L’ultima volta che Zachary Stevens è passato dall’Italia con i suoi Circle II Circle, l’occasione era davvero particolare: si trattava del tour con cui si festeggiavano i vent’anni dall’uscita dell’album “Handful Of Rain” dei Savatage, che per l’occasione venne suonato per intero. In questo caso invece assistiamo a un live più canonico per la band, con una setlist composta quasi esclusivamente da brani dei Circle II Circle e con un paio di brani dei Savatage relegati nel finale. L’esibizione è comunque tutto fuorchè noiosa, anche se l’impressione generale è che il pubblico presente gradisca più i brani vecchi che quelli tratti dall’ultimo album, “Reign Of Darkness“. Prima di loro, comunque, c’è spazio per altre due band ad alternarsi sul palco del Legend Club. Iniziano i Desert, band di Tel Aviv orientata decisamente verso un epic metal in costume che ricorda molto da vicino i Sabaton, scenografici al punto giusto e intenti a conquistarsi la fiducia dei (pochi a dire la verità) presenti.
Tocca poi ai Lord Volture, quintetto danese composto da musicisti convinti e rilassati sul palco, altrettanto dinamici e coinvolgenti verso l’esterno. Pochi brani anche per loro, ma eseguiti con maestria e una tenuta di palco da veri esperti lasciano un’impressione positiva anche per quanto li riguarda.
Non importa tanto quanti e quali brani Zachary Stevens canti, il suo carisma, la sua voce che non perde un colpo e la sua forte gestualità non cambiano mai. E’ lui a guidare la band, già rodata per molti aspetti ma che contempla un nuovo ingresso, il batterista brasiliano Marcelo Moreira, al quale viene concesso anche un piccolo spazio per un buon assolo. Oltre a lui, è da sottolineare la presenza di un altro personaggio di grande valore, il tastierista Henning Wanner, che troneggia dietro il suo strumento e duetta con Zachary non solo nella musica ma anche nei dialoghi tra un brano e l’altro. Con quell’espressione particolare sempre stampata in viso, quella di chi, anche tanti anni dopo il debutto, si stupisce ancora del calore dei fan attorno a lui, Stevens ricorda anche che nel 2016 ricorre il decimo anniversario dalla pubblicazione del loro terzo lavoro, quel “Burden Of Truth” a cui viene lasciato spazio con “Heal You” e “Revelations“. Si torna poi alle origini della band con “Watching In Silence” e “All That Remains“, due pezzi che ormai simboleggiano la storia del gruppo e risultano appunto tra i più amati; per il resto, i Circle II Circle guardano al presente e al passato prossimo, e anche se l’elenco dei brani eseguiti non è particolarmente lungo e la durata del concerto non supererà di molto l’ora e un quarto, si ha l’impressione di avere assistito a un live completo. La band è bene amalgamata e il loro set è privo di punti morti; resta il piccolo disappunto per una partecipazione non esagerata a livello numerico, anche se i presenti si mostrano ben preparati e pronti a recepire i messaggi di Zachary, e la band a sua volta sembra particolarmente colpita dalla risposta del pubblico. Una buona data, insomma, condotta dall’inizio alla fine dai Curcle II Circle senza il minimo problema.
Setlist:
– Victim Of The Night
-All That Remains
-Soul Breaker
-Heal You
-Live As One
-Watching In Silence
-Untold Dreams
-Ghost Of The Devil
-Diamond Blade
-Revelations
-Somewhere
-Epiphany
Encore:
-Turns To Me
-Edgee Of Thorns