Darkest Hour: “Hey fan italiani, stiamo tornando!” – Intervista a Mike Schleibaum

I Darkest Hour sono una band americana che purtroppo è sempre rimasta un po’ nell’ombra; il loro stile, che fonde Melodic Death Metal, Hardcore e Thrash Metal, non è mai riuscito a guadagnarsi un posto tra i grandi della scena, soprattutto qui in Europa, nonostante abbiano percorso una lunga strada nel loro percorso musicale. Attivi dal 1995, hanno finora pubblicato 9 album e attualmente stanno lavorando al decimo disco, previsto per il 2024. Qualche settimana fa, noi di Metallus abbiamo avuto la fortuna di intervistare tramite videochat Mike Schleibaum, chitarrista e fondatore della band originaria di Washington D.C. per ottenere alcune anticipazioni riguardo all’album in arrivo.  

Ciao Mike, come stai?


Sto molto bene, oh, vedo che ti sei attrezzato, che figata. Amo il fatto che tu stia mostrando nel video la tua collezione (dietro di me si trovava la mia collezione personale dei Darkest Hour ndr). Piacere di conoscerti attraverso questa videochiamata! 

Piacere mio!
In chat mi hai detto che siete molto impegnati, cos’avete in programma?


Stiamo avendo un’estate diciamo strana, abbiamo finito il nuovo album e tutto si sta mettendo insieme dietro le quinte. Per mancanza di termini migliori posso dirti che questa è la nostra estate a casa, è forte perché ovviamente posso avere del tempo da passare qua e per mettere tutto l’album assieme, ma sostanzialmente il nostro impegno è tutto riflesso sul prepararci per il tour che abbiamo in programma e per quelli del prossimo anno, che speriamo siano ancora più impegnativi. Quindi è una specie di vacanza, ma anche no. 

I Darkest Hour sono in procinto di compiere 30 anni di carriera, immagino che molte cose siano cambiate da quel primo Ep chiamato “The Misanthrope”, hai raggiunto o superato gli obbiettivi che avevi con John Henry e soci quando decideste di creare la band?


Quando abbiamo deciso di formare la band i nostri obbiettivi erano molto piccoli, sfortunatamente… l’obbiettivo era semplicemente quello di suonare live con la nostra band, cosa che pensavamo fosse figa, non sapevamo che obbiettivi sarebbero poi arrivati… andare in Europa, andare in Giappone o ovunque. Penso che il nuovo scopo, tenendo a mente che questi possono cambiare in qualsiasi momento, sia quello di sopravvivere, sai… essere una band, creare la musica che ti interessa e fare tour. A tutti interessa questo e solo così puoi mantenere l’abilità di continuare a creare musica e andare avanti, invece di cercare qualche traguardo di vendita, finanziario, in termini di tour ecc… penso che per noi sia un “buttiamo fuori un nuovo disco, manteniamo un clima sano come band, andiamo a fare tour, divertiamoci, suoniamo al meglio che possiamo e creando il migliore show che possiamo”. Penso che questo sia l’obbiettivo che noi tutti sentiamo di avere o di dover raggiungere, è un qualcosa di perpetuo. 

Trovi ancora molto divertimento nel fare tour e scrivere le canzoni con i Darkest Hour? Non penso che sia scontata come cosa…


Divertimento… Sì, è divertente, ma richiede anche un sacco di lavoro e molte energie; qualche volta il divertimento può essere estremamente doloroso, ma penso che il bilancio del tutto sia ancora molto impegnativo e gratificante, come penso che debba essere perchè, se tutto fosse facile, non ci sarebbe gratificazione, è una combinazione di cose, “miseria e piacere”. 

Come testimonia il vostro ultimo post online, quello che sarà il vostro decimo album è stato registrato, mixato e masterizzato. Avete creato molto hype e sono sicuro che, come me, i vostri altri fan sono in trepida attesa! Prima di questo, la vostra media era di circa un album ogni 2/3 anni, e siamo consapevoli che questo dipenda anche dal contratto con l’etichetta, ma come mai quest’ultimo lavoro uscirà a circa sette anni di distanza dal predecessore?


