Recensione: Casualties Of Cool

In molti conoscono la variegata e mai scialba proposta musicale di Devin Townsend ma forse non tutti sanno che un paio d’anni fa, in coppia con Ché Aimee Dorval (cantante presente su “Ki” del 2009) il nostro concepì l’ennesimo progetto a nome Casualties Of Cool che oggi l’Inside Out rende reperibile più capillarmente ristampandolo in versione espansa con un intero bonus CD (un’ora abbondante di musica in più) e un DVD dal vivo che riprende il duo in veste acustica nel serioso contesto della Union Chapel di Londra.

Per chi non ne fosse al corrente questa è la divagazione stilistica più accentuata che il geniaccio canadese abbia mai intrapreso e sicuramente la meno appetibile per i lettori di Metallus; Casualties Of Cool è una vera e propria fuga dalle iper produzioni e dal tanto “rumore” creati in carriera per adagiarsi in un contesto pressoché acustico, dalle venature blues e cantautoriali con l’alternarsi delle voci dei due protagonisti a poggiare su arrangiamenti minimalisti e loop soffusi (“Moon”).

Townsend ha dichiarato di “sentirsi a volte il prodotto stesso della musica che ha creato in più di 20 anni di attività…” e quindi questa è stata l’occasione di rigenerarsi, eliminando abbellimenti superficiali e riscoprendo l’essenza di composizioni lineari e semplici all’insegna di un folk primigenio incrociato con un po’ di Johnny Cash mood suonato con una basilare Fender Telecaster e “arredato” da eteree voci che accompagnano giri di chitarra quasi elementari. Si percepisce qualcosa dei primissimi Porcupine Tree (quando erano ancora una creatura del solo Steven Wilson) e qua e là compare un sassofono suonato da Jørgen Munkeby degli Shining che comunque non intacca l’ambientazione generale fatta di calma e rilassatezza. In maniera sparsa citiamo pezzi come “Forgive Me”, “Mountaintop”, “Bones”, “The Field”, “Drained” anche se “Casualties Of Cool” è davvero un insieme organico difficilmente separabile. Alla batteria completa la formazione Morgan Ågren, che sposa perfettamente il mood dell’album e non si scatena come in precedenti lavori ai quali ha collaborato (con Zappa, Thordendal, IA Eklundh o lo schizzato Vargton Projekt).

Ribadisco quanto accennato, Casualties Of Cool rimane un progetto a sé, fortemente voluto dal suo creatore ma altrettanto ostico per molte delle orecchie che transitano da queste parti; molti lo riterranno un lavoro di classe e sensibilità mentre altri lo considereranno un palloso divertissement; rimane in ogni caso assolutamente non giudicabile con un voto numerico e lasciamo a voi il compito di farvi un’idea compiuta dell’ennesima mossa unica di un artista sopra le righe.

Casualties_of_Cool (1)

Alberto Capettini

view all posts

Fan di rock pesante non esattamente di primo pelo, segue la scena sotto mentite spoglie (in realtà è un supereroe del sales department) dal lontano 1987; la quotidianità familiare e l’enogastronomia lo distraggono dalla sua dedizione quasi maniacale alla materia metal (dall’AOR al death). È uno dei “vecchi zii” della redazione ma l’entusiasmo rimane assolutamente immutato.

0 Comments Unisciti alla conversazione →


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Login with Facebook:
Accedi