In occasione del nuovo disco “Imperal Congregation” abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere via mail col frontman Død. Ormai veterano della scena death internazionale, si è raccontato in modo molto onesto per noi lettori di Metallus.
Questo è il vostro decimo disco, come vi sentite a riguardo?
Ci sentiamo alla grande! È il nostro miglior disco e sappiamo bene che è un capolavoro. Sin dall’inizio della stesura dei pezzi avevamo capito fosse qualcosa di speciale. Abbiamo organizzato tutto nei minimi dettagli e siamo davvero felici di aver ottenuto un supporto così forte. Siamo pronti a conquistare il mondo!
“Imperial…” non ha uno stile ben definito. Ci sono canzoni death metal alla vecchia maniera e altre con influenze melodic. Come avete affrontato il song-writing?
Sono contento che tu lo abbia notato, infatti molti dicono che non abbiamo creato nulla di nuovo. Nel senso, siamo una band death metal ma non suoniamo come tanti altri gruppi in circolazione. Ma non importa più di tanto. Vogliamo solo spaccare il culo con riff fantastici e assoli epici. Ho scritto la maggior parte delle canzoni e ho aiutato Meathook con le sue, inoltre abbiamo scritto un brano insieme, senza contare che l’album ha delle linee vocali d’impatto ed è migliorato molto sotto quell’aspetto.
È il secondo album della band durante la pandemia, come ha influito (se lo ha fatto) il songwriting?
Penso che il precedente “Fit To Kill” sia uscito poco prima della pandemia, ma comunque il COVID-19 non ha minimante influito su nulla. Non facciamo mai le prove insieme e registro la maggior parte degli strumenti nel mio studio, tranne quando ovviamente dobbiamo girare i video ufficiali. La band non si è ancora riunita tutta insieme da 2 anni a questa parte quasi e non vediamo l’ora di salire sul palco l’anno prossimo!
Siete stati sotto tante etichette discografiche importanti in questi anni e adesso con Nuclear Blast. Cosa vi ha spinti a firmare con loro per “Imperial…”?
Dopo 10 album e 25 anni di attività abbiamo deciso che bisognava mettersi in gioco davvero. Nessuno ci ha consigliato di andare con Nuclear Blast e ora abbiamo la più grande etichetta metal che ci supporta a dovere e speriamo di ricevere il giusto ritorno! Avevamo bisogno del meglio sulla piazza ed è per questo che siamo con Nuclear Blast.
Hai dichiarato che hai registrato chitarra, basso e voci nel tuo studio, mentre la batteria allo studio di Bolsø. Hai poi inviato tutto il materiale a Ronnie Björnström presso i Mixroom. Nonostante un lavoro prettamente home-made il risultato è ottimo, è stata una scelta forzata o volontaria?
Questo è come lavoro io nell’ultimo decennio e abbiamo registrato almeno 10 album così nel mio studio. Questa però è la prima volta che Freddy registra la batteria da solo nella sua sala prove. Non è importante la cosa fin quando tutti sanno cosa fare e si registrano a dovere. La vera magia la fa Ronnie nel suo studio, e con i risultati ottenuti penso che lavorerò sempre con lui in futuro.
È stata la prima volta con Ronnie? Come vi siete messi in contatto?
Ho ascoltato la sua ottima band swedish death metal, cazzo! E poi ho scoperto che il suo batterista è nostro fan. Il loro ultimo album mi ha fatto letteralmente impazzire e mi sono detto che dovevo per forza lavorare con lui. Dopo un anno ha già seguito 3 lavori miei, più il mio progetto solista, senza contare che è il fonico durante i concerti dei Blood Red Throne e quindi la scelta è stata naturale.
La mia canzone preferita dell’album è “6:7”, me la puoi descrivere?
È nata con un questo semplice riff alla Deicide che si evolve in uno più a la Slayer. Poi mi è saltato fuori questo riff groove bello pesante, che è il corpo centrale della canzone. L’assolo è epico e molto catchy che tira fuori tutta la violenza death metal. La canzone prende il nome dalla Bibbia, Genesi 6:7 (è il versetto in cui Dio decide di sterminate l’umanità attraverso il diluvio universale, ndr).
Siete una delle poche band death metal famose provenienti dalla Norvegia. Come vi fa sentire questa cosa?