Penso che molto debba essere attribuito alla pandemia ovviamente, ha succhiato via un sacco di tempo ed energia, comunque prima di questa, quando abbiamo fatto il nostro ultimo album, “Godless Prophets”, non sono sicuro che fossimo convinti nel voler fare un altro full length, pensavamo di buttare fuori dei singoli, degli split, dei video musicali e via dicendo. Però lo scopo di fare nuova musica c’è ed esiste adesso, ed è molto diverso da quando iniziammo. Bisogna pensare a cosa verrà poi, per l’album precedente abbiamo fatto una raccolta fondi e abbiamo ottenuto la licenza, quella è stata una vera avventura a sé stante, proprio come l’aver dovuto consegnare l’album a tutti coloro che avevano aderito alla raccolta fondi. Pensando a tutte queste cose combinate, abbiamo sentito il desiderio di prenderci del tempo per capire cosa avremmo fatto; poi è arrivata la pandemia e tutto è andato a pezzi, così quando abbiamo iniziato a riavvicinarci, abbiamo capito che amiamo ancora fare dischi, siamo una band che scrive dischi e ci siamo detti “facciamone un altro”. Quindi abbiamo ricominciato a scrivere perché così doveva essere. Non sono sicuro se continueremo a farlo sempre nello stesso modo, ma le modalità in cui tutto si è messo assieme sono le medesime. Finalmente avevamo abbastanza musica buona. Lo stiamo finanziando su un sito che si chiama Patreon e che usiamo per connetterci con le persone online, so che non tutti hanno familiarità con questa piattaforma, ma grazie ad esso siamo riusciti a raccogliere abbastanza soldi per portare avanti il nostro lavoro, la scrittura dei brani e la preparazione di tutto. Inoltre, di recente siamo entrati a far parte di una nuova etichetta discografica, la notizia è abbastanza fresca, ma ci siamo dietro da un po’ e loro ci hanno aiutati a portare a termine il lavoro in modo da poter avere quello che sembra essere un tradizionale album dei Darkest Hour, anche se ci si potrebbe chiedere perché continuare a fare cose tradizionali, ma per qualche ragione la risposta è che amiamo i classici, quindi è quello che è. 

Io ci provo: puoi rivelarci quale sarà il titolo di questo nuovo lavoro? 


Non posso ancora, non so quando sarà rivelato e ovviamente è una cosa molto importante, quindi non posso. La ragione è che vogliamo dare a questo lavoro la spinta migliore che possiamo e quindi dobbiamo rilasciare informazioni a poco a poco. Ma una volta che il titolo sarà fuori, sarà fuori per sempre e sai, è una cosa molto emozionante. Forse è strano in un certo senso, però si, emoziona dire come sarà la copertina e come si chiamerà il disco e saperlo adesso, prima di tutti gli altri, in un certo senso è terrificante. 

Immaginavo. Puoi dirci qualcosa riguardo al nuovo disco?


