Domenica 8 Maggio gli svedesi Dark Tranquillity hanno fatto ritorno sul suolo italiano. Noi di Metallus siamo riusciti a ottenere un’intervista “last minute” con Mikael Stanne, il carismatico frontman che più di 30 anni fa creò la band. Nel poco tempo a disposizione abbiamo cercato di farci raccontare fatti riguardanti il passato del cantante svedese, in relazione allo speciale sul Göteborg Sound uscito qualche mese fa.
G: Ciao Mikael, è un piacere rivederti e grazie ancora per questa intervista concessaci all’ultimo minuto.
Come ti abbiamo accennato poco fa (siamo riusciti a scambiare due chiacchiere con Stanne prima dell’apertura dei cancelli ndr), vorremmo parlare con te a proposito della scena di Göteborg, soffermandoci principalmente sul passato. Dal momento che si usa credere che lo Swedish Death Metal provenga principalmente da Stoccolma, vorremmo sapere come ha fatto questo ad arrivare a Göteborg, dove hai sentito per la prima volta il Death metal e come hai deciso che esso sarebbe stato parte della tua vita.
In realtà penso che sia a Göteborg che a Stoccolma il tutto sia iniziato bene o male nello stesso momento. Mi sono avvicinato al metal estremo grazie a un amico più vecchio di me, poi comprai un album dei Kreator e quella è stata la prima volta che ho sentito qualcosa di così intenso. Quel disco era “Flag Of Hate” (Ep del 1986 ndr) e in quel momento fu la cosa più figa che avessi mai ascoltato. Successivamente ho iniziato ad uscire con Tomas Lindberg (cantante negli AT The Gates ndr), che a quel tempo gestiva una fanzine intitolata “Cascade“, quindi lui mi ha introdotto verso un sacco di nuovo materiale. Tomas andava a scuola insieme ad Anders Iwers (ex bassista dei Dark Tranquillity, dal 2015 al 2021 ndr) e uscivamo molto spesso anche per ritrovarci ad ascoltare parte della sua collezione di demo ed album.
C’era anche un negozio di dischi a Göteborg che aveva del metal estremo ed heavy metal ovviamente, inoltre ci facevamo anche qualche compilation sia su cassetta che su cd con i nostri brani ed artisti preferiti. Un altro momento importante fu quando vidi i Grotesque (la band di Tomas Lindberg prima di formare gli At The Gates ndr), probabilmente attorno al ’86-’87 o ’88 non ricordo esattamente, un mio amico che viveva praticamente nella mia stessa via doveva fare un’audizione con loro. Era molto nervoso e quindi mi chiese di andare con lui alla loro sala prove. Quella fu la prima volta che li vidi insieme e suonarono delle cover dei Bathory; fu molto intenso e in quel momento pensai: “Wow, questa è la cosa più figa del mondo“, ero senza parole. Ovviamente in seguito sono andato a sentire i Grotesque spesso. C’erano un sacco di show in una location chiamata Välvet, lì facevano un sacco di concerti punk, synth e ovviamente metal. Grazie a questo posto ho conosciuto un sacco di gruppi, come i Carcass, i Massacre e via dicendo, era fantastico!
C’erano anche altre location un po’ più piccole, dove generalmente suonavano le band locali e ce n’erano molte. Per esempio Christian Jansson (l’attuale bassista turnista dei Dark Tranquillity ndr) suonava (e suona tutt’ora ndr) in un gruppo chiamato Pagandom. Loro erano considerati enormi e alla fine degli anni ’80 noi della scena di Göteborg volevamo sempre vederli live, perché erano una delle migliori band della città, fantastici. Questa dunque era la scena locale, poi grazie a Tomas ho iniziato a conoscere moltissimi metallari provenienti da Stoccolma. Loro venivano a trovarlo ed eravamo sempre pronti per far festa o bere birra. Ed è proprio così che ho conosciuto i ragazzi dei Tiamat e dei Nihilist.
Quindi questo è praticamente come sono stato introdotto nella scena e dopo quel disco dei Kreator nell’88, mi sono detto: “Cazzo, dobbiamo mettere su una band“, ed è stato proprio quello che abbiamo fatto.
R: Ti va di raccontarci di più riguardo al come vi incontravate e come vi muovevate nel vostro campo musicale? Era difficile per voi trovarvi?
No, in realtà non proprio. Vivevamo a Billdål che si trova a circa 30 minuti di distanza dal centro città (di Göteborg ndr) e praticamente tutti noi eravamo sulla stessa linea dell’autobus. Io vivevo vicino al capolinea, quindi ero il primo a prendere il bus per la città, Tomas si trovava sulla fermata successiva, poi in quella dopo c’era Niklas (Sundin, ex chitarrista Dark Tranquillity), Anders Fridén (cantante degli In Flames ndr) e gli altri ragazzi dei Dark Tranquillity. Dopo tre fermate c’erano Anders e Jonas (i fratelli Björler allora entrambi membri degli At the Gates ndr), quella dopo Anders Iwers e suo fratello Peter (ex bassista In Flames ndr) e così via .
