Bathory – Recensione: Hammerheart

Riprendendo il filo dal precedente e seminale “Blood Fire Death”, nel loro quinto disco i Bathory completano la transizione dal primordiale black metal delle origini a un sempre meglio definito viking metal. Se poche band possono sostenere di essere tra le fondatrici di un genere, l’essenziale gruppo svedese può addirittura vantarsi di esserlo per i due appena citati: il presente “Hammerheart” non è infatti solamente l’ennesimo capolavoro ad opera di Quorthon e compagni, ma rappresenta un capitolo imprescindibile per la storia del metal.

La nuova forma sonora che l’ensemble di Stoccolma esplora e comincia a plasmare, pur essendo eroica e solenne, non coincide coi canoni dell’epic metal guerriero e pomposo  conosciuto fino a quel momento. In questo album la narrazione si fa asciutta, aspra e spesso disperata, in parte ancora debitrice della musica estrema e soffocante espressa in “Under The Sign Of The Black Mark”, ma ormai totalmente proiettata verso un eroismo freddo e disincantato.

Tutta la dura solennità del retaggio vichingo, la riscoperta dell’indissolubile legame con la natura e il recupero della cultura pagana emergono con vivida forza nelle prime tre lunghe tracce. Dagli oltre undici minuti dell’avventurosa “Shores In Flames” alla possente “Baptised In Fire And Ice” passando per la guerreggiante “Valhalla”si dipinge un quadro dai colori nitidi e fortissimi, un vero e proprio manifesto delle tradizioni nordiche.

Father To Son” e “Home Of Once Brave”, quest’ultima preceduta da una bella introduzione acustica dal titolo “Song To Hall Up High”, costituiscono due nuovi canti di battaglia. Capolavoro di drammaticità è infine la sofferente “One Road To Asa Bay”: feroce critica del violento processo di cristianizzazione avvenuto secoli or sono nella penisola scandinava, il brano è considerato uno dei più emblematici e influenti della storia della band.

Non accontentandosi degli eccellenti risultati pionieristici conseguiti nelle loro precedenti uscite, anche nell’ormai lontano 1990 i Bathory non si limitarono a scrivere un ottimo album, ma fecero di nuovo le cose in grande componendo un’opera inimitabile. Tassello fondativo e fortemente simbolico del metallo epico e vichingo, “Hammerheart” rappresenta una pietra miliare del genere.

Bathory Hammerheart

Voto recensore
s.v.
Etichetta: Black Mark Records

Anno: 1990

Tracklist: 01. Shores In Flames 02. Valhalla 03. Baptised In Fire And Ice 04. Father To Son 05. Song To Hall Up High 06. Home Of The Once Brave 07. One Rode To Asa Bay 08. Outro
Sito Web: https://myspace.com/bathoryofficial

matteo.roversi

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Nerd e metallaro, mi piace la buona musica a 360 gradi e sono un giramondo per concerti (ma non solo per questi). Oltre al metal, le mie passioni sono il cinema e la letteratura fantasy e horror, i fumetti e i giochi di ruolo. Lavorerei anche nel marketing… ma questa è un’altra storia!

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