Certo! Prima di tutto avrà 12 canzoni, posso dirti questo al momento, fammi controllare, penso che siano 12 (Mike cerca tra i vari fogli sul proprio tavolo la conferma ndr) Sì! Sono 12 tracce. Posso darti anche qualche informazione riguardo quello che è il punto di vista sonoro. Se il nostro lavoro precedente era caratterizzato da un approccio aggressivo e selvaggio, il nostro nuovo album sarà completamente diverso. Non facciamo mai cose troppo simili tra loro, anche se è probabile che i due dischi più vicini (in termini temporali ndr) “Undoing Ruin” e “Deliver us”, entrambi prodotti da Devin Townsend praticamente nello stesso periodo, possano sembrare più simili tra di loro, come se fossero fratello e sorella. Ma al di là di questo, tutti gli album dei Darkest Hour hanno una vibrazione diversa e quella del nuovo disco sarà diversa da tutto ciò che è stato pubblicato fino ad adesso, ma è anche una combinazione di quello che c’è stato prima (ride ndr). Questo sarà anche il primo album autoprodotto dai Darkest Hour. Ogni full length fino a ora è stato prodotto da qualcun’altro, anche “The Mark Of The Judas” (primo album della band ndr), è stato scritto e preparato da noi, ma poi è stato prodotto da Brian McTernan, che ha prodotto anche “So Sedated, So Secure” e successivamente “The Eternal Return”, lui sì che è un produttore! Per questo lavoro invece abbiamo fatto tutto noi, con un team fantastico di persone delle quali ci fidiamo dal passato, dopo un po’ sai esattamente come e cose vuoi. Penso che una delle caratteristiche più importanti, sia in termini di suono che di creazione di questo lavoro, è il fatto che questo è il primo disco autoprodotto dei Darkest Hour, una combinazione dei Darkest Hour aggressivi e di quelli più orecchiabili, anche se la parte orecchiabile non sarà come quella presente sul nostro self-titled, in quanto lì è più tendente al pop rock e non lo sarà nemmeno come quella presente su “Undoing Ruin” o “Deliver Us”, dove era invece più nascosta. Sarà un mix di tutto e sono convinto che piacerà, specialmente a coloro ai quali piacciono già i Darkest Hour; un nuovo, onesto, album da una band che ami e che sai come suona. Detto questo, ci sono decisamente dei rischi, abbiamo fatto cose che non abbiamo mai fatto prima, ma c’è da dire che il nostro intento non era quello di fare un totale ritorno al passato, dicendo per esempio ‘prendiamo “Undoing Ruin” e copiamolo’. L’album presenta un’evoluzione nel suono, ma contiene sempre lo stesso gusto che vogliamo avere e tenere in quanto band. Sai, ovviamente ci sono stati sette anni di creazione e di esplorazione per quest’ultimo lavoro; sarà un viaggio sonoro. 

Non vedo l’ora di poter ascoltare il vostro album numero 10, che se non erro sarà anche il primo album da “The Eternal Return” senza Mike Lonestar. Mike è stato con voi per ben 4 album lasciando sicuramente la sua impronta. Si è in qualche modo sentita la sua mancanza durante il processo compositivo?


Assolutamente, quando la pandemia ha colpito il mondo, le priorità di tutti sono cambiate e ora abbiamo in un certo senso ricominciato da capo. Eravamo io, John, Travis e Aaron con un sacco di idee. Abbiamo sempre avuto due o tre linee distinte di chitarra lead nei nostri brani, alle volte abbiamo dei guest, ma abbiamo sempre avuto un chitarrista lead sin da “The Mark Of The Judas”, o meglio, quell’album non ha esattamente delle chitarre lead, ma abbiamo sviluppato l’idea di aggiungere parti lead alla nostra musica e da quel momento l’abbiamo sempre fatto, sebbene abbiamo questi album, dove non ci sono delle vere e proprie parti lead. Creare canzoni, idee e temi… è stata come un’esplosione, perché avevamo deciso di tuffarci insieme e stavamo semplicemente affrontando il tutto da un punto di vista e un modo completamente nuovo, perché ci sembrava essere più aerodinamico.  Mentre stavamo ricominciando a esibirci abbiamo chiesto aiuto a Nico Santora, che ha suonato in un sacco di band come i Suicidal Tendencies per un breve periodo, nei Fallujah, nei The Faceless e ha studiato chitarra solista per tutta la sua vita. Quindi, quando mi sono imbattuto in lui, ho pensato: “Forse questo è il tizio che potrebbe stare bene con noi”, così sono andato a cercarlo su Facebook, perché è questo che fanno le persone per informarsi sugli altri e ho trovato un video di 10 anni prima dove stava filmando i Darkest Hour a un nostro concerto. Ho subito pensato che a lui piacesse davvero tanto la nostra band, è cresciuto attorno a questo mix di metalcore e hardcore proprio come noi, anche se in un modo diverso, così una volta che ha iniziato a suonare dei live show abbiamo iniziato a connetterci a lui come fosse parte di noi sai, telefonate, uscite da amici ecc… a un certo punto gli ho chiesto: “Hey, vuoi sentire la nostra roba nuova?”, sai cosa intendo e, una volta dopo avergli fatto ascoltare il tutto, gli ho detto che avrebbe dovuto provare a buttarci giù qualche parte lead, io ho delle idee lead graffianti e carine, però mi sono chiesto come avrebbe suonato il tutto se lo avesse fatto lui. Poi la cosa mi è sfuggita di mano una volta che abbiamo sentito il suo stile miscelarsi con il nostro materiale… abbiamo pensato subito che quella fosse la merda che volevamo. Così abbiamo intrapreso una strada del genere come se lo stessimo facendo diventare sempre più parte del processo, ci è sembrato tutto così naturale che alla fine avevamo un surplus di idee, forse troppe. Quindi poi abbiamo cercato di tenere il meglio e tutto è venuto fuori così. Certo, è stato assolutamente un incidente prima della rivelazione, abbiamo pensato che avremmo dovuto ricominciare da capo, ma non ci siamo mai sentiti bloccati perché era come se stessimo provando cose che non funzionavano e poi, una volta che abbiamo iniziato a provare cose che invece funzionavano, è stato tutto più facile.  

