Gli Atreyu, gruppo fra i più celebri dell’ondata metalcore, sono tornati dopo un lungo silenzio durato troppi anni e lo hanno fatto col botto, con un CD come “Long Live” che sta riscuotendo recensioni molto positive un po’ ovunque in virtù dell’ottimo songwriting e della capacità di non risultare scontati in un mare magnum di gruppi fotocopia. Questo è il riassunto della chiacchierata fatta con Dan Jacobs, chitarrista della band.
Ciao Dan e benvenuto su Metallus. Come va?
Ciao! Tutto benissimo, grazie! Appena tornati da un tour europeo che ha toccato anche l’Inghilterra: è stato eccitante ma ora è bello essere a casa!
Dunque, sono passati 6 anni dal vostro ultimo CD e siete tornati con il nuovo “Long Live”: per tutte le persone che non sanno cosa è successo, potresti dirci cosa avete fatto durante questo lungo periodo e, soprattutto, cosa ci potete dire di questa vostra nuova uscita discografica?
Dalla pausa ne 2010 siamo stati molto impegnati con le nostre altre attività che finalmente abbiamo avuto la possibilità di sviluppare. Personalmente sono una sorta di imprenditore e ho fondato con mio fratello una compagnia di merchandising che si chiama Rock World Merch così come la società Pluginz Keychains, che produce portachiavi da parete o da ufficio che simulano l’aspetto di testate di amplificatori. Alex (Varkatzas, voce) ha una palestra di crossfit e Muay Thai che si chiama Hellenica Fitness ed è un ottimo tatuatore di stile tradizionale. Brandon (Saller, batteria e voce) scrive canzoni per pubblicità e per altre band e allo stesso tempo è andato in tour con la sua altra band Hell Or High Water. Travis (Miguel, chitarra) ha fatto il chitarrista per il tour dei Trept and Porter ma ha lavorato un sacco nel suo campo, fotografia e design. Riguardo “Long Live”: è il nostro primo album dal 2009 quindi è una grossa scommessa per noi. Abbiamo imparato un sacco di cose in questi anni riguardo chi siamo veramente, non solo come musicisti ma come persone al di fuori degli Atreyu: tutto questo, insieme al vivere la vita del gruppo, ci ha aiutato a compiere un percorso completo e a ritrovarci più grandi e forti che mai.
Questo CD sembra più organico rispetto ai precedenti: potenza, melodia e rabbia ci sono tutte ma in una sorta di “violenza controllata”, come in “I Would Kill/Lie/Die (For You)” o nella sorprendente –considerato il vostro stile- “Do You Know Who You Are”. Pensi che il vostro songwriting abbia qualcosa in più rispetto a prima?
Assolutamente sì! Con ogni canzone di ogni album cerchiamo di spingerci verso una crescita ed evolverci, non solo provando a realizzare la migliore prova ma volendo suonare freschi e interessanti per noi e per gli ascoltatori. Abbiamo imparato tanto durante questi anni e questa conoscenza ci fa tendere a migliorare di album in album e ad avere ancora tante influenze ed ispirazioni che fanno creare qualcosa di nuovo.
Parliamo del video della title track: sembra che il messaggio sia che ognuno è la propria vittima e il proprio carnefice e che alla fine si ha sempre la facoltà di decidere e che il nostro destino è nelle nostre mani. Lettura giusta? Parlaci di questo e di come è stato realizzare il video.
Esattamente! Centrato! La band ha smesso di suonare perché avevamo deciso così e siamo tornati dopo 4 anni perchè NOI lo abbiamo deciso. Siamo i padroni del nostro destino e questo è il messaggio centrale dell’album nonché una delle principali ispirazioni. L’idea del video è stata della band in toto e il nostro bassista Porter McKnight ha messo su il progetto e si è occupato della regia. E’ la sua prima volta e devo dire che è stato grandioso: è stato registrato in 3 giorni e 5 location diverse fra la California del Sud, in posti come Los Angeles, Malibu, Carlsbad, Vista e Acton. E’ stato molto divertente e adoriamo il risultato finale.
La copertina del CD sembra un messaggio d’amore nei confronti dei Black Sabbath, visto che ne ricorda il Best Of. E’ così? Quali gruppi vi hanno influenzato maggiormente in fase compositiva di questo “Long Live”?
Artisticamente volevamo realizzare qualcosa di oscuro e potente. Tutto il lavoro artistico è stato realizzato fotograficamente da Porter quindi si collega fortemente al video di “Long Live”. La foto è stata realizzata in Nuova Zelanda mentre eravamo nel mezzo di una breve vacanza post-tour. Adoriamo non inserire scritte sulla copertina perché è massiccio e potente: è una dimostrazione delle incredibili abilità fotografiche di Porter.
So che è difficile, ma quali brani sceglieresti per far avere un’idea rappresentativa di questo disco ai vostri fan?
Probabilmente “Long Live”, “Start To Break” e “A Bitter Broken Memory”. Tutte canzoni potenti che uniscono un po’ di nuovo e il nostro classico stile Atreyu.
Vi vedremo presto suonare in Italia? Che ricordo avete del nostro Paese?
Al momento niente di ufficiale ma non vediamo l’ora di tornare da voi! Il vostro Paese è splendido e l’anno scorso è stato meraviglioso bighellonare per Venezia. La bellezza dei posti, il cibo incredibile e i fan appassionati rendono l’Italia uno dei nostri posti preferiti in cui suonare.
Cosa pensate del fatto che i CD si trovano su internet prima della loro release ufficiale e, più in generale, del rapporto fra internet e musica?
Per ogni band la musica rappresenta una forma di sostentamento: internet può aiutare ad avere una audience maggiore in maniera più veloce rispetto al solito ma se guardiamo bene non rappresenta, il più delle volte, un guadagno effettivo. E’ una benedizione ma anche una maledizione. La musica ha molto valore, è la colonna sonora della nostra vita. I musicisti ci mettono dentro loro stessi così gli ascoltatori di ogni parte del mondo possono sentire la felicità o la tristezza insieme a loro attraverso la musica e aiutare la gente a passare o condividere questi momenti belli e brutti. I sentimenti creati dalla musica non hanno prezzo quindi è abbastanza ironico vedere che tutto si è ridotto ad avere la musica fondamentalmente gratis. Penso che sia un sacrificio da parte del musicista perché il tuo amore nel creare musica è maggiore rispetto al bisogno di ritorno finanziario.
Quando avete iniziato a suonare pensavate di raggiungere questo livello? Cosa vi aspettate per il futuro?
Sì e no, diciamo. E’ difficile sapere come le cose si sviluppano. Dicono “Attento a ciò che desideri perché se lo vuoi fortissimamente si avvererà” ma chi sa come sarà veramente e in che forma? Volevamo veramente avere successo così abbiamo lavorato duramente, il nostro obiettivo per il futuro è diventare una delle più grandi metal band del mondo.
Ok, grazie mille per il tuo tempo! Puoi lasciare un messaggio ai fan italiani e speriamo di vederci presto!
Ciao ragazzi e grazie per il vostro supporto agli Atreyu durante questi anni. Ci mancano le vostre facce dal vivo e non vediamo l’ora di tornare e suonare per voi! Ciao!