Era dunque molto facile per noi incontrarci e fare musica insieme, anche perché era l’unica cosa che facevamo. Ogni weekend uscivamo, bevevamo birra e ascoltavamo musica, durante la settimana andavamo a scuola e nel weekend ci trovavamo a dirci a vicenda: “Hey amico, devi assolutamente ascoltare quest’album” o cose del genere. Andavamo spesso nelle varie sale prove dei nostri rispettivi amici. Ricordo quando gli At The Gates “aprirono” la loro nuova sala prove, eravamo tutti lì e volevamo assolutamente vederla. Successivamente iniziammo a registrare materiale, andai anche a sentire le registrazioni di alcuni demo, per esempio quello dei Cerimonial Oath e pensai subito: “Oh, questo studio è davvero bello“. Quello diventò poi lo studio di Fredrik Nordström e successivamente, sotto il suo comando, divenne un posto leggendario dove tutti volevano registrare. Si può dire che il progresso è stato abbastanza lento all’inizio, nessuno conosceva un produttore che lavorasse il metal estremo in città, nessuno era certo da chi andare a registrare. In più eravamo dei ragazzini sprovveduti senza soldi, ma allo stesso tempo era eccitante, sai, quando fai di tutto per la musica… Personalmente non riuscivo a permettermi di comprare molti dischi, spesso quindi scambiavamo tra di noi quello che avevamo, demo e cassette, c’era un’enorme rete di scambio ed in zona ho avuto un grande ruolo in quello.
G: Se non sbaglio, uno dei “Tape Trader” più famosi del circondario era “Tompa” (Tomas Lindberg ndr),avete avuto anche voi dei DT un ruolo importante in questo?
Si, assolutamente. Tomas spediva un sacco di materiale e anche io come lui. Io e Niklas l’abbiamo fatto per diversi anni, spedivamo in tutto il mondo e collezionavamo un sacco di cassette. Non molte band venivano a Göteborg o in Svezia in generale a suonare, era difficile per loro organizzare i tour, quindi non capitava spesso di vedere dei concerti fighi non underground, Ci è voluto un po’ di tempo perché questo accadesse. Era davvero frustrante e per questo è subentrato lo scambio di cassette contenenti riprese video o registrazioni audio dei live show di band famose. C’erano davvero un sacco di gruppi che mi sarebbe piaciuto vedere live, mi dicevo spesso: “Cavolo, devo assolutamente mettere le mani su quella cassetta“. Non essendoci YouTube, potevi fare solo in questo modo, ma almeno riuscivi a vedere i Morbid Angel o gli Autopsy. Tutto questo era eccitante e penso che sia una delle risposte al “come ha fatto tutto ciò a diventare parte delle nostre vite“. Eravamo giovani, attorno ai 16/17 anni, e allora divenimmo quello che siamo adesso, grazie alla musica, alla connessione che avevamo con essa, e a come tutti erano cosi dedicati ed appassionati ad essa.
Eravamo veramente tutti amici di tutti, è stato forte. Mi piace molto pensare a come praticamente tutti lo stiano ancora facendo adesso, ancora su quella linea del bus, tutti che suonano in vari progetti musicali o fanno qualcosa per quanto riguarda la cultura in Svezia. Per esempio la ragazza di Bjorn è a capo di uno dei migliori show svedesi sulla cultura e sulla musica, è una metalhead e sempre pronta a fare festa con noi. C’è un altro ragazzo che suonava il basso in numerose band, ora anche lui ha un suo Tv show e organizza festival e cose cosi, oppure Kristian Whalin, non suona più la chitarra nei Grotesque, ma fa le copertine ai gruppi più fighi del mondo, e via dicendo. Tutti stanno ancora facendo qualcosa che è molto vicino e ha una connessione con il nostro passato. Puoi quindi notare quanto esso sia stato importante per noi, ci ha formati, facendoci diventare quello che siamo oggi.
G: Quand’è stata la prima volta che ti sei detto: “Ok, la musica è la mia vita e sarà il mio lavoro”?
In realtà non l’ho mai pensato in quei termini, o meglio, quando io e Niklas ci comprammo una chitarra lo pensammo subito, ci dicemmo: “Andiamo, facciamolo” e quello diventò quello che abbiamo alla fine fatto. Tutto il resto andava bene, studiavamo, andavamo a scuola, ma dedicavamo alla chitarra la maggior parte del nostro tempo.
Le carriere o i lavori servivano, certo, ma solo per avere dei soldi da investire in musica, ha sempre avuto la priorità, su tutto.
R: C’è stato invece un momento dove avete capito che il Göteborg Sound era divenuto famoso in tutto il mondo?