I vostri dischi hanno sempre una costante in comune, un intermezzo oppure un brano strumentale all’interno della tracklist, scelta a mio avviso molto interessante e sempre apprezzata… da “Broken Wings” a “Widowed”, con altri brani nei vari album, tra i quali “Terra Solaris”, il mio preferito di tutti. Per voi questa è una scelta estetica/di espressione personale, oppure è più un modo per far “riposare” l’ascoltatore durante l’esecuzione per intero dell’album?


Oh sì, amo quella canzone (riferito a “Terra Solaris2 ndr), è un brano un po’ trascurato, ma la adoro, cioè, quella canzone ha pure un assolo di Tosin Abasi, è assurdo! Gli servirono solo due take! Comunque, sì, c’è una nuova canzone strumentale sul nuovo album ed è una delle mie preferite tra quelle che abbiamo fatto, è grande. Noi facciamo brani strumentali, nel passato c’è stato un periodo dove forse non abbiamo più abbracciato l’idea così tanto perché abbiamo un cantante che non suona uno strumento sul palco e penso anche a lui. Noi vogliamo delle parti che siano solo strumentali, ma lui le respinge dicendo che avrebbe invece un sacco di idee per inserire la sua voce, sai cosa intendo… Ma io penso che stando a quello che siamo, al come suoniamo ed a come ci sentiamo, penso che siamo pronti per avere parti strumentali, intermezzi strumentali e tutto ciò che possa dare una pausa alle urla, pogo e cose del genere. Ma, detto ciò, non è questo il motivo per cui c’è una nuova traccia strumentale sul nuovo disco. La ragione è che mentre stavamo creando temi ed idee, queste erano troppo belle per essere buttate in una pila di canzoni scartate e sai, in quella pila di brani c’è ancora tanta roba buona. Il nostro self-titled album secondo me sarebbe potuto essere migliore, ha 14 canzoni e sono veramente tante, secondo me avremmo dovuto concentrarci solo su quello che poteva avere un vero impatto. Mi sento allo stesso modo con “Godless Prophets”, ma comunque questo nuovo album sarà diverso, è stato tagliato fuori quello che poteva funzionare di meno per far sì che non ci fosse troppo di quello o di quest’altro, sai cosa intendo… tutto è stato fatto finché non abbiamo avuto abbastanza canzoni che ci piacessero veramente tanto. Ho questo piccolo studio qui (riferito a casa sua ndr) e sono sempre impegnato a editare cose che poi andiamo a provare più tardi. Questo è il modo in cui funziona la mia mente; quindi, ad un certo punto ho detto: “Fanculo a tutta questa canzone” e mi sono chiesto cosa sarebbe successo se avessi cambiato cosa qua e là, ho fatto una piccola traccia e l’ho mandata a tutti per iniziare a discuterne, era innegabile che fosse una bella idea. Quando questa roba verrà suonata dal vivo, perché è fottutamente bella e verrà suonata dal vivo, renderà il set davvero fantastico e penso sarà speciale; quindi, sì, amiamo i pezzi strumentali, specialmente quelli che arriveranno tra poco, con il nuovo album. 

