I Bury Tomorrow tornano con il loro sesto lavoro in studio, la cui uscita era inizialmente prevista per aprile, dal titolo “Cannibal”, che arriva a due anni di distanza da “Black Flame”.
Con ben quattordici anni di attività alle spalle, il quintetto di Southampton decide di ampliare lo spettro delle soluzioni musicali utilizzate, aggiungendo alcune sonorità più melodiche, come ad esempio in “The Grey (VIIXI)” e “Imposter”. Ma non è questo il motivo per cui i Bury Tomorrow ci piacciono così tanto: il loro punto di forza è l’alternanza della voce death di Daniel Winter-Bates a quella melodica di Jason Cameron. Una fusione armonica e perfetta, un’unione così bilanciata che ben poche band attuali possono vantare, tra cui possiamo includere i colleghi The Amity Affliction. Non si ha mai l’impressione che una delle due voci possa prevalere sull’altra e il risultato è sempre ben equilibrato, il passaggio non è mai brusco, come possiamo constatare nella traccia di apertura “Choke”: un brano energico e di impatto, sostenuto dalla batteria di Adam Jackson. Tra queste note, però, si nasconde una tematica molto importante, che sta a cuore soprattutto a Daniel, ovvero la sensibilizzazione riguardo i problemi mentali, di cui la nostra società sembra soffrire sempre di più. I pensieri possono “mangiare” la testa, così come recita il brano iniziale: “Buried in my own head, falling apart / Choking on my own tongue, tearing my heart”. Sono parole personali, che raccontano un percorso interiore oscuro e sofferente verso i “demoni” della psiche umana. Potevamo già intuire che fossero questi gli argomenti chiave dell’album osservando la copertina, che ad un primo sguardo sembra essere molto simile a L’urlo di Munch, che rappresenta in tela la sofferenza umana, sia personale che collettiva, del Novecento. Allo stesso modo qui l’intensità della musica rispecchia l’intensità delle parole cantate, invitando gli ascoltatori a trovare la forza per combattere i propri demoni.
Dunque, “Cannibal” porta avanti il cammino intrapreso in “Black Flame” verso un metalcore sempre più moderno, che aveva fatto conquistare alla band un posto nella top 25 nella classifica degli album in Regno Unito. Probabilmente qui non ci sono vere e proprie novità, tranne in “Better Below” e “Quake”, così come non ci sono state particolari innovazioni nel corso della loro carriera. Forse la band non ne ha mai avuto bisogno e siamo d’accordo nel dire che questo album non corrisponda al punto più alto della loro discografia, che i fan sono concordi nell’attribuire a “Black Flame”. Nonostante questo, “Cannibal” è un album solido, ben scritto ed eseguito in maniera rigorosa e riconferma i Bury Tomorrow come una delle realtà migliori e sempre coerenti con se stessi all’interno del panorama metalcore.