Arrivo al Legend Club esattamente quando suonano la prima nota i finlandesi One Morning Left, alla faccia del traffico alla barriera di Milano! Quella che mi attende sarà una serata ignorante ma divertente, con un’ottima atmosfera da festa in compagnia, un bel clima disteso per godere appieno di un concerto infrasettimanale ma sold-out da mesi.
Gli OML sfoggiano un look sfrontato e il cantante (un bel mix tra Fronzilla e Post Malone) all’inizio non mi trasmette granché, ma con il continuare dell’evento mi convince pian piano sempre di più. La band si muove bene sul palco e il sound-check, per essere una band di apertura, è più che convincente; tra l’altro tutti i presenti sono entusiasti di vederli live, quindi sarò stato l’unico in sala a non averne mai sentito parlare. Ciò non toglie che l’apice venga raggiunto con la cover di “Beat It” di Michael Jackson, omaggiando il re del pop in chiave -core moderna. Alla fine mi sono anche piaciuti, forse non sono il mio genere, ma per l’atteggiamento e per come si sono mossi su quel fazzoletto di palco, devo dire che non potevano fare di meglio.
Setlist:
- Ruby Dragon
- Neon Highway
- !liaF cipE
- Sinners Are Winners
- Beat It (Micheal Jackson cover)
- You’re Dead! Let’s Disco!
Dopo di loro un altro gruppo finlandese: i Blind Channel. Ne avevo già sentito parlare, si sta facendo una grande pubblicità sui social e sono stati confermati in diversi festival in giro per l’Europa, quindi ero sinceramente interessato nel vederli dal vivo. Per questo motivo ho volutamente deciso di non ascoltarmi nulla per dare un giudizio che fosse il più intellettualmente onesto possibile e quello che posso dire è: “meh”.
Un look goth anni ‘80 con sonorità simili agli headliner Eski, ehm, Electric Callboy, ma meno convincenti. Si sente comunque una maggiore padronanza del contatto con il pubblico e degli spazi rispetto ai One Morning Left, ma al sottoscritto non hanno detto niente di particolare. Scenografia a parte (al Legend Club è difficile poter ricreare palchi come allo Zenith di Monaco per esempio), i finlandesi comunque riscuotono un’ottima risposta dal pubblico che li accompagna fino alla fine, comprese due cover. Il mio interesse iniziale va via via scemando e mi trovo alla conclusione del set annoiato, chiedo scusa per i tanti che leggeranno queste parole dure di un uomo molto strano (cit.), ma non ci posso fare nulla.
Setlist:
- Balboa
- Die Enough For You
- We Are No Saints
- Over My Dead Body
- Lose Yourself (Eminem cover)
- Snake
- Timebomb
- Bad Idea
- Left Oustide Alone (Anastacia cover)
- Dark Side
Dopo un cambio palco e un’ultima boccata d’aria, finalmente siamo giunti al momento tanto atteso, non solo perché tutto il tour è stato rimandato una volta (la data era prevista in principio agli inizi di gennaio), ma perché il locale scoppia di persone che non vede l’ora di divertirsi con gli Electric Callboy.
Salgono sul palco travestiti come nel video di “Pump It”, quindi un inizio in pompa magna. Tutti quanti siamo trascinati e coinvolti con loro, andando fin da subito a far tremare le pareti del Legend Club. I vari intermezzi tra un brano e l’altro sono riempiti da piccole scenette e dialoghi al limite del ridicolo, ma è proprio quello l’effetto voluto e sperato per creare, come anticipato prima, quell’atmosfera leggera con il solo intento di divertirsi. L’audio è stupefacente, si sente tutto in modo chiaro e limpido e, nonostante le dimensioni del palco, Nico & Co. riescono a saltare e scambiarsi di posto senza problemi. Il concerto continua senza mai una pausa, che va di pari passo con la temperatura che aumenta dentro il locale, suonando a tutto volume “Hate/Love”, “The Scene” e cantando a squarciagola “Best Day”. Ci sono però due momenti importanti prima del classico break. Il primo è il pezzo in acustico di “Prism”, il secondo e più importante, in quanto esclusivo della data di Milano (a detta loro), vede sul palco l’artista ed amico tedesco Finch cantare con loro l’ultimo singolo, “Spaceman”. Se fosse così, e spero sia così, Milano potrebbe essere una delle date più interessanti del tour, non solo perché gli Electric Callboy sono visibilmente entusiasti di suonare in un posto così piccolo, ma anche per questa visita. Ci dicono che hanno scelto Milano per via del buon cibo in Italia, ci crediamo? Direi di si, motivo in più per fare festa fino alla fine nonostante molti di noi il giorno dopo dovranno timbrare il cartellino.
Il concerto si conclude con walls of death, salti da destra a sinistra con un trio fondamentale per la band tedesca, ovvero: “We Got The Moves”, “MC Thunder” e la finale “Hypa Hypa”. Spettacolari è l’unico aggettivo che mi viene in mente.
Come al solito le serate al Legend Club sono sempre al top e ogni volta che un concerto viene confermato qui mi sento sollevato!
Per il resto, gli Electric Callboy hanno messo sul piatto un’esibizione coi fiocchi, si sono calati in una dimensione intima e riservata come quella di Milano dando il meglio di sé ai fan italiani. Appuntamento quindi all’anno prossimo all’Alcatraz, sempre nel capoluogo lombardo, anche se non sarà mai sentita come questa sera.
Setlist:
- Pump It
- My Own Summer
- Hate/Love
- The Scene
- Castrop X Spandau
- Supernova
- Best Day
- Back In The Bizz
- Crystals
- Prism (acustica)
- Spaceman ft. Finch
- Rehab
- MC Thunder II (Dancing Like A Ninja)
- We Got The Moves
- MC Thunder
- Hypa Hypa
Sito Web: https://www.electriccallboy.com/ |