Darkwater – Recensione: Human

Ci sono voluti nove anni per avere notizie dei Darkwater, band svedese formata nel 2003 e con due album di studio nella loro discografia. Ora viene finalmente presentato il loro terzo progetto intitolato “Human” ed etichettato Ulterium Records. La loro musica progressive metal arricchita con tanti elementi in stile power, melodic e symphonic li inserisce nella categoria di band come i Dream Theater o gli Evergrey, ma sono riusciti comunque a sviluppare il loro personale suond, combinando proprio l’atmosfera melodic progressive, simile a quella degli Evergrey, con la tecnica e le composizioni relativamente più complesse, paragonabili a quelle dei Dream Theater. Il risultato di tutto ciò è un disco di oltre 76 minuti con dieci brani di buona qualità che dimostrano l’impegno dei membri del gruppo allo scopo di creare melodie che valgono la lunga attesa del successore di “Where Stories End” del 2010. Ascoltando l’intero album la cosa più notevole è il fatto che abbiamo a che fare con dei musicisti professionisti che riescono a mescolare in maniera molto efficace heavy guitar riffs con lunghe parti melodiche e con sezioni atmosferiche generalmente oscure. Il lavoro di Markus Sigfridsson alle chitarre è eccezionale, sia per i riffs che nei solos melodici, come anche quello di Magnus Holmberg alle tastiere, perfette nel ricreare musica sinfonica che contribuisce all’atmosfera globale oscura. Il cantante Henrik Båth, con la sua voce calda e profonda, si adatta perfettamente alla situazione e con una performance potente, ma anche delicata, regala un carattere emozionante ai testi che ci accompagnano durante tutto il decorso dell’album.

Una delle canzoni migliori del disco è l’intro track “A New Beginning”, con un inizio di melodia al pianoforte seguita dall’ingresso delle parti sinfoniche e dalle chitarre, che danno vita ad uno speed power metal con heavy riffs, che terminano però con un refrain lento e molto melodico. Il brano “In Front Of You”, con un chorus davvero intenso e memorabile, è oscuro, forse uno dei più heavy, ma anche melodico. A seguire abbiamo “Alive I”, un’introduzione breve per il pezzo “Alive II”, che ha un tono più sinfonico e offre un’interpretazione molto emozionante nella parte cantata. “Reflection Of A Mind” si muove su ritmi simili, essendo pieno di melodie dal tempo relativamente più rallentato, con testi ben scritti, cantati in maniera molto espressiva. Segue “Insomnia”, brano abbastanza breve, dall’influenza speed power metal, con un’armonia nell’alternanza tra ritmi veloci/heavy e lenti/melodici e uno stile folk introdotto nella seconda parte. Forse si tratta del brano più particolare del disco. Le canzoni a seguire, come “The Journey”, “Burdens” e “Turning Pages” si muovono sulle stesse coordinate e la stessa atmosfera, rendendo l’album particolarmente elaborato, studiato ai minimi dettagli sia nella musica che nei testi, con le parti diverse ben legate tra loro. La tracklist termina con “Light Of Dawn”, canzone più tranquilla ma potente allo stesso tempo, con un solo eccezionale e, ancora una volta, un testo eccellente. Senza dubbio, si tratta di un disco lungo, forse a tratti anche monotono, quindi chi cerca carica adrenalinica o qualcosa di estremamente innovativo, si deve rivolgere altrove. Consigliato agli amanti del progressive e melodic metal.

Voto recensore
7
Etichetta: Ulterium Records

Anno: 2019

Tracklist: 01. A New Beginning 02. In Front Of You 03. Alive (Part I) 04. Alive (Part II) 05. Reflection Of A Mind 06. Insomnia 07. The Journey 08. Burdens 09. Turning Pages 10. Light Of Dawn

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