Artillery – Recensione: X

Tornati ormai da oltre un decennio a calcare le scene del metal europeo i danesi Artillery sono una di quelle band solide, capaci di soddisfare le aspettative dei fan con continuità e sempre in grado di produrre lavori di un certo livello. Il nuovo album, dal titolo non certo orginale di “X” (si, è il decimo disco in studio della band), non fa eccezione e ci propone ancora una volta la miscela di speed metal, thrash e melodia che ha fatto la fortuna dei lavori più recenti. Se dal punto di vista stilistico e di sound non ci sono differenze sostanziali da segnalare, rimane ben salda la sensazione che gli Artillery si siano ormai ritagliati quella nicchia che permette loro di essere facilmente identificabili, pur senza potersi definire originali in modo assoluto (un po’ come capita ai Paradox, per esempio), e che in fondo si lascia ascoltare con grande piacere.

Ci sono undici canzoni e 45 minuti di musica in “X”, ma nemmeno per un attimo ci si annoia o si percepisce stanchezza. Un risultato ottimo se si pensa che in fondo la band si affida a schemi molto ben collaudati e che già da “The Devilìs Symphony” si coglie l’essenza del loro stile: incipit tranquillo, riffing serrato e sound compresso, vocals pulite e cariche di melodia, un coro azzeccato, un passaggio più rallentato e groovy, una variazione ben strutturata, un bel assolo e… nuovamente via con il riff martellante di qui sopra. Un brano da manuale insomma, che testimonia sia la maestria con cui ormai la band utilizza l’armamentario di genere, che il desiderio di non uscire dagli schemi in questione. Tant’è che, con le ovvie variazioni e peculiarità, un po’ tutti i brani seguono la stessa traccia. E sempre con risultati ben al di sopra della sufficienza.

Come per ogni regola che si rispetta esistono delle eccezioni: ecco quindi che abbiamo una canzone come “The Ghost Of Me”, notevolmente più vicina al classic metal e caratterizzata da una linea vocale estremamente melodica e da un chorus cantabile. Ottimo evidentemente da proporre in sede live. Diversa dallo standard anche “Eternal Night”, molto più groovy e diretta, ma sempre ben strutturata e sostenuta da linee vocali potente e parti soliste ben strutturate. Non si tratta obiettivamente di un disco rivoluzionario, ma se la ricetta messa a punto dalla band negli ultimi anni vi ha convinto in precedenza, non ci sono motivi perché con “X” possiate cambiar idea. Un ascolto piacevole e consigliato.

Etichetta: Metal Blade

Anno: 2021

Tracklist: Paragrafo 01. The Devil's Symphony 02. In Thrash We Trust 03. Turn up the Rage 04. Silver Cross 05. In Your Mind 06. The Ghost of Me 07. Force of Indifference 08. Varg I Veum 09. Mors Ontologica 10. Eternal Night 11. Beggars in Black Suits

riccardo.manazza

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Incapace di vivere lontano dalla musica per più di qualche ora è il “vecchio” della compagnia. In redazione fin dal 2000 ha passato più o meno tutta la sua vita ad ascoltare metal, cominciando negli anni ottanta e scoprendo solo di recente di essere tanto fuori moda da essere definito old school. Il commento più comune alle sue idee musicali è “sei il solito metallaro del cxxxo”, ma d'altronde quando si nasce in piena notte durante una tempesta di fulmini, il destino appare segnato sin dai primi minuti di vita. Tra i quesiti esistenziali che lo affliggono i più comuni sono il chiedersi il perché le band che non sanno scrivere canzoni si ostinino ad autodefinirsi prog o avant-qualcosa, e il come sia possibile che non sia ancora stato creato un culto ufficiale dei Mercyful Fate.

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