Blackberry Smoke: Live Report e foto della data di Milano

Fra le tante band che hanno recuperato i concerti saltati per pandemia, ci sono anche i Blackberry Smoke e ovviamente non potevamo esentarci dall’essere presente alla data milanese presso l’Alcatraz.

READ SOUTHALL BAND

Ad aprire le danze ci hanno pensato i Read Southall Band, band dell’Oklaoma, autrice di un hard blues a tinte southern, che non disdegna qualche influsso più moderno. Buoni musicisti, con dei begli spunti, ma non sempre legati bene fra loro, con un vago senso di incompiutezza a livello compositivo. In ogni caso hanno fatto trascorrere la quarantina di minuti a loro disposizione piacevolmente, in attesa degli headliner, mentre il locale si riempiva.

BLACKBERRY SMOKE

E in effetti, con i Blackberry Smoke, l’Alcatraz si è riempito per bene, segno dell’oramai consolidata popolarità che la band della Georgia ha anche nel nostro paese. Popolarità che ha ben ragione d’essere, vista la qualità del concerto, iniziato con una tirata “All Over The Road” (dall’ultimo disco in studio “You Hear Georgia”) dove sound perfetto, dinamiche, equilibrio fra impatto e groove, hanno trovato un perfetto bilanciamento. Sul palco fra l’altro in questo tour ci sono due nuovi elementi, un percussionista e un terzo chitarrista, ad arricchire l’approccio live, sempre sotto la guida di Charlie Starr, che si conferma eccellente cantante e chitarrista. Ma tutta la band funziona a meraviglia, sia nelle parti strumentali che nei frequenti cori, di cui un esemplare è stata “Six Ways To Sunday”. Il concerto è proseguito con queste caratteristiche, sciorinando uno dopo l’altro una carrellata di brani pressoché perfetti. Perché la forza dei Blackberry Smoke è proprio la felicità nella scrittura dei pezzi, col loro southern rock solare, immediato, di approccio facile ma non banale. Diversamente da altri colleghi, loro non sono una band che ama particolarmente jammare: pur non mancando qualche momento che va in quella direzione, soprattutto in pezzi più soffusi come “Sleeping Dogs”, l’intenzione è chiaramente quella di valorizzare i brani in quanto tali, non dilungandosi troppo in improvvisazioni dilatate, riservando la parte creativa in gustosissimi assoli mai uguali alle versioni in studio e poche altre varianti. La loro forza, dicevamo, è l’insieme di una formazione immutata che, come ha ricordato Starr, va avanti dal 2009 suonando in ogni dove, che può passare da riff hard (“Rise Again”) ad atmosfere honky tonk (“Hey Delilah”) a ballate southern (“Ain’t Gonna Wait”) con assoluta padronanza di una materia che vanno ad affrontare con grande naturalezza. Altri momenti da sottolineare sono stati il country blues acustico di “Ain’t Got The Blues” e l’incalzante “Restless”, con grandi ovazioni da parte del pubblico, numerosissimo ed entusiasta. L’ultimo brano prima dei bis è stato “Old Scarecrow“, dedicato a Gay Rossinghton dei Lynyrd Skynyrd, mancato il giorno prima. Un ritorno sul palco per eseguire “Flesh And Bone” e “Ain’t Much Left Of Me” ha concluso un concerto spettacolare, eseguito a meraviglia, e che ha lasciato un pubblico del tutto soddisfatto per quanto visto.

Se è vero che, purtroppo, i padri fondatori del southern rock ci stanno lasciando, fortunatamente c’è chi sa raccogliere al meglio la loro eredità, portando avanti il genere musicale con coerenza, pur riuscendo a far valere la propria interpretazione con personalità. I Blackberry Smoke ne sono un esempio perfetto, fra i migliori degli ultimi anni, con ottimi dischi in studio e concerti di questo egregio livello.

Daniele Zago

Setlist:

1. All Over The Road

2. Let It Burn

3. Six Ways To Sunday

4. Live It Down

5. Good One Comin’ On

6. Waiting For The Thunder

7. Pretty Little Lie

8. Living In The Song

9. Hey Delilah

10. Sleeping Dogs

11. The Whippoorwill

12. All Rise Again

13. Ain’t Gonna Wait

14. Ain’t The Same

15. Ain’t Got The Blues

16. Run Away From It All

17. Restless

18. One Horse Town

19. Old Scarecrow

20. Flesh And Bone

21. Ain’t Much Left Of Me

Anna Minguzzi

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E' mancina e proviene da una famiglia a maggioranza di mancini. Ha scritto le sue prime recensioni a dodici anni durante un interminabile viaggio in treno e da allora non ha quasi mai smesso. Quando non scrive o non fa fotografie legge, va al cinema, canta, va in bicicletta, guarda telefilm, mangia Pringles, beve the e di tanto in tanto dorme. Adora i Dream Theater, anche se a volte ne parla male.

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