Cannibal Corpse: Live Report della data di Milano

Cannibal Corpse tecnicamente perfetti,ma…

La serata, nonostante il mio proverbiale ritardo inizia piuttosto bene: prima parcheggio davanti al tour bus, successivamente un addetto alla sicurezza mi offre la possibilità di fotografare gli Evocation nonostante siano già a fine concerto. Sulla loro performance purtroppo non mi posso esprimere in maniera globale, avendo ascoltato veramente troppo poco, ma il loro death metal mi è sembrato pulito, senza troppi fronzoli, con atmosfere doom che richiamano ai più classici Entombed.

Sul palco li seguono gli staunitensi Dying Fetus, già affermatissimi nel panorama del brutal death, che reinterpretano con magistrale perfezione. Chi li aspettava non è stato deluso, il loro show, dai pezzi più recenti come "Your Treacery Will Die With You" e "Atrocious By Nature" fino alla creativa ed estrema distorsione che detta il tempo in "Justifiable Homicide", ha confermato le aspettative… Mi resta solo una curiosità su di loro…si dice che il vecchio chitarrista Brian Latta si sia messo a fare l’attore porno, chissà quale sarà il suo nome d’arte…

Dei Cannibal Corpse si può dire tutto e il contrario di tutto,hanno letteralmente fatto esplodere il gremitissimo Alcatraz: tecnica perfetta, pubblico in delirio, excursus musicale che ha toccato nella scaletta tutti i loro album, con classici come "A Skull Full Of Maggots" da "Eaten Back To Life" -loro album d’esordio- , a "Vomit The Soul", a "Fucked With A Knife", da "I Cum Hlood" fino alle recentissime "Priests Of Sodom" ed "Evisceration Plague". Bravi, tecnicamente perfetti, ma era come se mancasse qualcosa, non ci hanno messo l’anima. Vista l’ottima prestazione data all’epoca come supporter dei Children of Bodom, mi sarei aspettato un po’ di coinvolgimento in più, ma sembrava quasi di essere in uno studio di registrazione…

Copyright immagini RITUAL ART 2009

0 Comments Unisciti alla conversazione →


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Login with Facebook:
Accedi

Cannibal Corpse: “Gore Obsessed” – Intervista a Jack Owen

Preparate le posate perché stanno per tornare o maestri delle prelibatezze riservate agli amanti dei piatti “forti”. I Cannibal Corpse, vera e propria icona del brutal/death e delle tematiche gore, stanno per pubblicare l’ennesimo capitolo del loro truculento menù: ” Gore Obsessed“. Il titolo già fa pregustare tutte le caratteristiche che hanno fatto la fortuna della band di Orlando, già vista in azione a Milano durante il X-Mass festival. Ne parliamo con un disponibile e rilassato Jack Owen, chitarrista storico della formazione americana.

Bene Jack, iniziamo subito parlando di “Gore obsessed”, la vostra nuova fatica. Ascoltando il materiale del vostro nuovo disco, ho potuto riscontrare la presenza di tutte le tipiche caratteristiche del vostro sound, ma ho anche notato una maggiore complessità nella struttura delle canzoni ed una dinamica più accentuata; si deve parlare dell’inizio di una nuova era?

“No, non penso proprio si possa intendere “Gore Obsessed” come un disco che auspichi un cambio di direzione molto drastico nei Cannibal. Piuttosto parlerei dei frutti di una continua e costante maturazione musicale. I Cannibal Corpse hanno sempre avuto un approccio molto tecnico al metal estremo ed al death ed è naturale, quindi, che col tempo e l’ esperienza, si arrivi ad una maggiore ricchezza creativa in fase di scrittura. In tutti questi anni siamo cresciuti molto sotto il profilo tecnico, grazie agli album, l’affiatamento delle nostre personalità e le diverse influenze, ed i concerti suonati. Certo la presenza di Neil Kernon ci ha aiutati a sviluppare la fluidità e la dinamica di certe ritmiche e riff, grazie al suo stile di produzione, ma si è trattato di affinare qualcosa che era già presente in noi; questa crescita, unita all’ approccio molto tecnico che abbiamo, ci ha naturalmente portati a comporre materiale sempre più sviluppato e maturo. Direi, pertanto, che si raccolgono i frutti di una naturale evoluzione artistica”.