Fantastico.

 
Ti avviso, non durerà 12 minuti, ma è figa!


Non che questo sia un problema.


Abbiamo un’alternativa però, ci sarà una lunga canzone stile Iron Maiden nel nuovo album, di cui sono davvero entusiasta. Una sorta di profondo viaggio sonico, poi ce ne sono altri che vanno al sodo; come ho detto, l’album sarà una combinazione di diverse idee, non vediamo l’ora di farvelo sentire. 

Non vedo l’ora di poter sentire il nuovo disco, così come non vedo l’ora di vedervi live. A proposito di questo, nel 2022 avreste dovuto tenere uno show in Italia, ma sfortunatamente questo è stato cancellato. Penso che siano passati circa 10 anni dalla vostra ultima apparizione nel nostro paese, c’è per caso stato qualche problema con l’Italia in passato?


Amico, sì, è passato troppo tempo. Non abbiamo problemi, adoriamo l’Italia. Una volta fissata l’intervista ho subito pensato che non veniamo abbastanza nel vostro Paese e che non ci connettiamo abbastanza con tutti. Però è letteralmente uno dei nostri paesi preferiti al mondo. John adesso passa molto tempo lì, sai, sua moglie è italiana, quindi è spesso da quelle parti. Io invece sono passato da voi con altri colleghi e sì, è passato un sacco di tempo senza che i Darkest Hour venissero da voi. Ma non c’è dubbio sul fatto che voi abbiate una delle migliori proposte culinarie di tutto il mondo. Oltre a degli scenari fantastici e tantissime altre cose fighissime. Però sai, a volte gli spettacoli non sono il massimo, non ti mentirò dicendo che l’Italia ha i migliori palcoscenici; ma il vero motivo per il quale l’Italia venga un po’ trascurata durante i tour, penso che sia ricollegabile alla logistica, i tempi di viaggio ecc… Quando avremo superato le date americane del tour, che dedicheremo al nuovo album, arriveremo in Europa. Non succederà prima dell’anno prossimo, però torneremo sui vostri palchi, perché abbiamo un nuovo album ed è giusto vedere chi presterà attenzione a questo. Ma soprattutto non abbiamo assolutamente rinunciato al mondo heavy/hardcore italiano, Quella scena è fantastica. È un peccato che molto spesso tutto diventi incentrato su paesi come la Germania, Paesi nordici e qualche paese dell’est. Lavoreremo duro per poter scendere di più, perché ancora una volta, noi vi adoriamo, così come adoriamo paesi come Grecia, Portogallo e Spagna. 

 Capisco e sì, a proposito di questo, l’anno scorso vi siete imbarcati in un tour “Europeo”, concentrato solo su date in Germania più una data al Brutal Assault in Repubblica Ceca. Personalmente non volevo perdervi, quindi sono venuto a vedervi a Stoccarda in un locale piccolissimo e poi ho avuto la fortuna di vedere un vostro show anche al Summer Breeze, sentirvi suonare Deliver Us dal vivo due volte nel giro di pochi giorni è stato entusiasmante. Com’è stato suonare live uno degli album più ascoltati dei Darkest Hour?  Siete stati soddisfatti della risposta che avete avuto da parte dei fan?


