Chaos Magic – Recensione: Furyborn

C’era una volta un musicista finlandese di nome Timo Tolkki. Ispirato dal mito dei chitarristi neoclassici, la divinità conosciuta ai mortali col nome di Yngwie Malmsteen, Tolkki passò ore intente a studiare chitarra e formò un gruppo, gli Stratovarius, con cui ottenne l’interesse di molti fan del metal (neo)classico e fece tour in giro per il mondo. Ma il destino aveva altri piani per lui… intorno al 2003, voci di corridoio sul fatto che lui stesse per lasciare gli Stratovarius si fecero sempre più forti, finché lui, in preda dalla depressione e dopo essere stato diagnosticato di disturbo bipolare, fece così nel 2008. Cercò quindi di ricominciare da capo con vari progetti, tra cui Revolution Renaissance, Timo Tolkki’s Avalon, Symfonia e Chaos Magic… tuttavia, nessuno di questi progetti rimase attivo a lungo o non capitalizzò nemmeno un decimo di quanto fece con il suo gruppo precedente. Morale della favola: Timo, ormai invecchiato e ingrassato all’inverosimile, si mantiene principalmente facendo il produttore discografico e come insegnante privato di chitarra, diventando l’archetipo del famoso modo di dire “dalle stelle alle stalle”.

Se qualcuno di voi fosse interessato al secondo album dei Chaos Magic per la presenza di Timo, mettetevi l’anima in pace, poiché il chitarrista ha lasciato il progetto dopo il primo album in studio, dedicandosi ad altro (tra cui Allen – Lande). Di conseguenza, quello che era l’ennesimo progetto di Tolkki è ora diventato essenzialmente un progetto solista della cantante Caterina Nix, la quale, dopo un avvio fallito col suo primo gruppo, i cileni Aghonya, si mise in contatto con il chitarrista collaborando anche in Timo Tolkki’s Avalon: in altre parole, una band a sé. Come il precedente, anche il secondo album, “Furyborn”, si sposta su territori Post-Grunge con chitarre a sette corde in pieno stile Lacuna Coil, compresi duetti fra voce maschile baritonale e voce femminile da mezzo-soprano (nel caso di Nix, spiacevolmente nasale).

Ogni traccia dell’album si basa su una chiave minore, e da lì non si scosta minimamente nonostante l’apporto di tastiere e di assoli shred. Alcune, come la title track, sono più lente e trascinanti (specialmente per quanto riguarda le tracce di chitarra e basso), mentre altre, come “Like Never Before” e “You Will Breathe Again”, sono più veloci e spinte e hanno un maggior apporto di tastiera o di tracce vocali multi-traccia. “Beware of Silent Waters” ha il ritornello migliore del lotto, “Falling Again” e “Throw Me to the Wolves” sono le uniche che sfruttano le accordature più basse delle chitarre, “I’d Give It All” è una ballata acustica che fornisce minuti di riposo (peccato che il disco non sia granché impegnativo) e “My Affliction” è il momento più drammatico (e coinvolgente, se è per questo). Qua e là si riscontrano percussioni elettroniche ed effetti digitali che rendono l’album abbastanza moderno da essere apprezzato dai recenti ascoltatori.

Furyborn” è un album semplice, diretto, privo di fronzoli ma anche privo di ambizione: il songwriting è trattato con una certa sufficienza, con le canzoni dalla durata perfettamente media (anzi, alcune sembrano durare qualche secondo di troppo), quasi a sottolineare che non è permesso sforare più di tanto, nemmeno a livello di idee, melodie o ritmi. Ma d’altro canto, lo stesso discorso si potrebbe applicare a Delain, Battle Beast e tanti altri gruppi musicali con simili scopi (guarda caso, tutti con cantanti donna). Anche senza Tolkki in formazione i Chaos Magic non sembrano migliori che in passato… solo un po’ più sinceri.

Etichetta: Frontiers Records

Anno: 2019

Tracklist: 01. You Will Breathe Again 02. Furyborn 03. Like Never Before 04. Beware of Silent Waters 05. Falling Again 06. Bravely Beautiful 07. Throw Me to the Wolves 08. I'd Give It All 09. Path of the Brave 10. My Affliction 11. I'm Your Cancer

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