In Norvegia semplicemente se ne fregano di noi e non sanno nemmeno che siamo attivi da 25 anni. Non importa, noi puntiamo al resto del mondo
“Imperial Congregation” è l’ennesimo ottimo album death metal. Pensi che il genere abbia ancora qualcosa da dire?
Penso che “Imperial…” sia ancora meglio! Ahah, no scherzo. Semplicemente credo che il mondo abbia solo bisogno di ottime canzoni, non di qualcosa di nuovo. Canzoni alla vecchia maniera che rimangano nel tempo, non quella merda super veloce e tecnica che non serve a niente. La vera chiave è nella stesura dei pezzi, tanto ormai nessuno può riscrivere “Hammer Smashed Face” o “When Satan Rules His World”. Ecco, queste sono canzoni che tutti ricorderanno per sempre.
Hai altre band oltre ai Blood Red Throne e il tuo progetto solita. Come dividi il tempo ma soprattutto le idee?
Vero, ma spendo molto più tempo a fare sport e a tenermi in forma. Praticamente gioco a tennis e a calcio tutti i giorni, e poi comunque sono sempre in studio senza contare che ho un lavoro part-time e una famiglia. Mi godo la vita al massimo e cerco di gioirne fino in fondo.
In 25 anni di carriera hai qualche rimpianto?
Ho iniziato nel 1996 con i Satyricon e dopo tutto questo tempo è ovvio avere rimpianti, ma devo dire che gli obiettivi principali li ho raggiunti tutti. In fondo ho viaggiato in tutto il mondo e incontrato persone meravigliose. Sono un tipo tenace, amante della musica e per questo continuerò a creare, suonare fin quando lo riterrò piacevole e divertente.
Hai battezzato la tua carriera proprio durante la fase in cui la produzione digitale ha preso il dominio negli studi di registrazione. Pensi che questo modo di registrare abbia snaturato il suono degli strumenti o che invece abbia agevolato tanti piccoli aspiranti musicisti?
Beh, la prima volta abbiamo usato un mangianastri nella nostra sala prove. Poi per 15 anni abbiamo registrato sempre alla vecchia maniera in studio portando tutta l’attrezzatura. Quando è arrivato il digitale ho iniziato a lavorare in proprio e lo preferisco, perché posso gestirmi in tutto e per tutto. Onestamente non mi interessa come viene registrato qualcosa, l’importante è il prodotto finale. Ci sono più musicisti bravi ora, ma non so quanti scrittori migliori rispetto al passato…
Chi ti ha convinto a suonare death metal nella terra dei Mayhem?
Mi hanno introdotto nel mondo della musica estrema nel 1991 con Obituary, Pestilence e “A Blaze In The Northern Sky” dei Darkthrone. Sia il black che il death catturarono la mia attenzione, ma quando scoprii Cannibal Corspe, Deicide, Death e Morbid Angel mi innamorai subito del death metal di stampo americano. Poi iniziai a suonare in una band di stampo heavy metal, finendo poco tempo dopo a suonare black metal nei Satyricon. Quando creai infine la mia band con Tchort, non ci fu nemmeno una parola tra di noi, fu naturale suonare death metal.
Puoi dirmi 3 album che ami e perché?
“Human” dei Death. Per me è il miglior album death metal mai scritto. Nonostante l’età i riff, la produzione, i testi e tutto l’insieme sono semplicemente spaziali.
Tutti sanno che sono un amante del groove metal e non posso non citare quelli che sono per me i migliori di sempre, ovvero i Pantera! Potrei scegliere diversi album, ma “Far Beyond Driven” è così heavy, cazzo, che contiene le loro canzoni migliori. Dimebag è il miglior chitarrista di tutti i tempi per me.
Come tanti altri metallari, sono cresciuto con i Metallica. “Master Of Puppets” è il loro miglior lavoro e lo ritengo importantissimo per la mia crescita durante l’adolescenza. Non ritengo necessario spiegare il motivo. Ha anche la canzone più pesante della loro carriera, “The Thing That Should Not Be”, e mi fa muovere la testa ad ogni cazzo di ascolto.
L’intervista è finita! Grazie mille per il tempo concessoci e speriamo di vederti live in Italia molto presto! Vuoi dire qualcosa ai fans tricolore?
È questione di tempo prima di tornare in Italia. È ormai passato troppo tempo e mi piacerebbe suonare anche in nuove città italiane! Continuate a supportare la scena death e noi saremo in giro appena le circostanze ce lo consentiranno! A presto!