Voglio dire, odio, come sai, menzionare la pandemia, ma ha distrutto quello che avevamo fatto in tanto tempo. Quella piccola corsa europea è stata fatta perché ci eravamo comunque impegnati molto per fare qualcosa in Europa, prima della pandemia… sai cosa intendo. Per qualche motivo era importante per noi fare bene con i promotori, sai… Dovevamo assicurare che avremmo suonato a questi spettacoli, ma alla fine sono diventate solo delle poche date isolate. Fare un tour d’estate è davvero costoso e difficile. Vedi certe band annullare degli interi tour oppure avere molti problemi sul loro cammino, abbiamo voluto evitare queste cose, così la soluzione è stata condensare il tutto. In America per noi è molto più facile fare tour e date, quindi abbiamo iniziato con il tour di “Deliver Us”, che ha spaccato; è stato fantastico, davvero molto; poter vedere nuovamente tutti, dopo essere stati fermi per così tanto tempo, suonare un album e delle canzoni che tutti conoscevano e che tutti volevano vedere, suonando dei pezzi extra e facendo dei set molto lunghi… è stato fantastico, ma poi andammo in Europa e dopo le date singole ci furono i festival e quello fu un po’ più complicato, perché avremmo dovuto suonare più di quello che era il festival set prestabilito e non volevamo assolutamente lasciare fuori persone come te che avrebbero voluto vedere tutto il set di “Deliver Us” e onestamente, non torneremo a proporlo nuovamente una volta che sarà uscito il nuovo disco. Quindi questa era l’unica possibilità. Il tutto è stato pazzesco, penso che sarebbe potuta andare meglio se fosse stato presentato a tutta l’Europa e ai fan europei, fare un tour tutto attorno a quell’album avrebbe meritato. Non stiamo dicendo che non lo faremo mai più, anzi, andremo a Tokyo prossimamente e faremo una notte tutto il set dedicato a “Deliver Us” e una notte il set dedicato a “Undoin Ruin”; forse un giorno faremo un album a settimana e suoneremo per sette giorni da qualche parte, ma adoriamo suonare i nostri album e siamo felici di farlo. Abbiamo fatto un tour con i Comeback Kid, band tosta, nostri amici e per di più anche loro adorano “Deliver Us”, quindi è stato figo portare con loro un po’ di sano Thrash/core e del mosh, perché si incastra perfettamente con i Comeback Kid ed i loro show pazzeschi. Ma poi fanculo, abbiamo deciso di continuare questa cosa di “Deliver Us”, ci sono persone che adorano l’album e che vogliono venire a vederlo, proprio come hai fatto tu. Prima nella versione intima in un locale piccolo e successivamente la versione festival. Forse lo faremo di nuovo, ma sicuro non si farà per un po’. 

 Sì, sono state delle date incredibili, mi aspetterò la stessa energia quando porterete il nuovo album. Hai menzionato i Comeback Kid e ricordo che l’anno scorso spesso vedevo spesso dei post o storie riguardanti le vostre serate assieme durante gli show. Sarà una domanda poco originale, però con quali altre band ti piacerebbe fare dei tour?


È così divertente, perché le persone me lo chiedono spesso e quindi è facile rispondere. Posso portare in vita band e persone che sono attualmente morte o solo band attualmente esistenti? Comunque… ovviamente i Metallica, gli Slayer, At The Gates, In Flames, Entombed e beh, tutte le mie band preferite. Gli Iron Maiden, il fottuto Ozzy Osbourne, Black Sabbath, anche se effettivamente con loro abbiamo già suonato e anche con gli Slayer, durante lo svolgimento dell Ozzfest nel 2004, dove c’erano anche gli Slipknot e Judas Priest; quello è stato un tour da sogno. Ma al di là di ciò, sarebbe fantastico fare un tour con le persone migliori che conosco, questo tour non avrebbe senso per nessuno nel mondo tranne che per me; ci sarebbero gli Strike Anywhere, Avil, In Flames, Dismember, The Haunted, ci sarebbe questo pazzo mix e non so se qualcuno verrebbe mai a questo festival, però sarebbe il mio “dream tour”, far sì che tutte queste persone fantastiche possano andare in tournée assieme. Sai, i Darkest Hour sono in grado di stare tra la linea HC e Death, siamo stati in tour sia con band punk e hardcore, così come con tante Death Metal band. Se si potessero mettere band come i Cannibal Corpse, che sono persone fantastiche, nella stessa serata con band come gli Avail oppure gli H2O… Io voglio gli H2O ed i Cannibal Corpse in tour con i Darkest Hour, anche se penso che il mio dream tour sarebbe più simile ad una grande festa, quindi alla fine dovremmo pagare. 

