Gli Enuff Z’Nuff orfani di Donnie Vie continuano la loro avventurosa storia con il nuovo album “Clowns Lounge“. Con una line-up rinnovata, Chip Z’Nuff ha preso le redini della band, tirando fuori dal cassetto 12 gemme rimaste nascoste per oltre 25 anni negli archivi della band, risalenti al periodo della registrazione del debutto. Il nuovo album non è una compilation di demo o outtakes, su questo Chip è intransigente, ma una vero e proprio nuovo album della band. Ne abbiamo parlato proprio con Chip.
Ciao Chip! Benvenuto su metallus.it. Siamo qui per parlare del nuovo album “Clowns Lounge”. L’album racchiude diversi brani per molto tempo tenuti nel cassetto, come demo o come canzoni non propriamente concluse. Come mai un album di questo tipo in questo momento?
Non ci sono demo, ne canzoni non concluse. Voglio che sia chiaro, questo è un nuovo album degli Enuff Z Nuff al 100%. Lo abbiamo registrato praticamente da zero con il miglior equipaggiamento, in modo analogico, proprio come facevano le grandi band. Semplicemente è un mix tra gli Enuff Z Nuff nella loro line-up originale e gli Enuff Z Nuff di ora. E’ una sorta di celebrazione. Sono veramente orgoglioso. Lo abbiamo pubblicato perché siamo stati approcciati da Frontiers che ci ha chiesto un nuovo album con Donnie. Ma Donnie non è più nella band da qualche anno. Quindi sono andato a recuperare alcuni dei molti brani che abbiamo scritto insieme soprattutto agli inizi, che poi per un motivo o per l’altro non vennero mai pubblicati. Da questa selezione sono emersi 12 pezzi. Nonostante siano pezzi scritti molti anni fa, l’album suona comunque attuale e fresco a mio parere.
Andando un po’ più nello specifico, ho scelto due brani che mi sono piaciuti molto: “One More Hit” e “Rockbye Dreamland”. Cosa puoi dirmi di questi pezzi?
Sono in realtà decisamente autobiografici. Parlano della vita. Sono due brani che abbiamo scritto io e Donnie, pensando alle esperienze attraverso cui siamo passati. “Rockbye Dreamland” è un brano che potrebbe stare benissimo in tante colonne sonore. C’è un ritornello molto forte. Mentre “One More Hit” parla invece dei problemi con l’abuso di sostanze stupefacenti, ma come è spesso successo abbiamo sempre cercato nella band di trasformare qualcosa di dannoso in qualcosa di potenzialmente positivo. Da quel problema è nata una canzone, qualcosa di sicuramente positivo. Sono brani comunque che mi piacerebbe che gli ascoltatori interpretassero a modo loro, senza farsi troppo influenzare.
Avete pubblicato anche un video del brano “Dog On A Bone”, brano che se non sbaglio era stato inizialmente concepito come una sorta di bonus. Arriva dalle stesse session?
No, “Dog On A Bone” in realtà è stato l’ultimo brano ad essere stato inserito nella tracklist dell’album. Lo abbiamo scritto io e Tony Fennelle, ex-chitarrista e voce degli Ultravox, ora stabilmente negli Enuff Z’Nuff come chitarrista. Lo avevamo pensato come qualcosa a se stante. Però a Frontiers è piaciuto molto e hanno scelto di lanciarlo come primo singolo del nuovo album. Quindi eccoci qui.
Nell’album ci sono anche un paio di ospiti davvero speciali. Partirei dal primo, Jani Lane, storica voce dei Warrant, scomparso qualche anno fa. Qual è il miglior ricordo che hai di lui e cos’hai provato ad avere la sua voce ancora una volta su un album?
Il mio ricordo migliore di Jani risale a quando Warrant e Enuff Z’Nuff erano in tour insieme, negli anni d’oro. Stavamo sul tour bus tutto il tempo a cazzeggiare, fare festa, con 20-30 ragazze ogni sera. L’ultima volta che ho visto Jani è stato nel 2005 quando ha registrato proprio questo brano. Eravamo in studio all’1 del mattina. Mi disse che voleva provare un approccio differente a questo brano, più simile a quello di David Bowie che non al suo stile classico. Alla fine provò il brano tre / quattro volte e il risultato fu ecccellente. Contemporaneamente sullo stesso brano c’è anche Jeff Young degli Styx che ha confezionato un assolo incredibile, con uno stile molto Jeff Beck. Lui è sempre stato l’anima di quella band. Ho un bel ricordo di quelle sessioni di Chicago. Poi con lui sono rimasto in contatto, ci sentiamo al telefono ma so che ora gli Styx sono molto impegnati.
Nell’album troviamo anche diversi contributi di Donnie Vie, sia per quanto riguarda la scrittura, ma ci sono anche molte parti originali registrate con lui. Ci sarà la possibilità magari di rivedervi insieme per promuovere l’album?
No, a questo punto le cose sono abbastanza definite. Donnie ha scritto con me gran parte di questi brani, come è sempre accaduto nel passato, ma allo stato attuale è fuori dalla band da quattro anni. Lui sta combattendo la sua lotta contro l’abuso di alcol e deve concentrarsi a tornare sano e in forma. Attualmente mi occupo io delle parti di voce della band. Mi piacerebbe trovare anche un buon cantante che se ne occupi in prima persona, ma è veramente difficile. Ci sono molte band che ci sono riuscite come gli Styx, i Journey, gli Stone Temple Pilots. Ma io non me la sento proprio. Ho scritto, prodotto l’album e quindi ora mi occuperò personalmente della voce dal vivo.
Molti dei brani sono stati scritti tra il 1988 e il 1989, durante le sessioni che diedero vita al vostro primo album ufficiale. Che ricordi hai di quei momenti in studio?
La cosa che ricordo con più affetto è il cameratismo che si era creato tra i ragazzi della band, imbattibile. Eravamo davvero affiatati. Ricordo sia le cose positive che negative. Quelle positive sono che eravamo concentrati, volevamo scrivere i migliori brani e davamo il massimo. Praticamente registrammo l’album dal vivo. Abbiamo suonato tutti insieme, provavamo insieme e alla fine ci furono davvero pochissimi overdubs. Magari qualche solo di chitarra e qualche parte vocale ma niente di più.
Le cose negative riguardano soprattutto gli eccessi. Eravamo fuori controllo. Piatti di cocaina in studio, bottiglie di Jack Daniels ovunque, ragazze che entravano e uscivano in continuazione. Avevamo sicuramente dei problemi con diverse dipendenze, chi più chi meno. Lavoravamo dalle 2 alle 7 del mattino, per spendere meno. Ma lavoravamo sodo. Quando finimmo sapevamo di avere degli ottimi brani da proporre alla casa discografica. In quel tempo eravamo molto prolifici io e Donnie, quindi continuammo a scrivere.
Quei brani poi rimasero nel cassetto a lungo. 27 anni dopo ci è voluta Frontiers Music per farli tornare alla luce del sole. Avevo tantissimo materiale demo e da li ho selezionato i 12 brani che poi sono finiti in Clowns Lounge.
Ultima fatidica domanda. A quando un ritorno in Italia?
Inizieremo il tour a fine marzo a Parigi, in Francia. Poi andremo in UK, Belgio, Scandinavia e poi faremo sicuramente tre o quattro date in Italia e successivamente in Spagna. Saremo insieme ai Killer Bees. Le date usciranno sul nostro sito e sulla pagina FB nelle prossime settimane! Vi aspettiamo tutti!
