Chris Cornell: Live Report della data di Milano

Le luci si abbassano e dalle casse esce una piacevole versione per archi di “Black Hole Sun”. Il pubblico grida il nome di Chris Cornell, protagonista assoluto di questa serata di buon rock all’Alcatraz. Il locale non ha certo raggiunto i suoi massimi storici in termini di affluenza (complice forse un periodo estivo mai così generoso di appuntamenti live) ma il calore dei fan si fa sentire, nonostante un album dal forte flavour pop come “Scream” abbia suo malgrado funto da spartiacque nell’imprevedibile percorso del musicista e nel cuore dei suoi sostenitori.

Eppure, anche i brani più disimpegnati come una “Watchout”, terribilmente catchy, dal vivo rendono molto bene: il sound è più concentrato sulle chitarre, mentre la voce di Chris, morbida e nera, è piena di una sensualità del tutto particolare. C’è solo un po’ di titubanza in occasione della celeberrima “You Know My Name”, sulla quale il vocalist non è proprio convinto. Per il resto, accogliamo con piacere una scaletta coraggiosa che dimostra come il nostro non abbia timore di mischiare il vecchio e il nuovo, offrendo un piatto molto ricco. Dai Soundgarden, agli Audioslave, all’ultima parte di una ormai lunga carriera, Chris e soci intrattengono i convenuti per due ore, mostrando in primis un ottimo affiatamento sul palco.

Si susseguono brani come “Burden In My Hand” e “Spoonman” (tratti dal periodo Soundgarden), “Part Of Me” e “Time”, più recenti ma comunque carichi di adrenalina nelle vesti live e tra le altre, ancora “Rusty Cage” oltre a una sentita versione blues/rock di “Billy Jean”, omaggio allo scomparso Michael Jackson. Il finale è affidato a “Black Hole Sun”, indimenticabile hit dei Soundgarden che gli astanti cantano insieme a Chris. Il concerto è stato ottimo, ora vedremo quale nuova svolta l’artista vorrà dare alle sue canzoni. La grinta e l’impegno profusi questa sera lasciano intuire che le frecce al suo arco non sono di certo esaurite.

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Andrea Sacchi

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Poser di professione, è in realtà un darkettone che nel tempo libero ascolta black metal, doom e gothic, i generi che recensisce su Metallus. Non essendo molto trve, adora ballare la new wave e andare al mare. Ha un debole per la piadina crudo e squacquerone, è rimasto fermo ai 16-bit e preferisce di gran lunga il vinile al digitale.

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