Serata all’insegna del sangue e delle atmosfere tenebrose e maligne all’Alcatraz di Milano. I Cradle Of Filth dimostrano di essere tutt’ora uno dei gruppi più amati dai metal kids italiani, che accorrono numerosi per assistere al loro concerto. Aprono le danze gli Usurper, dediti ad un death black ordinario e senza grosse sorprese, utile per scaldare gli animi nella fredda serata milanese: una mezz’ora di show che scorre senza intoppi, ma che non riesce mai ad uscire dall”aurea mediocritas’ in cui la band sembra calata. Seguono a ruota i Christian Death, su cui si dovrebbe stendere un velo pietoso. Non paga della pubblicazione di un album a dir poco ignobile come ‘Born Again Anti Christian’ (potete trovare la recensione seguendo questo link: https://www.metallus.it/metallus/Ultime-rec/C-D/ChristianDeath1100.doc_cvt.htm), la band decide di ammorbare i poveri ascoltatori con quaranta minuti di show all’insegna del kitch e del cattivo gusto, tutto incentrato sui brani del già citato ultimo lavoro. Immaginario sado-maso trito e ritrito, costumi di scena pacchiani e soprattutto musica che pare scritta da quindicenni confusi, infarcita di luoghi comuni (quante volte avranno ripetuto ‘you fucking bitch’?) e melodie banali. Insomma, se per i primi dieci minuti si può anche riderci su, dopo un quarto d’ora l’orchite è assicurata.
Finalmente è il turno anche dei vampiri capitanati da Dani. Scenografia sobria, ma d’effetto (non mancavano neppure le due gabbie cont anto di ballerine semi nude che si contorcevano) e un grande impatto dal punto di vista musicale. Impressionante in particolare la prestazione del drummer Adrian, che sembra ulteriormente migliorato dai tempi in cui picchiava le pelli negli At The Gates e nei The Haunted, sfoderando una potenza ed una precisione strabilianti. I brani scelti spaziano un po’ tra tutta la discografia della band: da classici come ‘The Forest Whispers My Name’ e ‘Dusk And Her Embrace’, a brani più recenti come ‘At The Gates Of Midian’ e la splendida e suggestiva ‘Her Ghost In The Fog’. Un’ora e venti circa di concerto intenso e tirato, con un Dani che non ha risparmiato i suoi caratteristici urli e ha intrattenuto il pubblico da par suo. Si può passare sopra anche alla discutibile scenetta simil-lesbo in cui si sono esibite le due danzatrici a metà concerto, di cui sinceramente non si sentiva il bisogno: in fondo i Christian Death avevano saputo fare ben di peggio poco prima e con tutt’altra base musicale… Un’ottima performance insomma, e un’ulteriore conferma per i Cradle Of Filth, con grande soddisfazione dei numerosi fans accorsi da mezza Italia.