Il Download Madrid, festival metal della capitale spagnola giunge alla sua terza edizione, ma nonostante la giovane età non ha niente da invidiare ai colleghi europei. Le novità di quest’anno sono moltissime. Prima di tutto, è sparito quasi interamente l’odore di fogna che invadeva l’intera Caja Mágica, forse anche a causa di tutte le lamentele ricevute sui social. Invece, il prato artificiale che riduceva il calore è stato tolto e al suo posto troviamo solo uno strato di asfalto particolarmente bollente date le temperature elevate. Per il resto l’organizzazione si conferma assolutamente ottima e, come in Italia, sono stati inseriti punti con acqua potabile gratis e zone per rinfrescarsi. Anche il metodo di pagamento è cambiato: ad ogni biglietto corrisponde un braccialetto su cui è possibile caricare i soldi trasformati in “tuenti” e poi scannerizzare il codice per pagare.
KONTRUST
Sono le 18,20 il sole è alto in cielo e la temperatura supera i 40°. Neppure il caldo può fermare il divertimento e i Kontrust sono pronti ad inaugurare il Main Stage 2 durante la seconda giornata del festival. La band è austriaca ed è caratterizzata da una particolarità: tutti i membri indossano i lederhosen, abiti tipici dei Paesi germanofoni. Di conseguenza la musica che propongono è un folk metal contaminato con influenze dal nu metal e il dance pop per accontentare chiunque! Forse i Kontrust non hanno ancora trovato la loro vera identità, ma sicuramente hanno energia e carica da vendere. Sono stati in grado di stimolare il pubblico a saltare e a divertirsi durante “Just Propaganda“, nonostante il caldo soffocante.
RED FANG
I primi artisti a salire sul Main Stage 1 sono gli statunitensi Red Fang. Generalmente etichettati come un gruppo stoner punk, propongono un metal accattivante ma allo stesso tempo complesso, in grado di colpire vari tipi di ascoltatori, dall’headbanger al normale amante di musica. I Red Fang non si perdono in chiacchiere e preferiscono parlare con la musica, trovando davanti a sé una folla carica e pronta a sostenerli. La band sa gestire bene il palco, ma viene un po’ penalizzata dalla totale assenza di scenografia, sullo sfondo compare solo un telo nero ed, essendo le 7 di sera, non possiamo neppure godere di effetti speciali o giochi di luce.
AMON AMARTH
Sono le 9 di sera e il pubblico aspetta con ansia i co-headliner della giornata. Vichinghi, combattimenti, tempeste, mostri marini, guerrieri e tanta birra è quello che gli Amon Amarth ci fanno vivere in un’ora di puro death metala. Amando la serie tv “Vikings”, non abbiamo potuto non apprezzare la meravigliosa atmosfera che si è creata, ma soprattutto gli effetti speciali che si guadagnano la medaglia d’oro tra tutte le esibizioni a cui abbiamo assistito. Fuoco, martelli, guerreri che inscenano un combattimento, un mostro che durante “Twilight Of The Thunder God” sta per mangiare la batteria addobbata con una maschera dotata di corna e tantissimi effetti pirotecnici hanno reso questo live assolutamente al di sopra delle aspettative. Johan Hegg è perfettamente calato nella parte che vuole interpretare e non ha perso un’occasione per incitare il pubblico, addirittura brindando alla nostra con il suo corno durante “Raise Your Horns“…SKOL!
SLIPKNOT
Aspettavamo un concerto degli Slipknot da circa 3 anni e mezzo, dopo la loro ultima esibizione a Padova. Il palco viene coperto dal telone nero con il logo della band che da bianco diventa rosso grazie ad un gioco di luci che ci ha intrattenuto fino alle prime note di “People = Shit“, quando è stato risucchiato via e la band è entrata in scena. Un’ora e mezza di aggressività, energia, ma anche momenti di intimità quando Corey Taylor si è messo a parlare del valore della famiglia (nonostante i recenti problemi avuti con l’ex percussionista Chris Fehn). Il nuovo Tortilla Guy sa tenere il palco e si mette pericolosamente in piedi sulla sua percussione, mentre gli altri otto si confermano animali da palcoscenico perfettamente calati nel loro ruolo. Da una parte Sid balla nel suo nuovo travestimento e inscena persino un finto combattimento con il nuovo arrivato su quello che sembra un ring montato vicino alle percussioni. Dall’altra troviamo lo sguardo gelido di Mick che ci fissa e la sfacciataggine del Clown che sembra divertirsi particolarmente. Tolti i grandi classici, tra cui “Before I Forget“, “The Heretic Anthem” e “Psychosocial“, è stato bello sentire dal vivo i nuovi singoli “All Out Life” e “Unsainted“. Grandissima sorpresa “Prosthetics“, e finalmente la bellissima “Vermillion“, che non avevamo avuto modo di ascoltare in sede live. Nel complesso un’esibizione con i fiocchi: Corey in perfetta forma e la scenografia ottima come sempre. I nove si riconfermano i mostri indiscussi del nu metal e ascoltarli dal vivo è sempre un’esperienza catartica.
LEPROUS
Chiudiamo la serata all’insegna del progressive metal con i norvegesi Leprous. Il palco è scuro, sui toni del blu e del viola, mentre sullo sfondo risalta il logo della band. Nonostante si trattasse di un’esibizione in uno degli stage minori, molta gente si è recata sotto palco dopo il concerto degli Slipknot e molti hanno ballato con il sottofondo rilassante di “The Price“. E se non tutti apprezzano il falsetto di Einar Solberg, il concerto è stato un ottimo modo per terminare in tranquillità una giornata all’insegna del metal.
Nonostante il caldo la giornata è trascorsa velocemente. Unica pecca il pubblico, fin troppo calmo e fermo (il che è una buona cosa considerando la temperatura e la quantità di persone ammassate), ci asppettavamo un po’ più di coinvolgimento, o per lo meno sentire la gente cantare a squarciagola i grandi classici degli Slipknot, e non solo. In ogni caso ci sono stati anche dei fan super accaniti, come il ragazzo di fianco a noi che indossava una maschera di Sid fatta a mano e su misura, grazie alla quale si è guadagnato anche una bacchetta lanciata dal Clown stesso. A differenza dell’anno scorso il pit sotto palco non è stato ripulito dopo ogni esibizione e a fine serata eravamo sommersi dai bicchieri e dalle bottiglie lasciate a terra, ma allo stesso tempo abbiamo potuto mantenere la prima fila senza dover uscire e rientrare più volte dall’area. Siamo soddisfatti delle esibizioni a cui abbiamo assistito, anche se avremmo preferito qualche nome più grande nei palchi principali a inizio giornata.