Recensione: Dynamo Open Air 1988 [Live]

I Toxik sono una delle tante ottime band del periodo a cavallo tra ottanta e novanta che sembrano essere state troppo presto accantonate dalla scena. Se non vi sono bastati come prova di ciò le recenti ristampe dei loro dischi, potete sempre dare un occhiata a questo dvd che raccoglie in formato definibile “official bootleg” la loro esibizione al Dynamo Open Air festival di Eindhoven del 1988. Non avrete che da stupirvi per una prestazione che definire devastante suona quasi riduttivo; ben poche band in circolazione oggi sarebbero in grado di suonare con tanta foga su parti chitarristiche così frastornanti e intrecci ritmici ultra-funambolici. Lo stile vocale di Mike Sanders potrà non piacere a tutti, ma quanti singer sarebbero in grado di riprodurre dal vivo note tanto impiccate con l’espressività del nostro? La scaletta copre quasi per intero quella del primo album, con la sola esclusione di “Pain And Misery” e presenta anche una cover di “Symptom Of The Universe”. Le riprese non sono certo paragonabili alla professionalità di un prodotto ufficiale: si tratta di una telecamera unica laterale che non rende completa giustizia alla presenza scenica del gruppo. Ma il feeling resta intatto e il documento di quelli da avere per i veri fan. Come bonus troverete anche una registrazione riguardante l’esibizione tenuta al Dynamo Club un paio di giorni prima in cui la scaletta ricalca ovviamente più o meno quella principale. Qui le riprese sono frontali ma di qualità non migliore, quindi il discorso resto lo stesso. Fortunatamente da qualche tempo la band è di nuovo in pista e la speranza è che abbiano conservato anche solo la metà dell’entusiasmo e della carica che si vede in questi filmati. Sarebbe sufficiente per meritarsi ancora tutto il nostro supporto.

Riccardo Manazza

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Incapace di vivere lontano dalla musica per più di qualche ora è il “vecchio” della compagnia. In redazione fin dal 2000 ha passato più o meno tutta la sua vita ad ascoltare metal, cominciando negli anni ottanta e scoprendo solo di recente di essere tanto fuori moda da essere definito old school. Il commento più comune alle sue idee musicali è “sei il solito metallaro del cxxxo”, ma d'altronde quando si nasce in piena notte durante una tempesta di fulmini, il destino appare segnato sin dai primi minuti di vita. Tra i quesiti esistenziali che lo affliggono i più comuni sono il chiedersi il perché le band che non sanno scrivere canzoni si ostinino ad autodefinirsi prog o avant-qualcosa, e il come sia possibile che non sia ancora stato creato un culto ufficiale dei Mercyful Fate.

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