Arrivati al loro quarto album, i piemontesi Dobermann non hanno più ormai nessuna incertezza (sempre che ne abbiano mai avuta qualcuna) su quale sia il loro stile musicale e su quale sia, soprattutto, il loro approccio alla musica. Questa viene vissuta come una compagna di strada nel senso letterale della parola, dato che i Dobermann sono soliti passare oon the road gran parte di un anno, tenendo moltissimi concerti in ogni dove e scorrazzando spesso in lungo e in largo in Paesi come Spagna, Francia e Regno Unito.
La formazione a tre consente alla band di confezionare, in questo lavoro così come nei precedenti, un rock and roll che è al tempo stesso grintoso e ironico; non c’è bisogno di grossi fronzoli, ma solo di riff ben strutturati e diretti, di ritornelli accattivanti e di una carica micidiale in ogni brano. Tutti questi elementi si ritrovano senza nessun problema in pezzi come “War Thunder“, nella title track e in “Radioactive“, che è una versione aggiornata di un brano contenuto nell’album “Vita Da Cani” e che in origine era cantato in italiano (i Dobermann alternano regolarmente il cantato in italiano e in inglese, anche se “Pure Breed” e cantato solo in inglese). Da notare anche le partecipazioni di Bumblefoot alla chitarra proprio in “Radioactive” e di Adam Bomb, con cui la band ha rapporti di amicizia consolidata, nella divertente “I F***ing Hate Drummers“. Basta veramente poco per lasciarsi ammaliare dal rock diretto e mai banale dei Dobermann, e se ancora non foste convinti una volta ascoltato “Pure Breed” a tutto volume, basta tenere d’occhio la loro prolifica attività live e osservarli in azione. Basterà una volta per non voler lasciarsi più sfuggire il loro rock and roll di razza.