Ho sentito il nome At The Gates, so che qualche anno fa hai intervistato Tompa degli At The Gates; al tempo dissi che una delle cose che più ti erano piaciute di Slaughter Of The Soul è stato il tipo di composizione, ti cito “Si Trattava sempre di come le chitarre si muovevano assieme alla voce”, sembra che nei Darkest Hour seguiate lo stesso principio, com’è lavorare con John Henry? Dopo tutto questo tempo passato a suonare insieme riuscite a “sincronizzarvi” automaticamente oppure il processo di scrittura è ancora difficile?


Senza ombra di dubbio è ancora impegnativo, perché sopra di te hai tutta un’ombra di cose che hai fatto bene in passato. Comunque, è molto impegnativo perché così come lui è cresciuto come cantante, assieme a nuove idee, io sono cresciuto come scrittore. Non sono un cantante, ma ora che sono un po’ più anziano ho realizzato che Thomas (Thomas “Tompa” Lindberg, cantante degli At The Gates ndr) non segue molto la chitarra, non posso ovviamente dire quello che Thomas pensa, però sembra che lui non canti contro i riff di chitarra, ma che le sue linee vocali si riflettano sulla batteria e perché non fa linee melodiche che si attaccano alle melodie, come fanno invece altri cantanti perché sai, gli At The Gates sono un urlo continuo. Sono i cambiamenti ritmici a renderlo così orecchiabile perché è tutta una questione di schemi quando stai semplicemente urlando nel modo giusto. Quella formula è il modo in cui i Darkest Hour sono esistiti fino a “Undoing Ruin”, finché non abbiamo iniziato a sperimentare con canzoni più melodiche, poi abbiamo rotto lo stampo e “yaddy yaddy yada” (interpretazione a piacere ndr) e ora è tutto un gioco nuovo, perché aggiungiamo melodie a volte e note contro note, non si tratta solo di urlare. Ma penso che al centro del tutto sia ancora così. Così, quando sento un mucchio di riff che abbiamo messo insieme, inizio immediatamente a sputare fuori delle idee vocali, ma John, mi ferma sempre dicendo che quello è il suo cazzo di lavoro e che è lui il cantante, accusandomi del fatto che io sono il chitarrista e cerco di fare anche il cantante. Ma c’è da dire che abbiamo una relazione decisamente migliore adesso, sono disposto a cedere e a dare ragione, ma penso che anche lui ora sia nella posizione di affermare che le mie idee alle volte sono fighe; quindi, prova ad usarle. Abbiamo una buona base di fiducia costruita su quello che ci piace ascoltare e siamo in grado di cambiare qualche idea se ci sono nuovi imput, cosa che penso sia molto importante. Non è una battaglia, è proprio una conversazione e indipendentemente dal fatto che sia ancora difficile, lo è sempre meno più rispetto a prima, perché è più divertente e possiamo arrivare ad un punto insieme trovando l’idea giusta. Forse è anche per questo che sono così eccitato riguardo la sua performance vocale nel nostro nuovo album che sarà secondo me la sua migliore performance di tutti i dischi. 

Stai facendo molto Hype a riguardo.


Sai di cosa sto parlando, non mi interessa. Se dovesse finire nelle classifiche, chi se ne frega, se esce e vende molto, chi se ne frega, perché non venderà mai tanto quanto vendeva prima e non avrà mai importanza. Tutto quello che conta è che sia buono e noi sentiamo che lo è. 

Ci conto! Nella vostra carriera non mi avete mai deluso.


