Non mi era mai capitato di assistere ad un concerto death metal in un teatro, sembrava di essere al Buodkhan nella prima data post-‘Link’ dei Dammercide. Cornice insolita per quello che riguarda il metallo in generale, che ha reso ingiudicabili le prestazioni dei Punishment Due e degli Arcadia, posti in apertura di serata, a luci completamente accese e vittime di suoni non propriamente calibrati. Entrambi i gruppi hanno potenzialità e ci auguriamo di poterli riascoltare in condizioni più agevoli per poter dare le impressioni sulle proposte musicali che a grandi linee risentono in maniera pesante per i primi dei Megadeth e per i secondi dei Fear Factory. Nei margini di miglioramento, speriamo di trovare meno immobilismo sul palco e un po’ più di carica fisica. Sono le 23 quando, rintracciati gli interruttori per togliere le luci in sala, partono le note di ‘Queen Of Diamonds’. Le canzoni di ‘Link’ scorrono veloci, nonostante i suoni orrendi vomitati dalle casse e gli evidenti problemi di palco (spie che ovviamente si distruggono, altre che agiscono di spontanea iniziativa e imprevisti del genere che si sono susseguiti per tutta la serata). I Dammercide sono un gruppo affiatato, contro le avverse condizioni sfoderano ancora di più la grinta, la rabbia e la cattiveria, danno fondo alle energie in un’ora di spettacolo di alto livello e coinvolgimento. Alex è un cantante fisico, diretto ed evidenzia, di fronte alla prova di questa sera, quanto sia stato penalizzato dal missaggio nel disco, il resto del gruppo macina riff, scambiati tra Fausto ed Enrico, tappeti ritmici e giusta dose di gigioneria (Fabio è un portento da questo punto di vista, un vero show nello show) nelle grandi capacità di Max, spiazzando il pubblico con la proposta di ‘Great Enlighted Moon’ e ‘The Last Smile’, due nuove composizioni ancora più Dammercide di tutto quello che i ragazzi hanno inserito nell’album, ancora più folli e “storte”. La conclusiva ‘Growing Cancer’, da sempre nel repertorio del gruppo in sede live, è il colpo di spugna di un’ora di tecnica, rabbia, feeling, coinvolgimento e mette la parola fine ad un concerto che lascia il pubblico soddisfatto, che toglie i pochi dubbi lasciati dalla prova in studio, che garantisce ai piemontesi un posto d’onore nel metallo italiano, quello suonato davvero, che su un palco spirigiona forza e veemenza, concedendosi qualche sbavatura e parecchi sorrisi, mettendo in luce un cantante che fa la differenza. Dovessero capitare dalle vostre parti non indugiate: Dammercide rules.