e dischi di livello nemmeno paragonabile, la mia sensazione è che il rock dei Fans Of The Dark sia semplicemente alla ricerca di una sua collocazione, di un posto all’interno di un mercato competitivo ed affollato che spesso sembra aver già proposto – e subito dopo fagocitato, senza troppi riguardi – di tutto e di più. E non è certo costruendo un castello di carta e parole attorno ad un’idea banale ed otto canzoni modeste (“Fans Of The Dark”, che nella sua autoreferenzialità avrebbe dovuto dare molto, molto di più) che questo spazio potrà essere trovato, occupato e presidiato con sufficiente ed interessante autorevolezza.

Etichetta: Frontiers Music

Anno: 2022

Tracklist: 01. Night Of The Living Dead 02. The Pirates Of Maine 03. Fantasia 04. Sick! Sick Sick! 05. Fright Night 06. Fans Of The Dark 07. The Goblin King 08. Restless Soul
Sito Web: facebook.com/fansofthedark

Marco Soprani

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Folgorato in tenera età dalle note ruvide di Rock'n'Roll dei Motorhead (1987), Marco ama fare & imparare: batterista/compositore di incompresa grandezza ed efficace comunicatore, ha venduto case, lavorato in un sindacato, scritto dialoghi per una skill di cucina e preso una laurea. Sfuggente ed allo stesso tempo bisognoso di attenzioni come certi gatti, è un romagnolo-aspirante-scandinavo appassionato di storytelling, efficienza ed interfacce, assai determinato a non decidere mai - nemmeno se privato delle sue collezioni di videogiochi e cuffie HiFi - cosa farà da grande.

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