Excalion – Recensione: Once Upon A Time

Benchè difficilmente si possano prendere ad esempio per originalità e slancio creativo (“una melodic – power metal band tanto competente quanto prevedibile”, bollavamo impietosi e senza giri di parole nel 2007), i finlandesi Excalion sono stati comunque protagonisti di una storia discografica che, a partire dalla pubblicazione di “Primal Exhale” nel 2005, li ha visti registrare dischi con una certa regolarità: lavori per la maggior parte derivativi, ok, ma che i fan di Stratovarius, Sonata Arctica, Dream Theater, Symphony X, Threshold, Tarot e Royal Hunt potrebbero certamente avere apprezzato. Baciati da una seconda giovinezza, e supportati da una componente italiana che vede Simone Mularoni (DGM, Sunstorm, Empyrios…) al mixing e Scarlet Records a pubblicare il tutto su ciddì, il quintetto originario di Konnevesi ritorna oggi con “Once Upon A Time”, album di undici tracce che – nelle loro stesse e scanzonate parole – non si propone nemmeno in questa occasione di reinventare la ruota, ma ambisce a farla girare meravigliosamente bene. Introdotto da una bella cover realizzata da Piotr Szafraniec e da una traccia di apertura altrettanto evocativa ed ipnotica, alla Amorphis (“Keitele”), “Once Upon A Time” dà immediatamente l’impressione di volersi scrollare di dosso tutti i pregiudizi che hanno fino ad oggi accompagnato la carriera degli Excalion.

Il pacchetto proposto dai finlandesi si presenta infatti eccezionalmente compatto e quadrato, con riff aggressivi, elementi sinfonici ed una produzione tagliente e cristallina (“Amuse Me”) che rende giustizia a tutto quello di cui questo power moderno e melodico è riccamente infarcito. Non si tratta di un’interpretazione del genere particolarmente sobria e votata all’essenziale, questo no: questo lavoro non aspira ad essere una sorta di ripartenza per la band fronteggiata da Marcus Lång, quanto piuttosto un affinamento ulteriore dei meccanismi alla ricerca di un maggiore equilibrio, di una presentazione più personale e di qualche timida deroga agli schemi (che vediamo, ad esempio, in alcuni intermezzi strumentali piuttosto validi ed efficaci nello spezzare il ritmo). La presenza di tutti questi elementi, sapientemente dosati come ci si aspetterebbe da una formazione non di primo pelo, è la testimonianza più felice e riuscita di una proposta che, ponendosi in linea con quanto realizzato ad esempio dai Thunderstone, propone un’interpretazione fresca e dinamica del power (“Soulbound”) la quale, affiancando cori e velocità esecutiva (“I Am I”), soluzioni d’impatto sempreverde (“Band Of Brothers”) ed un’interessante varietà di suoni (con particolare riferimento alle percussioni dell’ottimo Henri Pirkkalainen), racconta meglio delle parole la cura riservata ad ogni aspetto di “Once Upon A Time”.

Ricercando più di ogni altra cosa il salto di qualità, il sesto lavoro degli Excalion soffre in parte di uno sbilanciamento che gli fa privilegiare gli aspetti tecnici a discapito di quelli prettamente compositivi e musicali: se infatti la maturità di questo album salta subito all’orecchio, per il modo in cui riesce a suonare tutto tranne che banale, dall’altro ci si accorge che a queste tracce manca ancora un sottile filo di pathos e di cuore, e nessuna di esse (compresa una title-track lunga e purtroppo deludente) ha le potenzialità per diventare un singolo in grado di trascinare le masse, definire con autorevolezza tutti i pregevoli aspetti del nuovo corso ed invogliare al riascolto. Una circostanza che, come sempre accade in questi casi, è soprattutto la forma della ballad a rivelare in tutta la sua cruda realtà: laddove i ritmi si dilatano e contano soprattutto le idee (“When A Moment Turns Into A Lifetime”, “Eternals”), la materia si fa molto meno viva ed interessante ed i quasi sette minuti di performance, penalizzati da testi nemmeno troppo ispirati, invoglieranno molti a skippare verso la più pimpante “Radiant Halo”. Il giudizio rimane comunque più che positivo, perché gli aspetti buoni di questo album superano di gran lunga – per numero e peso specifico – le ultimissime sfaccettature che rimangono da limare: questo è un disco in grado di ritagliarsi un suo spazio ed assemblato con estrema professionalità, sempre piacevole grazie al suo approccio volenteroso ed in grado di fondere gli elementi tipici del genere (come le belle combinazioni tra assoli di chitarra e basi di tastiera) in un insieme dal gusto contemporaneo, per quanto elegantemente derivativo. Preso atto del netto balzo in avanti, non rimane che attendere il lavoro della definitiva e meritata consacrazione: i presupposti ci sono davvero tutti e Scarlet ha tra le mani un match point da non sprecare.

Etichetta: Scarlet Records

Anno: 2023

Tracklist: 01. Keitele 02. Resolution 03. Soulbound 04. Words Cannot Heal 05. Amuse Me 06. One Upon A Time 07. I Am I 08. When A Moment Turns Into A Lifetime 09. Radiant Halo 10. Eternals 11. Band Of Brothers
Sito Web: facebook.com/ExcalionBand

Marco Soprani

view all posts

Folgorato in tenera età dalle note ruvide di Rock'n'Roll dei Motorhead (1987), Marco ama fare & imparare: batterista/compositore di incompresa grandezza ed efficace comunicatore, ha venduto case, lavorato in un sindacato, scritto dialoghi per una skill di cucina e preso una laurea. Sfuggente ed allo stesso tempo bisognoso di attenzioni come certi gatti, è un romagnolo-aspirante-scandinavo appassionato di storytelling, efficienza ed interfacce, assai determinato a non decidere mai - nemmeno se privato delle sue collezioni di videogiochi e cuffie HiFi - cosa farà da grande.

0 Comments Unisciti alla conversazione →


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Login with Facebook:
Accedi