Blind Guardian: “Beyond The Red Mirror” – Intervista con Hansi Kürsch e André Olbrich

Dopo 5 anni di attesa i bardi tedeschi finalmente tornano a farsi sentire. Con un tour già programmato che passerà anche per l’Italia, i Blind Guardian si apprestano a pubblicare ul nuovo album “Beyond The Red Mirror“, seguito del grandissimo “At The Edge of Time” ma concettualmente legato al masterpiece della band “Imaginations from the Other Side”, di cui riprende parte delle tematiche e del concept. Abbiamo incontrato Hansi Kürsch e André Olbrich per fare due chiacchiere sul nuovo album e sui prossimi passi della band. Di seguito la video-intervista e la trascrizione integrale della stessa.

Ciao ragazzi!

Hansi & André: Ciao!

La storia di “Beyond The Red Mirror” inizia 20 anni fa con “Imaginations From The Other Side”, ci fate un riassunto della storia del primo e di quest’album?

Hansi: In “Imaginations” ci sono due canzoni in particolare: “Bright Eyes” e “And The Story Ends”, che raccontano la storia di un ragazzo che vive in un mondo simile al nostro, dove vive in completa solitudine, ma che è predestinato ad essere il Prescelto per un altro mondo. In “Imaginations” lo vediamo in piedi di fronte a uno specchio dal quale lui guarda quest’altro mondo, ed è in procinto di saltarci dentro, ed è lì che lo lasciamo alla fine dell’album. 20 anni dopo abbiamo deciso di rivisitare quel mondo in particolare, così ho iniziato a pensare cosa sarebbe potuto accadere al ragazzo. Così ho deciso che alla fine prende la decisione di non saltare nell’altro mondo, ma di restare invece nel suo mondo. In seguito a questa decisione ci sono conseguenze fatali per entrambi i mondi. Questo in particolare viene documentato nel nuovo album, dove ci uniremo al ragazzo, che nel frattempo è diventato un uomo, 20 anni dopo ovviamente, nella sua impresa per trovare lo Specchio Rosso. Ovviamente il nostro protagonista affronterà molti problemi, e avremo modo di scoprire molto di entrambi i mondi.

Come seconda domanda avrei voluto chiederti se anche nella storia dell’album sono passati 20 anni, ma in pratica mi hai già risposto…

Hansi: Si, ma vorrei chiarire un piccolo aspetto. Il Tempo, ha un ruolo specifico nella storia: Il tempo è una bestia ingannevole e in un mondo che è simile al nostro, 20 anni sono 20 anni, quindi il ragazzo ha tipo 32 o 33 anni. Ma nell’altro mondo, sono passati eoni, milioni di anni, il tempo semplicemente scorre in modo diverso.

Come mai avete deciso di scrivere un seguito dopo così tanti anni?

Hansi: Questo dipende dalla musica. Ci sono state due cose alle quali ho prestato attenzione quando abbiamo composto le prime due canzoni; uno era più un elemento di disturbo nella musica, una visione piuttosto futuristica, mentre l’altro era più organico, più classico. Ci siamo trovati così con due tipi di scrittura molto differenti, ed è così anche alla fine dell’album, dove abbiamo una sezione classica, e l’altra che è piuttosto moderna. E così ho pensato che se ci sono connessioni simili nella musica, perchè non pensare a un concept? Se ci sono due mondi nella musica, ho bisogno di due mondi anche nella trama per rendere giustizia agli stili differenti delle canzoni, così a un certo punto mi sono semplicemente trovato a rivisitare “Imaginations” e ho pensato che quella storia era un buon punto di partenza per un continuo. Questo è stato in piccola parte influenzato da una snovella scritta da Stephen King, chiamata “Doctor Sleep”, dove ha usato la stessa tecnica: ha preso il protagonista di “Shining” e l’ha rivisitato molti anni dopo, raccontando in seguito dove questo ragazzo è diventato un uomo adulto. Ho pensato che fosse una buona idea ed è li che ho deciso di prendere il mio ragazzo e raccontare una nuova storia su di lui.

Com’è iniziata la collaborazione tra i Blind Guardian e i 3 diversi cori di Praga, Budapest e Boston?

Hansi: E’ stato in parte casuale perchè avevamo bisogno di un coro che fosse molto grande di almeno 200 persone, per l’introduzione di “The Ninth Wave”. Avevamo bisogno di un coro davvero enorme e non riuscivamo a trovarne da così tanti membri, che fosse in grado di fornirci la qualità che stavamo cercando. Avevamo in mente qualcosa tipo “Carmina Burana”, e visto che non potevamo averla con un coro solo, abbiamo semplicemente preso 3 cori differenti.

E le orchestre?

