Ne hanno passate tante i Cayne, le cicatrici sono ben visibili e per una volta questa non è la classica frase fatta!
La dipartita troppo precoce del buon Claudio Leo, una line-up rivoluzionata con la perdita per strada di alcuni membri storici e l’impossibilità di tramutare tutta questa girandola di emozioni in musica rende “Beyind The Scars” un lavoro catartico il cui songwriting è stato davvero un lavoro di gruppo; ma non è solo il contorno episodico a rendere interessante un album curato interamente dalla band, dal chitarrista Diego Minach (Rhope) in particolare e completato poi dalle sapienti (ed occupatissime) mani di Jens Bogren.
È un arpeggio malinconico che introduce “No Answers From The Sky” apripista ad un bel riff spezzato, tappeto ideale per la calda voce di Giordano Adornato sulla strofa; il refrain si “apre” facendo scorgere il lato gothic rock dei milanesi grazie agli accordi della tastiera di Giovanni Lanfranchi che prende il proscenio nella fase centrale col suo violino elettrico (strumento che ha ottenuto ancor più spazio sul successore di “Cayne”) ottimamente doppiato da Minach che si rivela chitarrista completo anche alla luce dell’ascolto dei pezzi successivi.
Le due canzoni seguenti avevano fatto da apripista all’album nei mesi scorsi anche per la loro capacità di imprimersi nella memoria dell’ascoltatore: “Torn Apart” ha un ritornello classic hard rock che emerge inaspettato tra le spire di un pezzo groovy mentre “Blessed By The Night” è più tirata facendo risaltare ancor di più gli arrangiamenti di synth (bello il video a carattere fumettistico).
I Cayne hanno l’innata capacità di proporre linee vocali assolutamente catchy anche quando la struttura dei pezzi si fa cangiante e variegata e questo è dovuto principalmente alle sensibili capacità interpretative di Adornato, ad oggi uno dei singer più completi del nostro panorama rock e non solo (un bel “chi se ne frega” degli acuti ogni tanto ci sta). Bellissimo poi sapere che “One More Chance” sia una composizione appartenente a Leo e che va magicamente ad integrarsi col resto delle tracce.
“Celebration Of The Wicked”, uno dei pezzi composti da Lanfranchi ricorda il suo passato in realtà più propense al pop/rock (chi si ricorda dei validi Ultima?) anche se la produzione di Minach e il mastering “svedese” rendono l’impatto più corposo. A tal proposito un plauso al chitarrista per il lavoro in studio perché a livello sonoro il risultato finale è davvero notevole e ne giova anche il comparto ritmico Bacchio/Tani che da un impulso solido al sound; il tutto è infine accompagnato dalla professionale veste grafica con una copertina addirittura griffata Travis Smith.
Disseminati nella track list troviamo numerosi riff degni di nota (“A New Day In The Sun”, “Bad Blood”, “Free At Last” quest’ultima uscita dalla penna dell’ex chitarrista Marco Barusso), segno che la componente hard non viene mai a mancare nonostante ricercati substrati di tastiere e programming; la somma di tutte queste caratteristiche ci consegna un album poliedrico ed eterogeneo che spicca come una delle uscite più interessanti di questo 2018 al giro di boa.
Voto recensore 8,5 |
Etichetta: Graviton Music Services Anno: 2018 Tracklist: 01. No Answers From The Sky 02. Torn Apart 03. Blessed By The Night 04. One More Chance 05. Celabration Of The Wicked 06. The Asylum Of Broken Hope 07. A New Day In The Sun 08. Bad Blood 09. Slave 10. Free At Last 11. My True Nature 12. The Crossroad Sito Web: https://www.facebook.com/cayneband/ |