Recensione: Evernight

Il quarto album dei findlandesi Battlelore, cantori del mondo di JRR Tolkien, è senza omrba di dubbio il più cupo ed oscuro fra quelli sino ad ora prodotti.

Sicuramente in primo piano rimangono orchestrazioni, cori, uso di doppia voce (maschile in growl di Tomi Mykkänen e femminile “pulita” di Kaisa Jouhki) ma la caratteristica che maggiormente viene esaltata è il lato gothic death e oscuro che si manifesta in track come ‘Beneath The Waves’, che ben descrive, anche musicalmente, paesaggi e lande lontane e tenebrose. Quindi certi riff molto power-oriented sono ancora presenti ma hanno un peso decisamente minore, come nel caso dell’opener ‘House Of Heroes’, in cui le plettrate di Jussi Rautio e Jyri Vahvanen sono tronfie di pesantezza e poco leggiadre. Da contraltare abbiamo invece le partiture di tastiera di Maria, che intrecciano magiche armonie e sanno sempre ben inserire i singoli brani nell’immaginario fantasy a cui sono ispirati e da cui traggono linfa.

In continuità con il passato abbiamo quindi un quadro essenziale di emozioni che sanno ricreare con uno stile riconoscibilissimo veri e propri “quadri” tolkieniani, accompagnati anche da testi ben scritti che denotano passione e conoscenza di un mondo che dona sempre nuove fonti di ispirazione.

I fan della band e gli amanti dello stile descritto possono andar sul sicuro procurandosi anche ‘Evernight’. Si consiglia in particolare l’edizione limitata del CD in digipack, che da buona tradizione del gruppo presenta ben due bonus track inedite.

Leonardo Cammi

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Bibliotecario appassionato a tutto il metal (e molto altro) con particolare attenzione per l’epic, il classic, il power, il folk, l’hard rock, l’AOR il black sinfonico e tutto il christian metal. Formato come storico medievalista adora la saggistica storica, i classici e la letteratura fantasy. In Metallus dal 2001.

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