Penso che l’avrò detto un milione di volte, ma quel momento è stato quando stavamo facendo il nostro secondo tour, penso nel ’96. Ero in un bar da qualche parte in un merdoso club in Germania e trovai un volantino sul pavimento con scritto: “Band death metal tedesca suona nel vero stile di Göteborg“. Pensai subito: “Che cazzo è questa roba?“, non ne avevo idea. Successivamente molte persone iniziarono a parlarne dicendo “Oh, quello è il Göteborg Sound“, ma non capivo cosa volesse dire, sembrava un insulto. Tutti noi volevamo fare qualcosa che fosse originale e che suonasse totalmente diversa dal resto della musica che veniva scritta in quel periodo; At the Gates, In Flames.. tutti volevano essere veramente il più originale e diversi possibile. Non volevamo minimamente assomigliare al tech death della Florida o al thrash tedesco o a quello di San Francisco, volevamo solo essere molto diversi, quindi scrivevamo canzoni che non trattavano di film dell’orrore o delle solite cose già sentite e risentite (imita vocalmente un riff thrash ndr). Quindi quando qualcuno ci etichettava dicendo: “Quello è il Göteborg Sound” pensavamo “No, ma che cazzo, noi siamo unici“. Era strano all’inizio, non ero pronto per quello ed ero come arrabbiato o infastidito, come se stessero eliminando lo sforzo che avevamo messo nel fare una musica originale. Comunque questo è il come ne ho sentito parlare per la prima volta. All’inizio era sulla bocca di tutti e ne hanno discusso per tanto, poi è diventato in un certo senso noioso e per questo abbiamo deciso di fare qualcosa di nuovo, ovvero “Projector” nel ’99. Volevamo far vedere che potevamo scrivere qualcosa di insolito e liberarci finalmente quasi dell’etichetta dataci. Ovviamente però oggigiorno sono veramente molto orgoglioso di aver contribuito a creare il Göteborg sound.
G: In passato, durante il periodo d’oro del Death metal Svedese, c’era una band nazionale che più ammiravi rispetto ad altre?
Ovviamente avevo delle band che amavo di più rispetto ad altre e ancora oggi molte delle mie band preferite in assoluto sono svedesi. In alcune di queste militano dei miei amici, per esempio nei Candlemass, Opeth, At The Gates, Merciless, Edge Of Sanity, sono questi i lidi dove tendo di più ad andare, sono tutte band grandiose! Poi ci sono ovviamente i Bathory, che sono probabilmente la più importante band svedese di tutti i tempi, almeno per quanto riguarda la scena estrema: intensi e mistici.
G: Ti vorrei porre la mia ultima domanda, riguardante il passato più recente. Come sappiamo, “Moment” è uscito durante la pandemia, è stato difficile il processo che ha portato alla realizzazione di questo disco? E inoltre, com’è suonare live senza Ander Jivarp (ex batterista e membro fondatore dei Dark Tranquillity ndr) ed Anders Iwers?
Senza ombra di dubbio è stato strano far uscire un album durante la pandemia, ma non ci abbiamo pensato due volte, volevamo pubblicarlo e questo è quello che abbiamo fatto. Io in particolare sono un collezionista, e quando ho visto che alcune band stavano posticipando la data di uscita dei loro dischi ho pensato: “No no no, li voglio ora, li voglio ora più che mai” (ride ndr), quindi abbiamo deciso di pubblicarlo. Per quanto riguarda la line-up, penso che quella attuale sia la migliore che i Dark Tranquillity abbiano mai avuto. Joakim (batterista degli In Mourning ndr) è un mostro assoluto, Christian, come vi ho detto prima, è uno dei miei vecchi eroi, Johan è fantastico e il sostituto americano di Christopher Amott (da poco diventato papà ndr), Joey Conception, è sensazionale, quasi ridicolo dalla bravura, quindi penso che oggi suoniamo meglio di sempre.
R: Un’ultima domanda prima di concludere quest’intervista, i The Halo Effects (nuova superband capitanata da Stanne ndr) sono l’evoluzione di quello che è stato il vostro movimento iniziale?
Sì, potrebbe esserne una sorta. Diciamo che la band si è formata perché siamo tutti amici, usciamo insieme e perché durante la pandemia avevamo tutti molto tempo a disposizione, quindi abbiamo pensato a cosa farne. All’inizio abbiamo pensato a un progetto da studio, volevamo registrare un demo giusto per divertirci, ma poi abbiamo pensato che il materiale in nostro possesso fosse davvero buono e, dato che la pandemia stava continuando, abbiamo optato per quello che meglio sappiamo fare, ovvero suonare del melodic death metal. Abbiamo Daniel Svensson (ex batterista degli In Flames ndr) e Peter Iwers nella sezione ritmica ed alle chitarre ci sono Niclas Engelin (chitarrista negli In Flames ndr) e Jesper Strömblad (ex chitarrista In Flames ndr). Conosco questi ragazzi da quanto eravamo piccoli, quindi questo dà al tutto un senso incredibile. Non direi che è una continuazione, ma una sorta di evoluzione.
G e R: Ti ringraziamo molto per il tempo che ci hai dedicato, speriamo di rivederci presto.
Grazie mille a voi, è stato un piacere