Sviluppo al quale ha contribuito l’entrata, tre dischi orsono di Pat O’Brien, proveniente dai Nevermore.

“Pat è sicuramente un grande chitarrista, oltre che un’ottima persona, ma solo con gli ultimi due album, abbiamo potuto godere appieno delle sue capacità, visto che “Gallery of suicide” è stato solo suonato da lui, il quale non era ancora entrato nella band al momento della scrittura dei pezzi. Il suo passato nei Monstrosity (band da dove proviene anche George Fisher, vocalist dei Cannibal – N.d.A) ma soprattutto quello nei Nevermore, oltre che ad una preparazione tecnica di prim’ordine, ha portato nella band esperienze ed influenze diverse, che hanno permesso di arricchirci. Ora che tra di noi si è consolidato quel feeling indispensabile ad una band, possiamo finalmente godere appieno del suo talento”.

Spesso, quando si parla di death e brutal metal, molti detrattori del genere dicono che si tratta di due cose che hanno poco a che spartire: come vedi la situazione attuale del genere e quali sono le band che, a tuo avviso, stanno portando qualcosa di nuovo nella frangia estrema del death?

“Personalmente ritengo che il death metal sia un genere basato sulla ricerca dei suoni e delle composizioni estreme e che, pertanto, le vie di evoluzione possibili siano nella tecnica e nella velocità, caratteristiche che devono essere mixate per raggiungere lo scopo principale: la realizzazione di song devastanti che siano in grado di entrarti dentro e portare all’estremo le tue emozioni. Sicuramente il death metal, oggigiorno non vive la stessa situazione di quando 10 o 12 anni fa nasceva, visto il gran numero di band presenti attualmente sul mercato, ma non per questo vive un periodo di crisi; band come Mortician, Garden of Sorrow, Berserk, Pantera (anche se questi non suonano death, ma sono comunque correlati al metal estremo) e Criptopsy sono band estremamente valide, ognuna con una personalità ben definita, con ottime capacità di songwriting ed un grande carisma in sede live”.

Quindi, osservando la provenienza di queste band, non sono solo gli States ad essere la patria del death più estremo e brutale?

“Assolutamente, ci sono anche altre realtà in grado di produrre ottime band. Certo gli Stati Uniti hanno il vantaggio di essere stati la culla del death e vantano una tradizione maggiore, ma questo non significa che siamo i detentori esclusivi di questo genere; non siamo in competizione per una primato nazionale, ma cerchiamo di suonare al meglio proponendo sempre pezzi stimolanti e dalla grande carica adrenalinica”.

Si ritorna sul tema di un’evoluzione bilanciata senza stravolgimenti repentini. Varrà anche per le tematiche dei testi dei Cannibal? In pratica, una band che ha lasciato il segno anche per le sue lyrics estremamente brutali e legate agli horror movies, potrà in un futuro produrre dei testi inerenti ad altri soggetti?

“Certo, perché no. Noi abbiamo una fantasia in merito molto sviluppata ed abbiamo sempre molto materiale su cui lavorare, e non sempre correlato alle tematiche splatter. Ad esempio, stiamo lavorando su alcuni testi che parlano di una certa influenza che le religioni possano avere sul comportamento e le scelte della gente, specialmente se usate per manipolarle. Comunque le tematiche orrorifiche rimangono uno dei nostri maggiori interessi e saranno sempre il centro ispiratore di molte nostre composizioni, vista anche la nostra malsana passione per i classici del gore ‘n’ splatter” !

