Recensione: Eclipse

Diciamocelo francamente, ‘Far From The Sun‘ è stato un lavoro che, a parte qualche episodio, ci presentava una band stanca a livello di idee nonostante il passaggio sotto major; la conseguenza dei risultati poco esaltanti di quell’album fu la separazione dal cantante Pasi Koskinen ed un periodo speso nella difficile ricerca di un sostituto all’altezza di una band a suo modo storica. Eccolo trovato, tramite passaparola nella figura di Tomi Joutsen e onestamente si tratta di una scelta molto azzeccata soprattutto dopo aver metabolizzato il suo timbro dopo qualche ascolto.

Eclipse‘ palesa dal nostro punto di vista un ritorno alle sonorità del “classico” ‘Elegy’ (‘Two Moons’) e ad alcuni passaggi di ‘Am Universum‘ con il solito marcato sapore settantiano dato dall’interazione di hammond e chitarre ed un che di epico come non si sentiva da tempo (‘Empty Opening‘); il singolo ‘House Of Sleep‘ (al n° 1 nelle chart finlandesi) è una canzone tipicamente Amorphis con la voce di Joutsen molto più “piena”, calda e variegata di quella del suo predecessore. L’andamento di alcuni pezzi è quasi primordiale e legato oltre che alla tradizione folk del paese di provenienza anche alle origini più grezze della band (con qualche sconfinamento nel death) e del rock di trent’anni fa; particolare enfasi ed importanza sono state date in fase di produzione alle tastiere di Santeri Kallio che legano armoniosamente in un continuum veramente emozionante con il lavoro di arpeggio e solismo delle chitarre di Esa Holopainen e Tomi Koivusaari. Come ogni album degli Amorphis che si rispetti (almeno da ‘Tuonela’ in poi) sono sempre presenti i riff effettati (‘The Smoke‘) così come è da sottolineare un parziale ritorno dell’ispirazione lirica al Kalevala.

Siamo molto felici che il treno Amorphis abbia ripreso spedito il suo ipnotico viaggio nei meandri del metal più colto: noi saliamo al volo ed accettate un consiglio…seguiteci!

Alberto Capettini

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Fan di rock pesante non esattamente di primo pelo, segue la scena sotto mentite spoglie (in realtà è un supereroe del sales department) dal lontano 1987; la quotidianità familiare e l’enogastronomia lo distraggono dalla sua dedizione quasi maniacale alla materia metal (dall’AOR al death). È uno dei “vecchi zii” della redazione ma l’entusiasmo rimane assolutamente immutato.

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