Ashent – Recensione: Deconstructive

A due anni di distanza dal loro disco d’esordio, intitolato “Flaws Of Elation”, gli Ashent si riaffacciano sul panorama musicale, confermando quanto avevamo già avuto modo di vedere in precedenza, ovvero che siamo di fronte ad un gruppo con buone potenzialità, a cui piace in particolare esplorare nuove frontiere del prog metal, combinandolo a sonorità più moderne e pesanti.

Già con il primo album gli Ashent si distinguevano per non terminare mai un pezzo in modo uguale a come l’avevano iniziato, a testimonianza della ferrea volontà di sperimentare, ed è lo stesso gruppo ad ammettere che il loro obiettivo principale per “Deconstructive” è stato quello di esprimere loro stessi come compositori con un raggiunto livello di maturità (del resto è anche un po’ l’idea che si ha a partire dal titolo, inteso come demolizione dei canoni classici a favore di un connubio fra generi). Questa volontà si è espressa in una serie di brani complessi, che attingono al prog metal ma oscillano tra parti acustiche e altre decisamente più pesanti, che si avvicinano quasi al calderone del metalcore. Non mancano lunghe parti strumentali, ad esempio in “Cassandra”, ma la voce dell’americano Steve Braun governa la rotta in modo impeccabile, dimostrando la sua maturità da questo punto di vista. Fra i brani meglio riusciti si individuano “Eclipsing Binary” ed “Ehpemera”, che come altri del lotto, propone un’alternanza fra clean vocals e growl. La tipologia musicale è quindi di quelle potenzialmente vincenti, bisognerà seguire ancora gli Ashent per scoprire quali altre frontiere musicali si accingono a varcare.

Voto recensore
7
Etichetta: Lion Music / Frontiers

Anno: 2009

Tracklist:

01- Sinking Beneath

02- Imperfect

03- Ephemera

04- To Develop Self-Creativity

05- The Resonance Of Life

06- Cassandra

07- Spectral Vanity

08- How Could It Feel Like This

09- Ebb And Flow Of Awareness

10- Starlinked Innerness

11- Eclipsing Binary

12- Music For Departure


Sito Web: http://www.myspace.com/ashentband

anna.minguzzi

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E' mancina e proviene da una famiglia a maggioranza di mancini. Ha scritto le sue prime recensioni a dodici anni durante un interminabile viaggio in treno e da allora non ha quasi mai smesso. Quando non scrive o non fa fotografie legge, va al cinema, canta, va in bicicletta, guarda telefilm, mangia Pringles, beve the e di tanto in tanto dorme. Adora i Dream Theater, anche se a volte ne parla male.

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