Hansi: Sono le stesse con le quali abbiamo già lavorato: grandi orchestre, da circa 90 persone, con le quali abbiamo collaborato in “At The Edge Of Time”. All’inizio di questo album abbiamo lavorato con le orchestre con le quali avevamo già lavorato in passato, ma quando ci siamo ritrovati ad affrontare problemi di tempo riguardo la disponibilità, abbiamo realizzato che le persone della Rep.Ceca con le quali lavoravamo, non sarebbero state disponibili nei mesi in cui ne avremmo avuto bisogno. Così ci siamo ritrovati con la necessità di un’altra orchestra e fortunatamente l’abbiamo trovata a Budapest.

Molte delle vostre canzoni hanno testi ispirati a libri fantasy. Per esempio in “At The Edge Of Time”, abbiamo “War Of The Thrones”, che è ispirata a “Le Cronache Del Ghiaccio e Del Fuoco”. Vi siete ispirati a qualche libro fantasy in particolare per creare le nuove storie?

Hansi: No. È una storia fantasy, con molti collegamenti al fantascientifico, alla religione, alla storia e ad elementi biblici generici. Ho provato a combinare tutti questi elementi. Ovviamente è ispirata alla storia che io stesso avevo scritto nel passato, ma non c’è una trama particolare che io abbia voluto introdurre, e non ci sono collegamenti a canzoni in particolare, raccontano tutte insieme la storia del concept.

Abbiamo una fantastica intro di 9 minuti chiamata “The Ninth Wave”, cosa potete dirci di questa grande canzone?

Andre: Abbiamo provato ad accordare la chitarra sui toni bassi, e il risultato è stato una colonna sonora molto futuristica che ci è piaciuta molto. Abbiamo costruito e costruito, e alla fine abbiamo ottenuto questa incredibile introduzione. Secondo me è la canzone che porta la maggior innovazione in quest’album e la maggior sorpresa, perchè anche se conosci i Blind Guardian e ci segui dagli ultimi 25 anni, non ti aspetteresti qualcosa come questo, ma sono sicuro che molte persone l’apprezzeranno. È bello trasmettere una sorpresa positiva.

Come la prima, abbiamo un’incredibile ultima canzone, “Grand Parade”, che è un esplosione di suoni e musica allegra. Potete anticiparci qualcosa sulla conclusione della storia o qualche particolare riguardo la composizione della canzone?

Hansi: Beh… non è la fine della storia! Non mi piacciono le conclusioni. Ci sono sorprese e molte cose si scoprono diverse da come ce le aspettavamo all’inizio. Il ragazzo a un certo punto si perderà nuovamente, ma sono sicuro che lo incontrerò ancora. Tra l’altro abbiamo una versione “earbook” con canzoni aggiuntive che definiscono già un sequel. C’è una canzone chiamata “Doom”, che descrive ciò che succede dopo “Grand Parade”, di fatti “Grand Parade”, ci descrive molti eventi che avvengono dentro Specchio Rosso.

C’è qualche vostra considerazione personale riguardo a questo album che nessuno vi ha mai chiesto ma che vorreste condividere con i vostri fan?

Hansi: Questa è una domanda alla quale non abbiamo mai pensato. Per noi la musica è un elemento delle nostre vite, è un’energia naturale, semplicemente la diffondiamo tramite la creatività, coincidenze e il bisogno interiore di trasmettere musica, ma non riesco a pensare a nessuna domanda particolare che qualcuno possa chiedermi o che io abbia voglia di trasmettere perchè la cosa più importante riguardo la musica, e questo riguarda anche i testi, è la musica stessa. Deve definire ogni cosa e deve catturare le emozioni delle persone e creare sensazioni nelle stesse persone. Ciò che faranno poi con la musica e con i testi, lo decideranno loro. Completamente.

Grazie mille per il vostro tempo. Non vediamo l’ora di vedervi a Milano e Roma per il vostro tour!

Hansi: Sarà grandioso! Grazie a voi.

marcella.fava

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Marcella Fava nasce a Reggio Emilia il 30 aprile 1988. Figlia d’arte, il padre è Antonio Fava, grande scrittore, regista, ma soprattutto attore teatrale e insegnate di Commedia dell’Arte di fama mondiale. La sua prima macchina fotografica è la polaroid di Barbie, all’età di 6 anni, che tutt’ora utilizza per divertimento. Le fotografie vengono fuori di qualità scarsa dati gli anni che ha, ma contengono tanta tenerezza e tanto affetto. Frequenta e si diploma presso il Liceo D’arte “Paolo Toschi” di Parma, a seguire il Centro Sperimentale di Fotografia “Ansel Adams” di Roma fino ad ottenere il Postgraduate Certificate in Professional Studies – Photography presso il Central Saint Martins – College of Art And Design di Londra, specializzandosi in reportage e fotografia analogica. Attualmente è fotografa a tempo pieno con sede a Reggio Emilia (anche se non si nega viaggi reportagistici in girando il mondo) e scatta per Metalus.it da circa 4 anni, unendo insieme alla fotografia l'altra sua grande passione, la musica!

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