Essendo il frontman di una band così controversa come gli Slipknot, inevitabilmente Corey Taylor è sempre stato associato al nu metal, all’immaginario satanico e ad un tipo di musica che sconvolge le orecchie degli ascoltatori più sensibili. Di diversa natura sono gli Stone Sour, il suo progetto parallelo, che, nonostante siano nati alcuni anni prima, non hanno ottenuto la stessa popolarità. Nel corso della sua carriera, quindi, un artista così poliedrico come Corey Taylor ha dimostrato di essere in grado di fare arte con strumenti diversi e di passare dalla rabbia degli Slipknot alla carica e la dolcezza degli Stone Sour. E’ chiaro che, una volta tolta la maschera, il nostro numero 8 abbia bisogno di ritagliarsi uno spazio in cui potersi esprimere più spontaneamente. Per questo motivo a volte ha preferito concentrarsi sugli Stone Sour e questo ulteriore progetto da solista sembra essere un altro passo nel viaggio alla scoperta della sua interiorità.
Per chi non lo sapesse, durante i suoi live da solista Corey Taylor aveva già usato la sigla CMFT mentre cantava pezzi degli Slipknot arrangiati in chiave acustica e una serie di interessanti cover. Ammetto che la sua voce è in grado di emozionarmi in tutte le sue sfaccettature, quindi potrei essere un po’ di parte, ma devo avvisarvi che se siete qui solo perché amate profondamente gli Slipknot e non siete pronti al cambiamento, allora questo album distruggerà tutte le vostre aspettative. Forse lo aveva già fatto il primo singolo pubblicato, “CMFT Must Be Stopped”, un’inaspettata collaborazione con Tech N9ne e Kid Bookie che dà vita ad un brano molto più hip hop di quello che ci saremmo aspettati e che, lo ammetto, faccio ancora un po’ di fatica ad accettare. Nel videoclip lo vediamo sfoggiare una cintura da wrestler con le iniziali CMFT, mentre fanno la loro comparsa artisti dal calibro di Rob Halford, Lzzy Hale, Lars Ulrich e Marilyn Manson. Eravamo già abituati al rap negli Slipknot, ma questa è una veste totalmente nuova che ha lasciato la maggior parte dei fan contraddetta. Avevamo avuto anche un altro assaggio dell’album con “Black Eyes Blue”: in questo caso siamo più vicini ad una ballad, sullo stile di “Song #3” degli Stone Sour, semplice ma godibile, con un ritornello molto orecchiabile e radiofonico. Sulla stessa linea all’interno dell’album troviamo anche “Kansas”, mentre “Silverfish” e “Home” sono più lente ed introspettive. Qui Corey Taylor tira fuori tutto il suo sentimentalismo, con un timbro che è sempre facilmente riconoscibile, caldo ed avvolgente. Il terzo singolo ad essere stato pubblicato è “HWY 666”, ovvero la strada in cui il Corey Taylor del cartone animato del video viene investito da Satana in persona che guida una macchina. Anche se i presupposti lasciano pensare ad un brano del repertorio degli Slipknot, qui in realtà ci troviamo di fronte ad una traccia che unisce il rock al country, come accade anche in “Halfway Down”. Infine, “Culture Head” è forse il più interessante dei singoli e al primo ascolto sembra essere tratto da House of Gold & Bones con un po’ di Rage Against The Machine vibes. Altrettanto coinvolgente è “Everybody Dies On My Birthday”, mentre passano più inosservate “Samantha’s Gone”, “Meine Lux” e “The Maria Fire”. L’album si conclude con la bizzarra “European Tour Bus Bathroom Song”, con tanto di sciacquone in chiusura perché, insomma, stiamo parlando di Corey Taylor.
Un artista come lui ha le capacità e la possibilità di fare qualsiasi cosa gli passi per la testa. Di certo non gli manca il coraggio per farlo e neppure una forte dose di autostima. Abbiamo tra le mani il futuro musicale di Corey? E’ presto per dirlo e, in ogni caso, sia gli Slipknot sia gli Stone Sour non hanno ancora fortunatamente chiuso i battenti. In “CMFT” convivono brani recenti con brani composti durante l’adolescenza e durante un’intervista a Kerrang! Ha affermato: “Amo quello che ho fatto in passato, amo i progetti a cui sono stato attaccato, ma questo, onestamente, è stato probabilmente l’album più divertente che ho fatto dal primo album degli Slipknot”. Corey Taylor è uno dei cantanti e musicisti più poliedrici di sempre, con un timbro vocale in grado di spaziare tra vari generi. Chi siamo noi per porre dei limiti alla sua creatività?