Ottimo, fortunatamente non siamo pazzi (ride ndr)

Parlando di vocals, come hai ripetuto poco fa e come comunque avete già scritto sui social, quelle che saranno presenti sul nuovo album saranno le migliori vocals fatte fin’ora da John Henri. Puoi dirci di più?


Noi sentiamo così, non è che non ci piacciano le altre, ovviamente. Gli assoli di chitarra, le iperbatterie e via dicendo sono incredibili, ma c’è sempre qualcuno che propone cose fuori di testa non appena dai un’occhiata al telefono. Ma quando vedi qualcuno unire bei testi a un’idea autentica, il tutto mescolato con la potenza dell’Heavy Metal, è fantastico. Addiziona poi il fatto di fare tour da quasi 30 anni con grande resistenza… Poi sai com’è, le band hanno i loro alti e bassi con i cantanti. Alcune volte se la prendono con loro perché non sembrano non fare nulla, ma ogni tanto si accorgono di quanto quel ragazzo con il microfono sia talentuoso. Penso che questo sia il suo momento. 

Parlando di riff… nel tuo repertorio dei Darkest Hour, quali sono i tuoi riff preferiti da suonare?


Cazzo, è davvero difficile. Penso che “A Thousand Words To Say But One” abbia il riff definitivo dei Darkest Hour. Anche il primo riff in “The Mark Of The Judas”, ovvero quello di For The Soul Of The Savior. Penso che questo sia stato il primo riff alla “Darkest Hour”. Ma ci sono anche altri riff meritevoli in “Deliver Us”, oppure in “The Sadist Nation”. Personalmente, amo “The Patriot Virus”, anche se non so quante menzioni d’onore essa riceva. Comunque, andrei sicuramente con “A Thousand Words To Say But One”, “For The Soul Of the Savior“, il primo di “The Mark of Judas” e… cavolo, è difficile. (Guarda le cover degli album dei Darkest Hour per qualche secondo ndr). Non so, suono spesso anche “Tranquil” per qualche ragione, che è sempre un brano tratto da “Undoing Ruin”. C’è un riff distintivo qui, ma cavolo, ci sono così tante canzoni. Anche Sadist Nation sarebbe una buona scelta e anche “Pay Phones And Pills”, il riff nel verso è figo, però non lo so, è troppo difficile. Sono come i nostri figli e scegliere i migliori di loro non è facile.

Comprensibile essere in difficoltà, avete un sacco di materiale ma soprattutto avete tanto materiale fenomenale. 


Oh, non so se la conosci, ma anche l’ultima canzone di “The Human Romance” (Beyond The Life You Know ndr) è piuttosto figa. oppure “Into The Grey”, che è l’ultima canzone di “The Eternal Retourn”, c’era parecchia gente su di giri per quella, oppure anche la prima canzone, “Devolution Of The Flesh”, anche quello è un bel rifff cazzuto. Questi riff spaccano! Potrei continuare a parlare di riff a lungo (ride ndr). 

Avete scritto davvero tanti riff cazzuti, immaginavo che sarebbe stata dura scegliere. Dato che il tempo a disposizione sta per finire, vorresti lasciare un messaggio per i tuoi fan italiani? 


Certo! Hey fan italiani! Stiamo tornando, siamo i Darkest Hour, molti di voi probabilmente non sanno chi siamo, però se lo sapete, stiamo tornando, se non lo sapete, stiamo per arrivare con il nuovo lavoro e nuova musica. Tutti voi avete uno smartphone oppure un modo per connettervi ad internet; quindi, potrete prima ascoltarlo e in seguito sperimentarlo con noi live. Assicuratevi di seguirci e di trovare il modo per connettervi a noi, così potrete sapere quando arriveremo! Perché non veniamo da voi abbastanza, dunque, è meglio cancellare tutti i vostri piani per unirvi alla nostra festa quando saremo lì, ovvero l’anno prossimo.

Grazie di tutto Mike per il tempo a me dedicato, è stato davvero un onore.


A te, è stato un piacere conoscerti. Grazie per averci supportato durante l’ultimo tour Europeo, a presto. 

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