Ma siamo pazzi?? Più che un solista/cantante, Copernicus (al secolo Joseph Smalkowski) può benissimo essere considerato un poeta da spettacolo, che parte dalla scena beat per arrivare a contaminarsi con elementi di musica classica, jazz, fusion e avant-garde.
E, dunque, quello a cui ci troviamo di fronte (tra l’altro registrato nel 2008 con una serie di totali improvvisazioni in studio ed edito soltanto adesso), non può essere valutato come un vero e proprio cd musicale, perché, anche laddove la band suona davvero (e non si limita a tenere bordoni eterei e deliranti), il “cantato” di Copernicus è praticamente inesistente, visto che, più che altro, è un parlato, una declamazione continua e quasi sempre lamentosa, con tematiche “universali”, come l’energia, le particelle subatomiche, la forza di gravità, la forza della mente e l’universo in generale (visto che almeno una volta in ogni canzone viene pronunciata la parola “universe”).
Va da sé che il prodotto in questione, questo “Cipher And Decipher”, non risulta adatto a tutti, men che meno a chi, inserendo un cd in un qualsiasi lettore, si aspetta di trovare una manciata di canzoni ben strutturate.
Restando, però, dell’idea che questa (ennesima) fatica discografica del poeta non risulti del tutto campata in aria, si riesce, tirando, un po’, le somme, anche a darle un significato ed un perché: si potrebbe utilizzare come sottofondo per una meditazione guidata parecchio movimentata, oppure sarebbe perfetta per un Acid Test (e chi non sa cosa sia, vada a documentarsi). L’unico problema rimane che sia gli anni ’50 che i ’60 sono ormai passati. Da un pezzo.