Circus Of Rock – Recensione: Come One, Come All

Coordinato da Mirka Rantanen, batterista dei King Company, sotto il nome “Circus Of Rock” si cela un nuovo progetto musicale che vede coinvolti musicisti provenienti in gran parte dai territori scandinavi, ai quali si aggiungono interessanti contributi da oltreoceano (Johnny Gioeli e Danny Vaughn, per citarne un paio). Considerato dallo stesso Rantanen alla stregua di un regalo di compleanno con il quale festeggiare lo spegnimento delle cinquanta candeline, il collettivo dei Circus Of Rock si pone così come una giostra vorticosa nella quale alcune delle migliori voci della scena finlandese hanno la possibilità di lasciare un sogno e lanciare un messaggio. Che li si ricordi per un buon disco registrato in passato, oppure per la fulgida carriera che continuano ad alimentare a suon di date, poco importa: “Come One, Come All” sembra più che altro una questione di orgoglio (nazionale), dove alla misurabilità del successo personale si è scelto di anteporre quello spirito collaborativo che fa di tredici tracce un coeso, granitico e straripante tutto. Nonostante la generosità di una scaletta che sfiora l’ora di esecuzione, in ciascuno dei brani ci sono trasporto e convinzione (“Sheriff Of Ghost Town” si avvale di un Marco Hietala sui proverbiali scudi), dolcezze di algida femminilità (“In Times Of Despair”), riffing alla Ozzy anni novanta (“Caught In The Middle”) ed intermezzi dal sapore blues (“Crossroads”) che, incuranti di tutto quanto li segue e li precede, esprimono con le note un liberatorio senso di possibilità.

Il circo in salsa finlandese è un allegro e colorato carrozzone, evidentemente poco condizionato dalle temperature artiche, nel quale il power più cantato e melodico si intreccia con sonorità più classiche (“The Beat”), talvolta ruvide (“Edge Of Love”), dando sfogo ad una varietà espressiva che mai sconfina in una vera e propria anarchia. Coerentemente con l’immagine di copertina, a metà tra lo scanzonato ed il diabolico, lo stile dei Circus Of Rock è un non-luogo a cavallo tra tutto quello che il power scandinavo ha espresso negli ultimi anni: dai cori avvolgenti alle toppe elettroniche, passando per Hammond, chicche di rock melodico per giovani vecchi (“Everafter”) ed assoli di chitarra in vecchio e consumato stile, “Come One, Come All” è un emozionante esercizio di equilibrismo al quale l’immagine circense calza davvero a pennello. La varietà di toni che il disco propone, virando in modo schizofrenico tra il serio di “Desperate Cry” ed il faceto di “Never”, è proprio quel tipo di imprevedibile composizione che ci aspetteremmo di trovare tra le distorsioni della quarta stagione di American Horror Story. Dove la storia avanza anche per immagini, e non c’è bisogno di capire proprio tutto per godersi appieno lo spettacolo.

Come tanti progetti nei quali è la corale effervescenza degli spunti a rendere unico il risultato finale, anche nel disco dei Circus Of Rock è la varietà delle situazioni a prevalere sulla definizione pura, sull’affinamento della formula, sulla riconoscibilità fine a se stessa. Questa è una rete di contatti e relazioni trasformata in un’ora di musica, una festa della sopravvivenza travolgente ed inclusiva, un incrocio fortunato di percorsi che può ripetersi all’infinito alla semplice pressione del tasto play. Privo di una band stabile alle spalle, questo album di compleanno offre piuttosto un solido supporto alle personalità dei tanti cantanti coinvolti, e se anche nessuno di loro offre una prova sottotono, alla fine parlare soltanto di una raccolta, di un allegro e professionalissimo happening fotografato nel momento, non sembra così fuori luogo. In definitiva, “Come One, Come All” è tante belle cose e tutte assieme, senza eccessive costrizioni né pretese di memorabilità, capace di ritagliarsi un piccolo spazio nel quale mancanza di focus ed astrazione sono il piacevole prezzo da pagare per portarsi a casa così tanto talento con un unico – e consigliato – acquisto.

Etichetta: Frontiers Music

Anno: 2021

Tracklist: 01. The Beat (Feat. Riku Turunen) 02. Desperate Cry (Feat. Johnny Gioeli) 03. Sheriff Of Ghost Town (Feat. Marco Hietala) 04. Never (Feat. Kimmo Blom) 05. In Times Of Despair (Feat. Elize Ryd) 06. Crossroads (Feat. Pasi Rantanen) 07. Caught In The Middle (Feat. Danny Vaughn) 08. Plywood Covered Windows And Crappy Shoes (Antti Railio) 09. Edge Of Love (Feat. Rick Altzi) 10. Set Me Free (Feat. Jarkko Ahola 11. Everafter (Feat. Tommi “Tuple” Salmela) 12. No Reason (Feat Marc Quee) 13. Tears Of The Clown (Feat. Erik Kraemer)
Sito Web: circusofrockofficial.com

Marco Soprani

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Folgorato in tenera età dalle note ruvide di Rock'n'Roll dei Motorhead (1987), Marco ama fare & imparare: batterista/compositore di incompresa grandezza ed efficace comunicatore, ha venduto case, lavorato in un sindacato, scritto dialoghi per una skill di cucina e preso una laurea. Sfuggente ed allo stesso tempo bisognoso di attenzioni come certi gatti, è un romagnolo-aspirante-scandinavo appassionato di storytelling, efficienza ed interfacce, assai determinato a non decidere mai - nemmeno se privato delle sue collezioni di videogiochi e cuffie HiFi - cosa farà da grande.

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