A un anno di distanza dall’ultimo tour europeo (sprovvisto purtroppo di date italiane), nel quale hanno entusiasmato il pubblico con l’esecuzione del loro acclamato primo album, “Dear G-D…”, i Being As An Ocean tornano a calcare il nostro continente, dando questa volta una possibilità anche all’Italia che si aggiudica una data presso il Legend Club di Milano. Il locale, oltre alla band capitanata da Joel Quartuccio ospiterà anche i Senna e gli Of Virtue, che garantiranno agli amanti del genere una serata emozionante.
SENNA
Con all’attivo solamente un Ep e tre singoli, i Senna, formazione tedesca originaria di Mannheim, salgono sul palco del Legend Club, ora non troppo affollato. Una volta iniziato lo show, è subito chiaro come i giovanissimi cinque abbiano fatto a meritarsi un posto in questa serata dedicata al post Hardcore. La formazione, infatti, oltre ad avere una buona presenza scenica, stuzzica il palato con la sua proposta, che strizza spesso l’occhio a linee più progressive, ma senza far mai mancare l’intenzione di portare assieme alla musica tanto sentimento, tema centrale della serata. Interessanti e piacevoli.
OF VIRTUE
Nella musica di ogni band si punta sempre ad avere quell’elemento in più che faccia la differenza rispetto alla proposta di altri gruppi e per gli Of Virtue questo elemento è rappresentato dalla voce del cantante/chitarrista Damon Tate, che ha stupito gli spettatori con la sua performance vocale sopra ogni immaginazione e che ha rapito i presenti fin dalle prime note. La band originaria del Michigan è un altro tassello interessante della serata, molto più diretti e “pop oriented” rispetto a chi, prima di loro, ha cavalcato il palco, ma comunque sempre di buon gusto. La performance dei musicisti è stata fortemente apprezzata da parte dei presenti che si sono lasciati trasportare dalla musica dei nostri e dalle diverse parole, spesso riferite a momenti negativi del passato dei singoli, che il cantante confessa tra un pezzo e l’altro; si vede inoltre più movimento nell’area dei moshers, che sebbene in numero limitato, non saranno mai assenti durante questa serata. Altro forte ok
BEING AS AN OCEAN
“Lying awake in bed feeling the spot on my chest, where you used to, where you used to rest your head” Ci sono canzoni che lasciano il segno e frasi che sono difficili da togliere dalla testa. I Being As An Ocean hanno da poco festeggiato i dieci anni dall’uscita di “Dear G-D…“, disco che li ha portati ad avere un meritatissimo successo nella scena post-Harcore mondiale. Difficile trovare errori nel suddetto album e ancora più difficile è non emozionarsi leggendo i testi che il leader Joel Quartuccio ha e sta ancora scrivendo; poesie emozionanti, affilate come la lama di una katana e in cui molte persone si possono ritrovare. Il locale non può considerarsi pieno, però non sono ugualmente pochi i fan che hanno preso l’occasione per vedere gli americani dal vivo, così, spente le luci, inizia lo show dei Being As An Ocean. L’apertura delle danze è stata magistralmente eseguita da “Little Richie”, un brano tratto dall’omonimo album “Being As An Ocean“. Sin dall’inizio, il carismatico leader è sceso dal palco e si è posizionato tra il pubblico per cantare a stretto contatto con i suoi fan, un gesto che ha ripetuto più volte durante l’entusiasmante serata. Seguirà poi la storia intera della band che introdurrà poi “L’exquisite Douleur“, “Humble Servant”, “Am I“, “Lost” e altri fra i brani più apprezzati dai fan, proponendo pure dal vivo due nuovi pezzi, “Death Can Wait” e “Swallowed By The Earth” (brano che non è ancora stato pubblicato online). Non ci sono molte parole per descrivere quanto questo sia un live a sé. Apprezzo quando gli artisti rompono la barriera musicista/fan; quindi è stato molto emozionante vedere Joel Quartuccio inginocchiarsi in mezzo al pubblico in un mix di emozioni contrastanti che tutti potevano capire. La musica non è sempre fine a sé stessa e a volte può arrivare dove altro non riesce, a dimostrazione di questo, anche le urla finali dei fan che in buona parte commossi, cantano insieme alla band l’ultimo brano della scaletta, “This Loneliness Won’t Be The Death Of Me”. Sono i volti dei presenti a confermare il fatto che questa data è riuscita alla perfezione, speranzosi di rivedere presto la band americana sul palco, torniamo a casa con tanto da raccontare.