I Dream Theater hanno un legame profondo e indiscutibile con l’Italia. Lo dimostra il fatto che, per questo breve tour europeo a supporto dell’ultimo album, “A View From The Top Of The World”, tre date live sono riservate al nostro Paese, e solo il Regno Unito, con quattro tappe, ne ha più di noi. L’altra caratteristica ormai sdoganata è che i Dream Theater appartengono di diritto alla categoria di quelle band apprezzatre da un pubblico trasversale, che va dalle famiglie con figli preadolescenti alle coppiette ai fanatici della tecnica chitarristica, e così via. La terza tappa nel nostro Paese si svolge a Brescia, al Gran Teatro Morato, facile da raggiungere, comodo e allestito con cura, forse solo un po’ dispersivo per un concerto del genere, che potrebbe essere assaportato al meglio in un contesto più raccolto.
ARION
In apertura troviamo invece gli Arion, band finlandese che forse, grazie a questo tour, potrà spiccare quel salto in più che potrebbe portarli alla consacrazione definitiva. I numeri per farlo ci sono, le capacità tecniche sono indiscutibili e la formazione, nonostante la professionalità, mantiene un fondo ingenuo che aggiubge spontaneità al tutto. Ancora più significativo, gli Arion riescono a fare breccia nei cuori dei fan dei Dream Theater, che non sono sempre facili da accontentare.
DREAM THEATER
I Dream Theater sono passati dalle nostre parti meno di un anno fa ma, a giudicare dalle presenze in sala, sembra che non sia mai abbastanza. La setlist, rispetto alle date di maggio, subisce diversi rimaneggiamenti, e in pratica rimangono uguali solo la parte iniziale, affidata al singolo “The Alien” e a un grande classico come “6:00”, e il finale, che spetta alla raffinata “The Count Of Tuscany”. A dirla tutta, però, la scelta dei brani non è poi l’elemento fondamentale (o almeno non solo quello) su cui bisogna basarsi in questo caso per valutare il concerto. La struttura generale del live, infatti, è quella di un concerto di livello talmente alto da far passare in secondo piano le scelte puramente edsecutive. Questa volta i Dream Theater scelgono di affidarsi a una serie di sfondi essenziali, in modo da permettere a tutti di concentrarsi meglio sulla musica. Si lascia, come ovvio, grande spazio ai brani di “A View From…”, ma il ritorno in scaletta di un altro grande classico come “Caught In A Web” accontenta anche i fan di vecchissima data. Certo, vengono saltati a piè pari album come “Metropolis Part 2”, “Train Of Thought” e “Octavarium”, a favore di una scelta maggiore da “Six Degrees Of Inner Turbulence”, a cui viene reso omaggio in modo particolare dopo avere festeggiato, nel 2022, i vent’anni dalla pubblicazione. Del resto, con una discografia ormai così ampia, sarebbe impossibile esaudire tutti i desideri dei fan. La cosa importante, forse, è quella di lasciarsi trasportare dagli scenari che James LaBrie e compagni riescono a creare e alle emozioni che fanno scaturire dalle loro note. I brani dei Dream Theater sono un collante tra generazioni, frutto di una coesione fra voce e strumenti davvero difficile da eguagliare. Uno di quei concerti da cui si esce rigenerati, in attesa del prossimo appuntamento, che speriamo non arrivi fra troppo tempo.
Setlist:
- The Alien
- 6:00
- Sleeping Giant
- Bridges in the Sky
- Caught in a Web
- Answering the Call
- Solitary Shell
- About to Crash (reprise)
- Losing Time/Grand Finale
- Pull Me Under
- A View From the Top of the World
- The count of Tuscany