Beh, hai trovato qualcuno che condivide con te questa simpatica ” degenerazione mentale”! A proposito, te l’avranno già chiesto in molti, ma chi sono i tuoi registi horror preferiti?

“Qui sei tu che giochi in casa, perché Dario Argento e Lucio Fulci sono tra i miei preferiti, assieme a Wes Craven (amo molto la serie di ” Scream” ) e George Romero. Sono un autentico fan del cinema horror ” italiano” (pronunciato da Jack in un più che passabile italiano! N.d.A) e di tutti i registi di questo filone sfornati dal tuo paese”.

Ti ringrazio per i complimenti fatti a questo pezzo di storia del nostro cinema. Mi viene da chiederti, a questo punto, se tu non veda un periodo di crisi in questo filone cinematografico così strettamente connesso all’immaginario di molte band, voi compresi.

“Ad essere sincero, no! Per tornare alla domanda che mi hai fatto all’;inizio, è come il death metal: non penso che, per la sua natura il genere horror possa essere mai in un tale periodo di crisi da decretarne l’;estinzione. In pratica è proprio come il death metal: rispetto ad un genere come il grind core, basato sull’impatto rumoristico, una volta esauritosi l’effetto shock, tende a non poter più stimolare l’ ascoltatore. Il death, invece, essendo più attento all’elaborazione tecnica, alla scrittura del pezzo, alla creazione di un brano che abbia un’identità, una “storia”, riuscirà sempre a trovare vie di sviluppo per creare qualcosa di fresco e stimolante. Il cinema horror, basandosi moltissimo sulla storia, oltre che sulle immagini, riesce sempre a generare narrazioni in grado di toccare certe corde nell’animo umano, cosa che non succede sempre per certe correnti del cinema così detto “sperimentale” o alternativo, che si esaurisce dopo l’ effetto “novità”.

Siamo giunti al termine e volevo chiederti un’ultima cosa, niente retorica, solo parole sincere e dirette: Chuck e la sua scomparsa.

“Terribile! Non riesco a trovare altre parole. Terribile che se ne sia andato un grande come lui. Terribile, soprattutto, il modo in cui se n’ è andato. Abbiamo saputo della sua morte quando eravamo in tour ed abbiamo deciso di dedicargli non solo il concerto di quella sera, ma anche tutto il tour. Era il minimo che potessimo fare per quello che lui ci ha dato e che ha dato al metal”.

Più che giusto. Scusami ancora, mi viene da farti un’ultimissima domanda; a proposito di tour, come mai i Kreator hanno abbandonato il X-Mass festival? Cos’è successo?

“Ma guarda, da quello che so dovrebbe essere stata una decisione presa con gli organizzatori a causa dei primi concerti. I Kreator hanno suonato un paio di date con noi come headliner, ma il pubblico in quell’occasione, non sembrava gradire molto; alcune persone si mettevano anche a ridere! Pertanto, visto che nella mentalità comune del pubblico, i Kreator non sembravano essere considerati affini alle altre band, si è deciso per il distacco dalla bill del X-Mass festival, per poi organizzare il tour Kreator- Destruction- Sodom. Sinceramente non mi trovo d’accordo col pubblico, perché la band di Mille ha avuto un’influenza fondamentale sul moltissimi gruppi death, ma è anche vero che non c’entrassero moltissimo con le altre band, anche se sono dei veri maestri della violenza musicale (spiegalo tu a certe band che credono di essere “brutali” solo con le facce infarinate e le “zanzare” al posto delle chitarre! N.d.A)”.

Salutiamo Jack, sereno e pacifico, quanto brutali e violenti sono i suoi riff e prepariamoci per essere “ossessionati” dal nuovo capitolo di violenza orchestrato dai Cannibal Corspe: “Gore Obsessed”!

0 Comments Unisciti alla conversazione →


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Login with Facebook:
Accedi