Pochi giorni fa abbiamo avuto modo di vedere i Buckcherry sui palchi italiani per l’unica data dal vivo al Rock Planet di Pinarella di Cervia. Ora finalmente possiamo ascoltare il nuovo lavoro, l’ottavo della formazione californiana che si è avvalsa nuovamente del produttore Mike Plotnikoff (Halestorm, All That Remains) con cui aveva già lavorato sull’album “15” del 2005 contenente le hit “Crazy Bitch” e “Sorry” che li avevano portati nuovamente sulla cresta dell’onda.
Accantonati momentaneamente i vari progetti più sperimentali come gli Spraygun War e Josh Todd & The Conflicts i Buckcherry tornano alle loro origini e lo fanno con queste undici composizioni più la cover di “Head Like A Hole” dei Nine Inch Nails che va vista come un omaggio e un attestato di stima per la band di Trent Reznor e nulla di più. L’obiettivo del gruppo con questo lavoro è quello di entrare in contatto con le persone, di fare festa e regalare loro una notte che non dimenticheranno mai e lo esplicitano in modo inequivocabile nell’iniziale e ruggente titletrack a cui segue la più sinuosa e cadenzata “Right Now”, un brano molto personale in cui il cantante si mette a nudo e afferma la sua volontà di vivere il presente e sicuramente il traguardo dei ventiquattro anni di sobrietà ha svolto un ruolo importante in merito a questa presa di coscienza.
Con la più intimista e introspettiva “Radio Song” si rallenta un po’ il ritmo fino alla successiva “The Vacuum”, una composizione che in un crescendo continuo bilancia alla perfezione suoni incisivi e potenti con le abili melodie che portano ad un ritornello estremamente catchy e memorizzabile. “Bent”, il primo singolo che avevamo già sentito tempo fa in anteprima è un pezzo in pieno stile Buckcherry, anthemico, aggressivo e trascinante al punto giusto, mentre la beffarda “Back Down” è più sinuosa e pregna di piacevoli momenti blues’n’roll a cui segue l’incalzante “The Alarm” in cui il cantato viene in parte scandito per enfatizzarne ancora di più il messaggio sull’imminente e festoso arrivo del weekend.
“No Regrets” è una scheggia punk impazzita bilanciata dalla dolcezza della successiva ballad “The Hunger” che non è affatto mielosa, ma carica di un mood molto malinconico che la rende vincente a cui seguono la trascinante “Closer” e l’ultimo pezzo del lotto, l’incessante e adrenalinica “The Devil’s In The Details” che sigillano un album riuscito e che riporta i Buckcherry ai fasti del passato.

Voto recensore 7,5 |
Etichetta: Century Media Anno: 2019 Tracklist: 01. Warpaint 02. Right Now 03. Head Like A Hole 04. Radio Song 05. The Vacuum 06. Bent 07. Back Down 08. The Alarm 09. No Regrets 10. The Hunger 11. Closer 12. The Devil’s In The Details Sito Web: http://buckcherry.com/ |