Recensione: Shadowplay

Si fa davvero apprezzare l’approccio al power metal così gioioso, ma professionalissimo dei Dragony. La band austriaca giunge con “Shadowplay” al secondo disco in carriera non in modo così smaccato Rhapsody Of Fire, Freedoma Call, Dark Moor e Heavenly, giocando su arrangiamenti sinfonici ben architettati, cori epici e melodie dalla facile presa. Non vinceranno l’oscar come gruppo più originale dell’anno, ma i dischi come questo, curato in ogni minimo dettaglio, trovano sempre degli estimatori.

Si parte alla grande con l’opener “Wolves Of The North”, inno happy metal sorretto da tastiere orchestrali ed un falvour epico, che dimostra come i Dragony hanno imparato la lezione dai Freedom Call. Segue la powereggiante “Shadowrunners”, atrettanto coinvolgente e ben strutturata, mentre la palma di miglior song di “Shadowplay” spetta all’atmosferica “Warlock”, introdotta da cori rhapsodiani e resa solida e matura da un guitar work coi fiocchi. Siegfried Samer, si conferma un onesto vocalist e nulla più, ma la compattezza del sound e la genuinità della proposta fa passare in secondo piano i limiti interpretativi del nostro. I Dragony dimostrano di non prendersi nemmeno troppo sul serio ed in questo senso ci piace da matti la spassosa “Dr.Agony”, in cui gli austriaci fanno il verso agli Helloween, mentre nella lunga e conclusiva “The Silent Sun”, con Zac Stevens ospite, i nostri mostrano tutti i propri limiti compositivi quando si tratta di tirar fuori il coraggio e la personalità, gettando in pasto agli ascoltatori una suite fin troppo pretenziosa.

Ma “Shadowplay” resta un disco godibile ed interessante per i seguaci del power metal, che non delude, confermandosi sui livelli del sorprendente esordio. I Dragony, al pari dei Serenity, tengono alta la bandiera austriaca nell’affollato panorama power metal internazionale, confermando una scena in salute ed assolutamente in crescita.

Alessandro Battini

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E’ il sinfonico della compagnia. Dai Savatage ai Dimmu Borgir, passando per i Rhapsody, predilige tutto ciò che è arricchito da arrangiamenti sontuosi ed orchestrazioni boombastiche. Nato e cresciuto a pane e power degli anni ’90, si divide tra cronache calcistiche, come inviato del Corriere Dello Sport, qualità in azienda e la passione per la musica. Collezionista incallito di cd, dvd, fumetti, stivali, magliette dei concerti, exogini e cianfrusaglie di ogni tipo, trova anche il tempo per suonare in due band.

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