CIVIC50
La seconda giornata di Bay Fest (e ultima presso la Spiaggia Beky Bay) incomincia con i giovani e nostrani Civic-50. La band ha cominciato da poco a comporre materiale inedito, cantato in inglese, indirizzando la loro creatività musicale in una fusione tra i due pilastri per eccellenza del pop-punk anni ’90: ovvero i Blink-182 e i Green Day. Un sound ideale per cominciare a scaldare i motori.
HITHANKS
Seguono sempre dei nostri connazionali, gli HiThanks. In questo secondo round, il sound prende una piega diversa. La band accantona le sonorità più radio-friendly dei colleghi precedenti, per proporre un repertorio che hanno cominciato a scrivere a partire dalla pandemia. Il mix delle loro influenze musicali li porta a comporre musica cantata in italiano, che spazia dal Post-hardcore, l’emocore, per incontrare anche melodie ispirate dal rock e punk. Risultato? Approvazione unanime del pubblico.
Da questo punto in avanti, comincia una lunga serie di band internazionali.
THE VENOMOUS PINKS
Tocca per prime alle The Venomous Pinks, trio completamente al femminile, che ha potuto presentarci il loro primo album in studio, “Vita Mors”, composto dopo qualche anno di attività. La band ha dimostrato di essere molto grintosa, proponendo un punk vecchia maniera e suonando alcune delle loro canzoni come “Cross My Heart and Hope To Die” e “I Really Don’t Care”.
AUTHORITY ZERO
Ne ha subiti parecchi di cambi formazione ma, la macchina Authority Zero del frontman e anima della band Jason DeVore, continua a spaccare imperterrita da quasi 30 anni. Neanche la cretività è andata scemando, poiché Jason ha dimostrato di saper ancora comporre ancora pezzi degni di nota, con il suo ultimo album “Ollie Ollie Oxen Free”, di cui ha proposto ha proposto in scaletta, pure la title-track.
Non potevano mancare i loro pezzi più storici come “12:34”, “Bayside” e “Revolution”, ma poco importa: per i più dei presenti, la band era sconosciuta, ma la vicinanza di Jason con il pubblico (tra strette di mano, Bro-Fist e inviti dei fan a salire sul palco) ha reso ancora più indimenticabile la giornata per il pubblico. Senza contare, che pure sul palco, la band è una belva.
GOOD RIDDANCE
Ci si avvicina al gruppo principale con un altro pezzo da 90 del punk: i Good Riddance, alfieri dell’etichetta Fat Wreck Chords, di proprietà di Fat Mike dei NOFX, con la quale hanno pubblicato quasi tutti i loro dischi, sono riusciti a ritagliarsi un loro spazio nella storia del punk. La band, capitanata da Russ Rankin, non aveva bisogno di presentazioni; tanti erano i fan con le loro t-shirt e che sapevano a memoria i loro pezzi. “Darkest Days”, “Don’t Have Time”, “One for the Braves” sono solo alcune delle canzoni che hanno deliziato e scatenato i fan.
ME FIRST AND THE GIMME GIMMES
Punk Rock che a volte sfocia nell’hardcore, che ha messo in riga tutti i presenti, prima di prendere fiato e rilassarsi con la band successiva. Si autodefiniscono la miglior cover band del mondo e potrebbero avere ragione. I Me First and the Gimme Gimmes sono una garanzia per l’intrattenimento. Come appena detto, non portano niente di nuovo sul tavolo, ma le loro cover in chiave punk rock riescono a entrare nel cuore di tutti e far raggiungere lo scopo: divertire. Il loro look si discosta da quelli più austeri e sobri dei gruppi precedenti, indossano un vestiario più sgarciante e corredano anche parte della loro scenografia di festoni dorati. Nulla può portare a pensare che si avrà a che fare con una performance noiosa, e fa sempre sorridere sentire canzoni come “Rocket Man”, “I Will Survive” e “Take Me Home,Country Roads” coverizzate in chiave punk.
Come omaggio agli italiani, il cantante Spike Slawson, ha intonato con l’ukulele “Estate” di Bruno Martino, prima di eseguire con la band “Summertime” di George Gershwin. Ha dimostrato di saper padroneggiare discretamente la lingua italiana e per questo motivo c’è stata più intesa ed interazione col pubblico.
PENNYWISE
La presenza dei Pennywise non è una novità al Bayfest: sono sempre graditi ospiti e loro stessi sul palco hanno manifestato affetto per il festival. Quest’anno, però, hanno avuto sulle spalle il peso di ricoprire il ruolo di headliner, compito svolto ovviamente con successo, perché 35 anni di attività la dicono lunga sulla loro professionalità. Sono stati il gruppo più atteso di quest’edizione e il pubblico non si è trattenuto da un continuo moto di poghi e salti vari, complice la scaletta che la band ha riservato per i fan. I nostalgici hanno potuto contare sulla presenza dei successi della band come “Fuck Authority” e “Society”, ma anche sull’esecuzione di un medley dedicato ai colleghi NOFX che, a differenza loro, hanno deciso di appendere le scarpe al chiodo con un ultimo tour. Inoltre non sono potute mancare, tra le tante canzoni, anche la loro cover di “Stand By Me” e il loro inno “Bro Hymn”, canzone che è un must dei loro concerti, quella con la quale c’è più partecipazione del pubblico, grazie al suo coro catchy.
Sempre durante questa canzone, suonata rigorosamente in chiusura, i fans hanno potuto scatenarsi e dare il meglio di loro; addirittura un ragazzo ha affiancato il chitarrista Fletcher, suonando anche lui la chitarra e qualcun altro è salito a cantare al microfono la canzone (cosa successa anche con alcuni dei pezzi precedenti). Alcuni addetti alla security, presi alla sprovvista e non abituati a questo contesto, sono quindi intervenuti per riportare questi fan giù dal palco, ma gli stessi membri della band li hanno fermati.
Questo gesto riassume un po’ il concetto del punk in generale: questi concerti sono occasioni per sfogarsi, creare legami e instaurare una sorta di fratellanza, anche con le band.
E tutto questo è perfetto, grazie Bay Fest!
Setlist:
1 – Homeless
2 – Can’t Believe It
3 – Straight Ahead
4 – My Own Country
5 – Same Old Story
6 – The World
7 – Violence Never Ending
8 – Fuck Authority
9 – NOFX Medley (Bob, Kill All The White Man, Don’t Call Me White, Stickin’ In My Eyes; The Brews)
10 – Pennywise
11 – Greed
12 – Society
13 – Broken
14 – Peaceful Day
15 – Stand By Me
16 – Living for Today
17 – Perfect People
18 – Bro Hymn